Il caldo record di questi giorni è motivo di preoccupazione per molte aziende vinicole del Belpaese in previsione della vendemmia 2023. 

Secondo gli esperti e i rappresentanti di diverse case vinicole nell’anno più caldo la vite dimostra ancora una volta la sua straordinaria resilienza climatica, resistendo alle temperature eccezionali. 

Un aiuto in tal senso proviene dalle abbondanti piogge che hanno caratterizzato l’ultima primavera, tra maggio e giugno, consentendo alle colture di accumulare importanti risorse idriche e di affrontare queste giornate di forte stress climatico.

Un quadro non esente da rischi, attentamente monitorati dai produttori, come quello della peronospora, il fungo delle piante, che si propaga con la pioggia e che sta attaccando i vigneti del centro e sud Italia.

La lotta contro la proliferazione della peronospora è stata ostacolata da terreni allagati e quindi impraticabili, alimentando la pressione del patogeno. Inoltre, gli appezzamenti abbandonati da piccoli viticoltori che non sono riusciti a gestire il fungo risultano ora come punti d’inoculo per i vigneti adiacenti. 

Le conclusioni di Micaela Pallini

“Le nostre imprese sono profondamente legate ai territori e all’ambiente e guardiamo con grande attenzione ai cambiamenti climatici – dichiara Micaela Pallini, Presidente di Federvini –. I fenomeni legati al riscaldamento globale stanno mettendo a dura prova i nostri territori e le nostre imprese: se l’anno scorso il problema era la forte siccità, quest’anno le abbondanti piogge hanno favorito la Peronospora.

Micaela Pallini, Federvini

Tutto questo ci insegna a essere sempre vigili in quanto non possiamo prevedere il clima ma sicuramente arrivare preparati permetterà alle aziende di affrontare le sfide al meglio. Inoltre, è fondamentale potenziare la ricerca scientifica ed ottenere il sostegno delle istituzioni, che soprattutto a livello europeo spesso risultano lontane dalle nostre istanze.

Dal canto nostro l’impegno delle filiere che rappresentiamo è quello di continuare a essere, sempre più e sempre meglio, attori decisivi nella tutela dell’ambiente, della sostenibilità e della cultura dei territori.

In conclusione, rimane cruciale ottenere il sostegno delle istituzioni a livello europeo e nazionale per un’ uniforme e coordinata azione di contrasto e prevenzione in occasione di situazioni climatiche imprevedibili. Il vino è un asset fondamentale della nostra cultura ed economia: per questo motivo è indispensabile che le istituzioni promuovano politiche in grado di sostenere efficacemente la crescita del comparto.”

Le osservazioni di Sandro Bottega

Anche Sandro Bottega, patron dell’omonima azienda di Bibano (Treviso) tra i principali produttori di vino e distillati italiani, elabora un’analisi sull’influenza degli sbalzi climatici sulla maturazione delle uve.

“Se le temperature dovessero rimanere più a lungo quelle di questi giorni, per tutto il comparto si determinerebbero effetti catastrofici, in quanto ne risentirebbero la quantità, la qualità e l’acidità dell’uva, con conseguenze immediate su tutti i principali parametri che un buon vino deve avere”.

“L’allarme clima non può considerarsi finito – continua Bottega – grazie alla ripresa prolungata delle piogge. Anzi tutt’altro. Si stanno intensificando i fenomeni estremi, con il paradosso di escursioni termiche anche di 20° tra un giorno e quello successivo al medesimo orario. I forti venti danneggiano le piante e gli alberi, e in viticultura la situazione è anche più difficile.

Sandro Bottega
Sandro Bottega

Il fenomeno che ha colpito la Romagna si sta manifestando un po’ in tutta Italia. Nei vigneti i danni risultano spesso più gravi rispetto ai frutteti, perché la vite è una pianta molto più delicata. Infatti la ricrescita della vite, una volta sradicata, è più lenta di quella di un pesco o di altri alberi da frutto. Inoltre il verificarsi di temperature superiori a 37° determina il rallentamento o addirittura l’arresto dell’attività vegetativa della pianta.

Per fortuna la zona del Prosecco è stata colpita solo in maniera marginale da questi fenomeni e, fino a sabato scorso, ha goduto di temperature mitigate dalle piogge, soprattutto notturne.

Quindi ci auguriamo – prosegue Sandro Bottega – che questa ondata di calore eccezionale rimanga circoscritta a un range accettabile di pochi giorni. Se le temperature dovessero invece rimanere più a lungo quelle di questi giorni, per tutto il comparto si determinerebbero effetti catastrofici, in quanto ne risentirebbero la quantità, la qualità e l’acidità dell’uva, con conseguenze immediate su tutti i principali parametri che un buon vino deve avere.

Di queste elevate temperature potrebbero beneficiare le grappe, in quanto si andrebbero a distillare vinacce con un più elevato grado alcolico. In ogni caso l’allarme clima è in assoluto l’emergenza più grave che ci troviamo ad affrontare e che, come tale, non può e non deve essere sottovalutata, adottando anacronistiche posizioni antiscientifiche”.