Montecarlo di Toscana. La degustazione

L’amicizia che mi lega a Vasco Grassi ha radici lontane. Lo considero da tempo “il galantuomo del Vino”, vuoi per la sua forma di raccontarlo, vuoi per il suo comportamento signorile, vuoi per la spontaneità di relazionarsi con persone di diversi ambienti. Non ostenta la propria cultura enoica e non solo, non fa il leccapiedi di nessuno.

Montecarlo di Toscana. Insieme a Vasco Grassi. Foto di repertorio

Presidente per lungo tempo del Consorzio Vini DOC Montecarlo, anima della Fattoria del Buonamico fino al 2007, vignaiolo umile, sempre sorridente.

Qualcuno lo ha definito una sorta di monaco in blu jeans a significare studi e conoscenze applicate al lavoro quotidiano in vigna.

Erede di quel Giulio Magnani che intorno al 1870 partì per la Francia ritornando con l’acquisizione di studi specifici sui vitigni d’oltralpe ed imparando tecniche di vinificazione allora sconosciute dalle sue parti.

Fu lui che portò con sé quelle uve francesine oggetto di sperimentazioni e di assemblaggi con quelle del territorio.

Sauvignon Blanc, Semillon, Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Syrah, Roussanne, Pinot Blanc e Gris ed a seguire l’uso della barrique, in particolare nei vini bianchi, al fine di rendere nobile anche il difficile ed intrattabile Trebbiano.

Montecarlo di Toscana. I vini in degustazione

Erano nati i nuovi vini di Montecarlo che cominciarono ad essere conosciuti a livello nazionale ed internazionale meritando, per i bianchi, l’appellativo di “lo Chablis di Montecarlo”.

E Vasco, dalla fine degli anni sessanta, contribuì ad alimentare, con la sua Fattoria del Buonamico, questa fama.

Etichette come Vasario, Cercatoja, il Fortino e il mitico Oro di Re, nel ricordo della Storia del Vino di Montecarlo.

Oggi, pur avendo lasciato l’attività, Vasco Grassi ricopre il ruolo di principale riferimento di questa particolare enclave vinicola qual è Montecarlo di Toscana.

Tutto questo per ricordare una degustazione speciale avvenuta di recente, organizzata dalla nostra Community Vino una Passione presso il Ristorante Europa di Lido di Camaiore, che ha visto coinvolto Vasco Grassi e sei sue etichette definite, per l’occasione: “sei etichette dal sapore retrò”.

Montecarlo di Toscana. Vasario 1997

Gli assaggi

Presentate alla cieca per nascondere “l’anzianità”, dopo l’attenta analisi sensoriale dei presenti, Vasco le ha presentate una alla volta raccontando la loro storia e, anticipando le conclusioni, prendere i doverosi applausi.

  • Vasario 1997, Pinot Blanc in prevalenza, Sauvignon Blanc e Trebbiano. Vino dedicato a Giorgio Vasari, noto artista rinascimentale che nel suo affresco della Sala di Cosimo 1° de’ Medici in Palazzo Vecchio a Firenze, ritrae la Fortezza di Montecarlo vista dalla collina di Cercatoia sede della Fattoria. Percorso tutto in barrique. Ancora vivo, superbo, sublime;
  • Vasario 2004. Forse una bottiglia difettosa. Non ha retto.
  • Montecarlo di Toscana. Il Fortino 1993

    Il Fortino 1993. Uvaggio bordolese di Cabernet Sauvignon e Merlot. L’applicazione dei metodi Magnani ripresi da Vasco. Una splendida sorpresa, mirabile, incantevole, magico;

  • Il Fortino 1995. Solo Syrah 100%. Fermentazione in inox ed affinamento in barrique. Dall’uvaggio bordolese alla scelta del monovitigno Syrah. Scelta azzeccata per un vino ancora sontuoso, opulento;
  • Cercatoja 1995, Assemblaggio di Sangiovese, Syrah, Cabernet Sauvignon, Merlot. La risposta di Montecarlo all’affermarsi del nascente Bolgheri. Un quasi trentenne con ancora la gioventù dentro di sé. Sorprendente, emozionante;
  • Cercatoja 2004. Incredibile per la sua giovinezza dimostrata.
Montecarlo di Toscana. Vin Santo 2001. Un fuori programma

Quando si parla di Vasco Grassi e dei suoi vini scomodare la parola leggenda non è fuori misura.

Riconoscerne il merito partendo dal suo meticoloso lavoro arrivando ad autentici pezzi da collezione che, stappandoli, sono riusciti a trasmettere emozioni, emotività manifeste. Chapeau!

Urano Cupisti