Gerarchie qualitative della Tenuta di Valgiano

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Tenuta di Valgiano. Storia di una verticale con colpo di scena!

Non sempre capitano queste occasioni. Degustare vini con il produttore che racconta le singole annate, i timori e le ansie prima della raccolta, l’andamento delle vinificazioni fino al meritato riposo, per il vino, dentro la bottiglia all’interno dell’ambiente prediletto (sempre per il vino) rappresentato dalla cantina.

Non sempre capitano queste occasioni. Immergere il naso nel calice alla ricerca della intensità e della complessità che il Sangiovese lucchese sa dare. La marasca, la violetta, noce, scorza d’arancia, tabacco biondo, origano, timo e tamarindo, canfora, cuoio si rincorrono seguendo le mie direttive: avanti i floreali, a seguire i fruttati e via via gli speziati ecc. ecc. ecc.

Ingresso a Valgiano. Il Corno

Al palato giocano le vendemmie con i tannini più o meno giovani, l’equilibrio tra la freschezza e le glicerine, infine quel lungo finale con ritorni retrolfattivi incentrati sui frutti. E dentro i calici l’unico vero trionfatore che caratterizza questi superbi vini: il terroir delle Colline Lucchesi ed in particolare dell’aerale della Tenuta di Valgiano.

Che si tratti dell’etichetta Tenuta di Valgiano o Palistorti o addirittura Scalzo de Cesari non ha importanza. Tutti e tre ambasciatori di questo “felice angolo di Toscana” orgogliosamente “nostro”.

Tenuta di Valgiano 2014. Bene ha figurato considerato che è stata la vendemmia maggiormente problematica degli anni Duemila. A Valgiano le cose sono andate decisamente in maniera diversa. Valorizzati al meglio leggiadria ed eleganza aromatica. Ottimo, voto 89/100.

Palistorti 2015. Questa felice versione ha sfoggiato il suo lato seduttivo con slancio e straordinaria persistenza aromatica. Eccellente, voto 91/100

Tenuta di Valgiano 2015. Energia, intensità e lunga persistenza. Eccellente, voto 91/100.

Tenuta di Valgiano. I vini degustati

Tenuta di Valgiano anteprima 2016. Sviluppa una affascinante amalgama fruttata e speziata. Si prepara a divenire un grande vino per quella trama tannica che già lo contraddistingue. Merita già un 90/100

Ed infine Moreno Petrini, il patron, che apre due “magnum” che resteranno nelle menti di noi degustatori come perle indimenticabili:

Tenuta di Valgiano 1999. Per me non una sorpresa perché assaggiata e valutata un anno fa. Trovato ancora vivo pronto a trasmettere emozioni. Un grande vecchio degno di ammirazione. Chapeau!

insieme a Moreno Petrini

Scalzo de Cesari 1997. Grazie Moreno per avermi dato la possibilità dell’assaggio di così tanta delizia. Ancora aggraziato e gentile. Una pennellata di eleganza alla serata.

“Tradizione produttiva” trasmessa da Moreno Petrini,  con la collaborazione del suo staff (sempre i soliti da decenni), attraverso una scelta di religione quale è quella della biodinamica, con l’intuizione, innovazione e valorizzazione che rendono Tenuta di Valgiano come un riferimento, faro dell’enologia lucchese e non solo. Chapeau!!!

Urano Cupisti

Assaggi effettuati il 5 ottobre presso l’Osteria Le Terme di Massaciuccoli (Lu) durante la presentazione del nuovo vino: Mazzapink (di cui abbiamo già parlato qui nei giorni scorsi).