Un’attenzione quasi maniacale ai suoli ed a quanto questi possono dare alla vite ed una Passione, con la P maiuscola. Arriva dalla filosofia il giovane James Marshall Lockye, titolare della Tenuta Licinia, azienda nata nel 2007 e da due anni gestita da questo giovane.
Siamo in Val di Chiana, vicino al delizioso borgo di Lucignano in una zona spesso “bistrattata” dal grande circuito della viticoltura toscana, ma che negli ultimi anni ha dimostrato una crescita importante grazie anche al lavoro di aziende, come questa, che hanno creduto nel territorio e nei suoli, come sottolinea lo stesso James.
Decisamente un progetto di vita, molto chiaro e di recupero anche di un patrimonio vinicolo che abbiamo scoperto grazie ad una degustazione digitale, ben organizzata dall’agenzia Studio Cru, che ci ha permesso di conoscere questa realtà ed i suoi vini.
Sicuramente è emersa con forza la volontà e la caparbietà di questo giovane che sta mettendo su sé stesso nella realizzazione di vini che parlino del territorio e ne racconti le specificità.
Ha incuriosito in maniera positiva il racconto che James ha fatto della ricerca di piccoli appezzamenti anche lontani trenta chilometri dall’azienda per andare a scovare delle particelle vocate. Un viaggio non ancora concluso che ha già portato alcuni frutti come un nuovo vino a base di Sangiovese che sta nascendo.
La Tenuta ora è composta da 60 ettari di bosco, 5 di vigneto e 3 di oliveto.
La storia della Tenuta
Jacques accetta l’offerta ma, nei primi tempi, non si dedica al vigneto. Pur nutrendo da sempre la passione per il vino, non è un produttore e non ha gli strumenti utili a comprendere a pieno le potenzialità del vigneto e le sue peculiarità.
Negli anni successivi Jacques si dedica allo studio dei sottosuoli e si convince a rimettere in sesto la vigna, operazione che riesce a realizzare solo una volta raggiunta la pensione, quando si trasferisce in Toscana.
Dopo quasi vent’anni di ricerche e tentativi, nel 2019 Jacques produce i primi vini in grado di riflettere l’identità del vigneto. Pur non sfruttando del tutto il potenziale espressivo della parcella, Jacques sta procedendo nella giusta direzione, con vini dal profilo aromatico proprio del territorio, caratterizzato da una distintiva nota di rosa canina.
Purtroppo, dopo la vendemmia del 2019, Jacques si ammala. Spinto dal desiderio di portare avanti il progetto del nonno, James Marshall Lockyer si trasferisce in Toscana per occuparsi di Tenuta Licinia.
In quel periodo James è impegnato in un dottorato all’interno del dipartimento di filosofia dell’Università di Oxford con un progetto di ricerca sulla natura e il valore dell’esperienza sensoriale, sulla corrispondenza tra proprietà naturalistiche e normative.
La stessa passione e dedizione adottate in ambito accademico James la applica allo studio dell’enologia. Concentra la sua ricerca sulle dinamiche d’interazione tra vite e sottosuolo e, soprattutto, sulla classificazione e comprensione della qualità dei diversi tipi di terreno.
Ha inoltre coltivato un particolare interesse per la natura della qualità del vino e sulle proprietà che rendono un vino migliore di un altro. Terminata la vendemmia 2020, James imbottiglia i vini dell’annata 2019 riducendone il periodo di invecchiamento ed elaborando il blend come espressione di un cru ben definito con il sottosuolo ideale.
Nasce così il Cabernet Sauvignon Sasso di Fata, che prende il nome dalla parcella caratterizzata dalla presenza di ardesia.
Fortunatamente Jacques assaggia insieme al nipote Sasso di Fata la settimana prima di morire, nel 2022. Sebbene la sua capacità di comunicare sia compromessa dalla malattia, Jacques riesce comunque a esprimere la sua approvazione al nipote.
Proseguendo sulla via inaugurata con la 2019, James apporta alcuni miglioramenti che rendono la produzione 2021 capace di rispecchiare interamente l’identità del vigneto.
Il vino non è stato ancora rilasciato sul mercato ma è imbottigliato e sarà possibile assaggiarlo durante le occasioni di degustazione a partire da fine settembre 2023.
La degustazione
MONTEPOLLI 2019. 11mila bottiglie
Suoli argillosi. 47% Merlot 22%Cabernet Sauvignon 19% Cabernet Franc 12% Petit Verdot. Sedici mesi in Tonneau di rovere francese di secondo passaggio. Un naso molto intenso con note di frutta a polpa rossa. Centro bocca pieno ed avvolgente, buon finale.
Prezzo a scaffale 26 euro.
SASSO DI FATA 2019. 4mila bottiglie
Prevalentemente galestro. 70% Cabernet Sauvignon 25%Cabernet Franc 5%Petiv Verdot. Sedici mesi in Tonneau di rovere francese di secondo passaggio. Intenso profumo di rosa canina, identitaria. Bocca piacevole, con una bella salinità.
Prezzo a scaffale 68 euro.
SASSO DI FATA 2021. 5mila500 bottiglie
Prevalentemente galestro. 60% Cabernet Sauvignon 35% Merlot 5%Cabernet Franc. Undici mesi in Tonneau di rovere francese di secondo passaggio. L’annata 2020 non è stata prodotta. La 2021 rappresenta la prima annata totalmente gestita da James.
Uscirà ad aprile 2024.
Vino molto centrato con un ottimo spettro olfattivo e con un centro bocca preciso seppur molto giovane, ma già di una bella eleganza. Tannino fine e ben integrato.
Prezzo a scaffale 68 euro.
Riccardo Gabriele