La linea di cucina ha matrice romana ma non aspettatevi piatti “stravaccati e caciaroni”; al contrario vi si leggono tocchi gentili di creatività ed innesti intelligenti di pesce azzurro
Roma, si sa, è una città iper-turistica; il luogo ove capita (troppo) spesso, specie lungo i percorsi più battuti dai visitatori della città eterna, di spendere un botto e mangiare decisamente male.
Ma quali tavole frequentano i romani, solitamente sensibili al conto ma pure gourmet di buon livello? Una di queste la troverete nel quartiere di Monteverde ove qualche anno fa ha preso vita un’osteria/trattoria che del quartiere ha preso il nome.
Un locale senza fronzoli; due semplici sporti su una parcheggiatissima via con dentro tavoli in legno scuro e tovagliette svolazzanti. Ne sono cuore ed anima due giovani, Roberto ai fornelli e Fabio insala, con qualche buon precedente e tanta voglia di fare.
La linea di cucina ha matrice romana ma non aspettatevi piatti “stravaccati e caciaroni”; al contrario vi si leggono tocchi gentili di creatività ed innesti intelligenti di pesce azzurro.
Lo scaffale ed il capiente frigo con i vini raccontano di una passione “work in progress”, anche qui con gran rispetto del portafoglio dell’avventore.
Qualche suggestione, dalla carta e dalla lavagnetta che segnala i piatti del giorno: cacio e pepe con animelle e tartufo estivo, sagnette trippa e fagioli, polpo rosticciato, capocollo con cavolo nero e porcini, pescione con bottarga “casalinga” e yogurt. Non ultimo un cestino del pane da grande Maison. Ricevuta lieve: per tre piatti non oltre i 35 euro, degustazione di 8 portate a 36 euro, “pranzetto” di 6 a 25 euro.
Daniele Bartolozzi
L’Osteria di Monteverde, via Pietro Cartono 163-165 Roma
Chiuso lunedì a pranzo. Prenotazione altamente consigliabile.