L’eurocamera ha dato il via libera definitiva alla riforma delle norme dell’Ue che regolano la protezione delle Indicazioni Geografiche (IG) per il vino, le bevande alcoliche e i prodotti agricoli.
Il nuovo regolamento è passato con 520 voti favorevoli, 19 contrari e 64 astensioni e contiene anche misure per proteggere le Indicazioni Geografiche online e conferire maggiori poteri ai produttori semplificando il processo di registrazione delle IG.
Dopo quasi tre anni di negoziato si avvia così alla conclusione il percorso di riforma del sistema delle Indicazioni Geografiche.
Al più tardi in aprile e dopo il passaggio in Consiglio Agrifish, verrà pubblicato il regolamento che disciplinerà tutte le produzioni di qualità a livello europeo.
Sarà quindi obbligatorio indicare il nome del produttore sull’etichetta di una Denominazione di Origine Protetta (Dop) o di una Indicazione Geografica Protetta (Igp), al fine di garantire la massima trasparenza ai consumatori.
“L’obiettivo del nuovo regolamento è quello di difendere i prodotti certificati dai tentativi di imitazione ed emulazione”, ha precisato soddisfatto il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.
Ma, soprattutto è “una risposta alle domande degli agricoltori” riguardo ai prezzi dei loro prodotti, ha spiegato l’eurodeputato del Pd, Paolo De Castro, relatore del testo. Plaude il mondo delle associazioni di settore.
Perché la riforma del sistema europeo delle denominazioni di origine va a tutelare “il primato italiano nell’Unione Europea con 892 prodotti riconosciuti, tra alimentari, vini e liquori, che sviluppano un valore di oltre 20 miliardi di euro e danno lavoro a 890mila persone impegnate nelle filiere”, spiega il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini, oltre a proteggere gli agricoltori, “in modo da renderli sempre più competitivi e sostenibili”, secondo Cia.
Ne saranno rafforzati anche i Consorzi di tutela, per Origin Italia, l’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche, “con l’obiettivo di far crescere ancora di più il valore delle Indicazioni Geografiche”.
Intanto, oggi, vivace botta e risposta in Aula a Montecitorio tra il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e il segretario di +Europa, Riccardo Magi, sui prodotti vegetali con denominazione di carne, il cosiddetto “meat sounding” che – sostiene Magi – sarebbero vietati dalle ultime norme su questo fronte ma sono serviti anche nel menu della Camera.
“Ci autodenunciamo…le abbiamo anche assaggiate”, ha ironizzato Magi, aggiungendo, “E’ un settore che vale 700 milioni di euro l’anno, gettato nell’incertezza per legge da lei voluta sul meat sounding”.
Ma il ministro ha subito tranquillizzato il deputato “per la sua coraggiosa autodenuncia: non c’è nessuna legge che vieta di chiamare alcune portate così”. La legge, ha concluso il ministro, “vieta la produzione, la commercializzazione di alimenti coltivati in laboratorio che lei non troverà mai alla mensa della Camera”.
(Fonte Ansa)