I cinque produttori ORV

ORV ovvero Oltre le Radici del Vino. La scoperta in 15 calici.

Chi siamo

“Siamo aziende familiari con una storia. Il tempo ci ha permesso di prendere coscienza del valore delle vigne, delle varietà autoctone, del terreno e siamo determinati a trasmettere tutto ciò nei nostri vini. Non vogliamo dettare dogmi o regole ma condividere dei principi culturali, perché il vino rappresenta civiltà. Siamo in ascolto l’uno dell’altro, scambiamo punti di vista, condividiamo esperienze, legati dall’entusiasmo e da una vera complicità”.

Così è scritto negli “intenti costitutivi” della Rete d’imprese orvietane (non chiamatela Associazione) formatasi intorno ad un acronimo per niente banale: ORV ovvero Oltre le Radici del Vino.

Cinque aziende comprese nel territorio della Orvieto DOC e facenti parte del Consorzio Vino Orvieto che, condividendo idee, modi di fare e obiettivi da raggiungere, hanno deciso di percorrere una strada comune in un mondo che “corre” ad una velocità pazzesca e i “vecchi sistemi” di rappresentanza non riescono a tenere il passo.

Podere Madonna del Latte

Cinque aziende che hanno sottoscritto un pentalogo così definito:

  1. Chi siamo;
  2. Rinascita;
  3. Viticoltori;
  4. Identità;
  5. Storia

Rinascita

“Il vino è la nostra vita, vogliamo che quella valenza qualitativa, culturale e storica che possiede sia valorizzata per non farlo allontanare dalla sua vera origine. Siamo consapevoli che solo attraverso una rete, un’unione di comuni intenti sia possibile costruire un circuito di credibilità, conoscenza e fiducia. Ci impegniamo a creare e alimentare relazioni con altri vignaioli, agricoltori, produttori di cibo, educatori e cittadini della comunità per riportare i nostri vini agli onori che meritano”.

Credibilità, conoscenza e fiducia. Tre parole che assumono il significato di un impegno nella comunicazione da portare, per ciò che rappresentano, all’attenzione dell’opinione pubblica.

Viticoltori

“Siamo viticoltori, viviamo di questo lavoro, ci prendiamo cura in prima persona della vigna, della cantina e della bottiglia. Condividiamo una visione enoica convinti che l’attenzione al dettaglio debba essere permanente e la qualità un pre-requisito. Abbiamo la certezza che la relazione umana sia un valore cardinale e noi la compartecipiamo con chiunque voglia conoscerci. Il nostro è un impegno per l’autenticità, pratichiamo la trasparenza: diciamo quello che facciamo e facciamo quello che diciamo. Ognuno di noi ha il coraggio di metterci la faccia”.

Vigneti ad Orvieto

“Diciamo quello che facciamo e facciamo quello che diciamo”. Espressione che la dice lunga sulle strategie seguite e perseguite, in quella che viene definita una routine passiva e disinteressata, da parte dei sistemi obsoleti di rappresentanza ormai superati.

Identità

“È solo rimettendo al centro i vitigni tradizionali che i nostri vini possono rappresentare i propri valori individuali. La loro affermazione nelle carte dei vini, passa dal rispetto del patrimonio viticolo degli autoctoni capaci di restituire e interpretare al meglio la tradizione e la storia enologica di questa terra. Una parte di noi ha vigne su terreni vulcanici, altri su zone argillose o alluvionali: è attraverso la differenza e le distinte angolature della stessa visione che si può dare vita ad un racconto identitario che ci proietta verso il futuro. È nell’uvaggio che si dimostrano le caratteristiche di questa terra e in questa sta anche la nostra unicità”.

L’Identità, per loro, dimenticata. Allargare un disciplinare già difficile da ricordare dove troviamo tutti i vitigni aggiunti nel tempo. Ritornare agli autoctoni, alla naturale e storica generalità che fece del Vino di Orvieto, il Bianco d’Italia per antonomasia.

Logo ORV

Storia

“Vogliamo ricordare la storia e la cultura dei nostri luoghi, dimostrando la vocazione indiscussa del territorio attraverso il lavoro che facciamo. Pensiamo che una nostra peculiarità sia nel proporre un vino che si può bere giovane ma anche con qualche anno in più, certi che il suo vero valore si dimostri nell’evoluzione come tutti i grandi vini del mondo”.

Perché dietro al Vino di Orvieto c’è una storia che si perde nel Tempo che va raccontata fino in fondo e comunicare in particolare l’evoluzione che questo Grande Vino Bianco sa dare.

Leon Zwecker dell’azienda Madonna del Latte, Sergio Mottura dell’Azienda Mottura, Giovanni Dubini dell’azienda Palazzone e Corrado Bottai dell’azienda Tenuta Le Velette, (Enrico Neri dell’azienda Cantine Neri impossibilitato ad essere presente), quattro dei cinque pionieri della nascente ORV, presenti presso la Trattoria fiorentina Da Burde, per la presentazione alla stampa toscana della loro Rete d’impresa.

La prima batteria

Non solo chiacchiere; tre batterie di cinque calici ognuna per validare la loro iniziativa Oltre le Radici della Vite, facendo capire il potenziale del vino di Orvieto e le tante sfaccettature che il suo terroir sa offrire.

  • Prima batteria: cinque calici vendemmia 2021 ovvero l’Orvieto giovane, fresco, scattante, vivace e cristallino;
  • Seconda batteria: cinque calici vendemmia 2018 ovvero l’Orvieto frutto di una vendemmia con apporto di tanta materia, fresco, sapido, in alcuni casi mentolato, con evoluzione di spezie e note dolci;
  • Terza batteria: cinque differenti vendemmie presentate in scala per capire lo stato evolutivo che questo vino sa dare. Una 2019, ancora giovane, due 2014, dal colore giallo oro con note minerali evolute, morbido, ben bilanciato, due 2010, l’evoluzione nel tempo.

Forse i problemi denunciati da questi cinque produttori, promotori di questa iniziativa, sono comuni a tanti altri che troviamo lungo lo stivale ma una cosa è certa: ad Orvieto c’è dell’altro, esiste un futuro in cui credere chiamato ORV, Oltre le Radici della Vite. Chapeau!

Urano Cupisti