Cantina Felsina. I colori

L’effetto Fèlsina; imboccare il viale che porta alla tenuta e sentirsi uno di loro. Non ha prezzo. E tutte le volte che mi trovo a visitare questa realtà provo la prima sensazione di alcuni anni fa.

“Spero sarai dei nostri”. Quanto scritto dall’amica Carlotta, press agent per conto dell’azienda. L’invito diretto: Giovanni Poggiali ci racconterà l’azienda e sarà l’occasione per fare una bella verticale dei due vini iconici (Fontalloro e Rancia) e parlare un po’ dei progetti futuri della cantina”.

Così è stato.

Il primo impatto con il territorio

“Appena si mette piede in questa campagna si percepisce l’abbraccio ospitale della terra accompagnato alla responsabilità morale verso il territorio”, così Alessandro Chellini, giovane agronomo.

Cantina Felsina. Un vigneto

Lo sguardo può correre liberamente tra le colline fino al monte Amiata e spaziare in direzione di Montalcino e della Maremma, fino al mare.

Il Sangiovese a Fèlsina ovvero varietà di clima, di paesaggio, di terreni. I suoi diversi vigneti caratterizzati da suoli e microclimi diversi, unici nella loro particolarità.

Dal 1983 a Fèlsina lavorano su selezioni massali che permettono di conservare un patrimonio importante di differenti Sangiovese attraverso sperimentazioni. “Perché il connubio vitigno-terra è un elemento imprescindibile della storia e del futuro di Fèlsina”.

Scusa ma quel vigneto in lontananza dal colone della terra tendente al nero. Perché? “Ci versiamo il Biochar”.

Da sempre sostengo che ogni giorno, quando apro l’uscio di casa, vado a scuola. Ed in quel preciso istante, in compagnia di Alessandro, ero a scuola.

Cantina Felsina. La tenuta

“Col termine Biochar s’intende un materiale carbonioso ottenuto per degradazione termica. Detto in termini semplici si tratta di carbone ottenuto in modo sostenibile che incide sulla fertilità dei suoli”.

Poi la Cantina

La storia: la costruzione della nuova cantina sotterranea che fu completata nei primi anni settanta, collegando la stalla che ospitava un tempo i cavalli importanti della tenuta con la cantina sotterranea tuttora esistente dove avviene il processo di maturazione dei vini.

Il magico momento della vendemmia, quando i grappoli maturi raccolti dai filari dei vigneti vengono portati in cantina; è l’apice del lavoro della vite e di coloro che ne hanno preparato il terreno, l’hanno piantata e cresciuta, nutrendola, potandola, preservando quanto di più perfetto la natura può donare.

Cantina Felsina. La barriccaia

Infine la degustazione

Alla presenza del proprietario Giovanni Poggiali e del direttore commerciale Marco Barbi, ha avuto inizio la degustazione “delle due anime di un territorio di luce e di confine”.

Le 40 vendemmie di Fontalloro e Rancia, IGT Toscana e Chianti Classico Riserva DOCG, “due etichette che hanno scritto la storia della realtà guidata da Giovanni Poggiali”.

Fontalloro: è l’IGT Toscana prodotto con uve provenienti da 3 vigneti: uno del Chianti Classico (Poggio al Sole o Fontalloro) e due al di là del confine della denominazione (Arcidossino e Casalino).

I vigneti sono esposti principalmente a sud-ovest, ad altitudini comprese tra i 330 e i 407 metri s.l.m. Le uve sono selezionate e raccolte manualmente. Dopo la vinificazione, il vino affina in barrique di rovere francese di primo e secondo passaggio per circa 20 mesi.

Rancia: il Chianti Classico Riserva DOCG che prende il nome dal podere attiguo a un antico monastero benedettino, nella zona di Poggio e Rancia. I vigneti, su terreni calcarei, si trovano nella sua parte più alta, a un’altitudine compresa tra i 400 e 420 metri s.l.m e negli impianti più recenti è stato utilizzato il frutto delle selezioni  massali effettuate all’interno del vecchio vigneto di Rancia. Dopo la selezione in vigneto e la raccolta manuale, il vino ottenuto affina in barrique di primo e secondo passaggio per 18-20 mesi.

antina Felsina. I campioni degustati

Perché la scelta di queste due annate? Mi ha risposto Marco: “Solo per analogia di vendemmie”.

– Rancia 2019. Sangiovese 100%. Se pur giovane e vigoroso nella componente tannica ha ipotecato il suo futuro verso l’eccellenza. Ottimo, 89/100;

– Rancia 2009. Sangiovese 100%. Fedele all’ispirazione si è mostrato flessuoso. Se ne avvantaggia in termini di definizione aromatica. Eccellente, 92/100;

– Fontalloro 2019. Sangiovese 100%. Ha espresso un carattere gourmet con l’immediatezza dei secondari stimolanti una beva contagiosa. Eccellente, 90/100;

– Fontalloro 2009. Sangiovese 100%. Austero e vigoroso. Intensi profumi speziati, palato ampio. Semplicemente sublime. Eccellente, 91/100;

Degustazione arricchita anche da due Gran Selezione:

– Colonia 2019 Gran Selezione DOCG. Sangiovese 100%. Zona di produzione Vigneto Colonia, nel punto più alto del Poggio a Rancia. Oltre 30 mesi di barriques nuove. Un vino che va letto in prospettiva ed atteso con fiducia visto che già merita il gradino dell’Eccellenza: 90/100;

– Colonia 2009 Gran Selezione DOCG. Sangiovese 100%. Magica sintesi di fiori, frutta e terra, di dolcezza e sapidità. Eccellente, 92/100;

Cantina Felsina. Fontalloro 1999

Ed infine chiusura con grande sorpresa:

– Fontalloro 1999. Non ha tradito le aspettative. Armonia, eleganza, definizione e lunghezza. Fascino ancora da vendere. Eccellente, voto 92/100.

Di fronte a me Giovanni Poggiali che mi ha osservato nel mio silenzio.

Lei non parla durante le degustazioni? “Mai. Il silenzio è d’obbligo di fronte a vini commoventi e fuori dal tempo!”.

Ci siamo scambiati le cards. Chapeau!

(Un ringraziamento particolare all’amico Michele Osini, responsabile dell’accoglienza, che ha curato nei minimi particolari l’Evento).

Urano Cupisti

Visita effettuata il 25 gennaio 2024

Fèlsina
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