Grande successo per il secondo appuntamento del ciclo di conferenze sulla sostenibilità vitivinicola organizzato da Vino Sapiens. L’assaggio dei vini e il racconto dell’enologo Nicola Biasi hanno condotto l’aula – composta da giornalisti, ristoratori, sommelier, tecnici e appassionati – di stupore in stupore.
Il progetto di Costantina Vocino e Marco Felini, co-founder di Vino Sapiens, nasce all’insegna della ricerca di autenticità, effettivamente riscontrata sia nella qualità dei vini proposti – espressione di un terroir sostenibile e rigenerativo – che all’interno della riflessione emersa dall’aula sul futuro del vino. La conferenza di Nicola Biasi – “Enologo dell’anno 2022” a valle di tanti altri precedenti riconoscimenti – è stata infatti corredata dall’ assaggio “relazionale” di 8 etichette della Rete di imprese Resistenti – Nicola Biasi.
“Fare il miglior vino possibile che sappia interpretare il territorio”.
Il progetto di Nicola Biasi e della sua Rete nasce dallo sguardo dei produttori, sulla realtà odierna del vino e della viticoltura. In uno scenario in cui l’incertezza climatica mette sempre più a rischio la produzione – la vitis vinifera è tra le varietà maggiormente esposte agli agenti avversi e ciò influisce negativamente, oggi più che mai, sul raccolto e sulla sopravvivenza stessa della pianta – siamo chiamati con urgenza a gestire il cambiamento.
In questa fase le varietà resistenti costituiscono una chiave interpretativa davvero molto valida, che risponde egregiamente alle esigenze di una viticoltura sostenibile e di qualità. La scelta dei produttori della Rete è quella di realizzare vini che uniscano – dal vigneto alla bottiglia – l’eccellenza qualitativa alla reale e concreta sostenibilità. Per fare ciò hanno puntato sui vitigni resistenti alle malattie fungine, anche noti come Piwi.
Questa difesa del territorio, coniugata a una viticoltura di precisione e a un’enologia dedicata e scrupolosa, permette di esaltare le qualità di queste nuove varietà e di conquistare così anche i palati più esigenti e rigorosi. Obiettivo decisamente raggiunto il 24 aprile 2024 durante la degustazione che ha seguito la conferenza.
“Il vino è un prodotto dell’uomo. È l’uomo che ha il dovere di scegliere la varietà che sappia interpretare nella maniera migliore il territorio che l’accoglie. Non si tratta di rinnegare la tradizione – ha detto Nicola Biasi – ma dobbiamo tener presente che anche le tradizioni più consolidate nascono da una rivoluzione generazionale, frutto del cambiamento delle condizioni che ci si trova a fronteggiare. A patto però, che le varietà resistenti impiegate conservino sempre una identità legata al territorio”.
Obiettivo qualità
“Inutile parlare di sostenibilità vitivinicola – afferma sempre Biasi – se poi però non si ottengono vini di qualità. La qualità deve essere sempre il volano che orienta ogni progetto. In questo settore, qualità vuol dire innanzitutto viticoltura di precisione, necessaria anche per le varietà resistenti. E quindi piantare nel posto giusto, adatto alla maturazione delle uve, con cura. Poi vuol dire enologia dedicata: oggi i vitigni da varietà resistenti hanno il 98% di vite europea. Se i prodotti non sono ancora perfetti è per via dell’errore umano: non si sa bene lavorarli perché si conoscono poco. I vitigni resistenti hanno lo stesso identico potenziale delle altre varietà, ma serve una enologia dedicata e consapevole.”
Uve Piwi
Quanto alla sostenibilità ambientale poi, uno studio commissionato dalla Rete e condotto su filari attigui di varietà resistenti e non resistenti dell’Azienda Albafiorita, ha potuto osservare che con l’utilizzo dei Piwi l’impronta carbonica complessivamente prodotta nell’anno, è abbattuta del 37,98%; per quanto riguarda in maniera specifica la difesa del vigneto, notevolissima la riduzione dei trattamenti: da 16 a 4 l’anno.
Dunque, tra gli elementi più incoraggianti abbiamo: numero inferiore di trattamenti, minor spreco d’acqua, minore emissione di CO2, abbattimento dei costi di gestione nel lungo periodo. Le difficoltà invece consistono principalmente nel fatto che il costo delle barbatelle, e in generale d’impianto, sia maggiore. In più va considerata la difficoltà di trovare rapidamente la varietà resistente adatta al territorio scelto, e l’assenza di autorizzazione alla produzione e alla commercializzazione del vino da uve piwi che permane ancora in molte Regioni d’Italia.
Le Uve Piwi (“pilzwiderstandsfähig” in tedesco) sono quindi, ad oggi, una delle migliori risorse che l’uomo abbia generato nei confronti del cambiamento climatico. Grazie alla loro resistenza alle malattie fungine, rappresentano un prezioso alleato per il viticoltore.
Le etichette degustate
Tutte provenienti da La Rete Resistenti – Nicola Biasi, composta da 8 aziende agricole – che presto diventeranno 10 – situate tra Friuli, Veneto e Trentino, dal Mare Adriatico alle Dolomiti, hanno dimostrato di aver raggiunto quella eccellenza qualitativa perfettamente coniugata a metodologie e pratiche vitivinicole sostenibili: ECELO 1° – CA’ DA ROMAN; M’AMA 2022 – AZ.AGR. ALBAFIORITA; FORTE 2022 – COLLE REGINA; BABY RETINES 2022 – RESISTENTI NICOLA BIASI; DIVENTO 2022 – VIGNETI VINESSA; SINFONIA 2022 – TENUTA DELLA CASA; COSTANTE 2022 – POGGIO PAGNAN; e ovviamente VIN DE LA NEU 2020 – NICOLA BIASI.
Il prossimo incontro è previsto Mercoledì 5 Giugno 2024 dalle ore 20.30, sempre presso la Sala Degustazioni di VINO SAPIENS in Via dei Virgulti 44 a Roma. Protagonisti Vincenzo Betalli (CIVIT) e Giovanni Pica (ARSIAL LAZIO), per un focus su due vitigni da varietà resistenti attraverso il racconto degli ospiti e l’assaggio relazionale di 2 microvinificazioni e 6 vini in commercio, al fine di valutare l’adattabilità delle uve a metodi e territori.
Per partecipare e accrediti-stampa: info@vinosapiens.it