Portata a termine la ristrutturazione di Maso Besleri a Cembra, sia sotto l’aspetto viticolo che della struttura del maso stesso, abbiamo iniziato questa nuova avventura a Grumes ed esattamente a Maso Rella sempre Val di Cembra

Avventura che nasce da una ricomposizione fondiaria nata da diversi acquisti di terreno, in parte viticolo ed in parte ad agricoltura mista; terreni abbandonati negli anni 50/60, sui quali abbiamo fatto un progetto di bonifica che prevede una risistemazione del terreno per la maggior parte a vigneto meccanizzabile tenendo però alcune finestre con vigneto legato alla tradizione del posto con i famosi muretti della Val di Cembra e in parte reimpiantando le vecchie colture frutticole ivi esistenti tipo castagno, sorbo, noce ecc.

Per il vigneto poi si è deciso di mettere a dimora delle barbatelle di viti interspecifiche, nate a Freiburg (Germania) per incrocio (impollinazione) tra Vitis Silvestre (Labrusca – Amurensis) e Vitis Vinifera (Europea).

Il carattere distintivo di queste varietà è la notevole resistenza alle malattie fungine: peronospora e oidio portata dal sangue “silvestre” e la piacevolezza olfattiva, gustativa dovuta alla prevalenza delle varietà Europee all’interno dell’incrocio.

Questo significa ZERO trattamenti in vigna anche perché è ormai assodata in Trentino la tecnica della confusione sessuale.

Quindi ZERO fungicidi e ZERO insetticidi contro la tignola dell’uva.

ZERO “DERIVA” in quanto il vigneto è inserito e protetto da un bosco di 50 ettari in montagna a 800 – 900 m s.l. mare, un “salvagente” che fa da barriera ad eventuali trattamenti fatti dai confinanti. La stessa vinificazione non prevede alcun intervento chimico esterno: ZERO solforosa, ZERO lieviti commerciali liofilizzati, ZERO chiarificanti, ZERO filtrazioni, ZERO antiossidanti (il lievito indigeno diventa l’antiossidante naturale del vino).

Una tecnica ancestrale per arrivare ad un vino bianco frizzante, naturale, col fondo, a ZERO impatto chimico. ZERO INFINITO sarà il nome.

Decantato in caraffa per chi lo preferisce limpido o addirittura “agitato prima dell’uso” per chi ama la versione rustica contadina.

Nel primo caso il deposito che rimane in bottiglia è l’ideale per un risotto “col fondo” estremamente naturale.

Acidi organici, lieviti ma soprattutto il cremor tartaro (il sale del vino) portano al piatto

sapidità senza usare il sale da cucina (cloruro di sodio).

Un progetto ambizioso nato nel 2007 finalmente ultimato con la vendemmia 2013.

 

A cura di Sandri Fiorentino

 

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