Regione della Rioja

Il distretto della Rioja si estende lungo le rive del fiume Ebro. Si trova, insieme al distretto della Navarra, ai piedi dei Pirenei, quella catena di monti che separa la Spagna dalla Francia. Non solo.

Rioja e Navarra sono considerate le zone viticole dei Paesi Baschi.

La Rioja è larga circa 40 Km e lunga 100 Km. Il suo nome? Deriva da un affluente dell’Ebro, il Rio Oja. Tre sono le sottozone che la contraddistinguono: Rioja Alta, Rioja Alavesa e Rioja Baja.

Clima continentale con terreni principalmente calcarei con venature di ardesia (Rioja Alavesa), argilla ferrosa, limo e sabbia (Rioja Baja).

La Rioja. Panorama

Classificazioni diverse dal resto della Spagna: Sin crianza, con crianza, riserva, gran riserva, double pasta.

Produzione attestata sull’80% di vini rossi e il restante tra bianchi e spumanti (cava).

I vitigni: Tempranillo, il più importante, seguito da Garnacha Tinta, Mazuelo, Graciano, il bianco Viura, la Garnacha Bianca e la Malvasia.

Ma non è di questo che desidero parlare, anche perché non scopro niente di nuovo. Tutti dati conosciuti.

Rioja e Fillossera

Nel mio recente viaggio nella Rioja come sempre, prima di partire, ho fatto ricerche sulla Storia di questo distretto.

La Fillossera della vite

È vero che i resti fossili trovati risalgono al Terziario, che la vite risulterebbe coltivata sin dal 3000 a.C., che i Fenici approdarono in Spagna intorno all’anno 1000 a.C. ed infine i Romani che posero il controllo del vino su tutta la penisola iberica.

Si narra che il vino spagnolo fosse molto gradito a Roma tant’è che Columella ne riportò i pregi nel suo De re rustica.

Poi arrivarono i barbari, i vandali e i Mori (musulmani) che, per ignoranza o motivi legati alla religione, impedirono di fatto alla viticoltura di crescere.

Ed eccoci a parlare della notorietà della Rioja. Perché?

Tutti noi conosciamo la Philloxera vastatrx, l’afide devastante distruttore dei vigneti in Europa. Storicamente ci troviamo alla fine del 1800. L’attività di questo insetto, arrivato dalle Americhe, si mostrò particolarmente pernicioso e i danni che provocò furono molti: la sua puntura infatti generò tuberosità, delle voluminose escrescenze che alterarono, indebolirono fino a distruggere i vitigni, facilitando anche l’attacco di altri infestanti.

Tutta l’Europa ne fu invasa e contagiata tranne qualche piccola enclave. Cito la Regione Puglia in Italia e la Rioja in Spagna.

Gli effetti della Fillossera

Quando il territorio vitivinicolo di Bordeaux fu invaso da questo afide dovuto agli scambi commerciali, via mare, dall’allora importante porto sulla Garonne, diversi vignaioli bordolesi, persi i loro vigneti, si stabilirono nella vallata del fiume Ebro (Rioja e Navarra) dove appunto l’insetto non era arrivato.

Per non contaminare l’area non portarono nessuna talea con loro. Portarono però la loro conoscenza ed esperienza elevando in poco tempo ia viticoltura della Rioja.

Basti pensare che è stato il primo distretto spagnolo ad usare le tecniche di vinificazione bordolese con la fermentazione in tini e l’affinamento in barrique da 225 litri.

La fillossera, in un certo senso,  alla base dei successi dei grandi rossi della Rioja. Chapeau!

Urano Cupisti