“Identità geologica, geografica, ampelografica sono i 3 caratteri distintivi che ogni grande denominazione deve avere e valorizzare”. Così Aldo Lorenzoni, Direttore del Consorzio Vini Soave, ha voluto presentare Soave Prewiew 2018. Edizione che è coincisa con il 50esimo della istituzione della Doc, Denominazione Origine Controllata e il 120esimo anno della costituzione della Cantina sociale di Soave.
Tredici Comuni, settemila ettari di vigneti, centonovanta viticoltori, cinquanta imbottigliatori per un totale di quaranta milioni di bottiglie etichettate Soave Doc. Numeri di tutto rispetto che hanno introdotto una realtà cresciuta anno dopo anno e che oggi affronta nuove sfide partendo dalla conoscenza delle tre identità sinteticamente indicate dal Direttore Lorenzoni.
Soave full immersion
Nella full immersion durata due giorni mi sono trovato proiettato in una realtà che credevo conosciuta ma che ha mostrato invece un aspetto interiore ai più, compreso il sottoscritto, sconosciuto.
Sotto la perfetta regia dei responsabili del Consorzio, accompagnati dal gruppo tecnico della World Biodiversity Association e la “preziosa” presenza della Prof.ssa Viviana Ferrario dello IUAV di Venezia, siamo stati accompagnati alla scoperta delle peculiari caratteristiche che contraddistinguono questo distretto vinicolo. Su e giù tra le splendide colline dove scenari fantastici ci hanno guidato tra piccoli paesi e aziende a scoprire la biodiversità in una scuola a cielo aperto.
La conoscenza e la salvaguardia della biodiversità biologica attraverso attività di ricerca e di educazione. Sviluppo sostenibile e integrazione tra uomo e ambiente.
Quante volte abbiamo udito, ascoltato, letto questi “pensieri” oggetti di studio, divenuti frasi fatte che non colpiscono più.
Diverso è essere inserito in un contesto “vero” dove tocchi con mano i valori che sono alla base della diversità. Ed allora le visite delle aziende non si limitano più ai soli numeri di produzione ma nelle azioni perseguite come modello culturale, la gestione delle risorse, la conservazione della qualità dei suoli. Insomma una vera responsabilità ambientale che, nel nostro caso specifico della vitivinocoltura, significa armonia tra vigna, boschi, prati.
Un Consorzio attento allo studio e sviluppo di queste evoluzioni non può che porre al centro della propria azione temi come clima, luogo e vitigni.
Quale Soave?
Il secondo giorno è stato dedicato alle degustazioni dei vini sottoposti alle nostre valutazioni da parte di alcune aziende rappresentative del territorio, in un contesto fortemente identitario.
In particolare la degustazione dedicata all’evoluzione geologica dei luoghi compresi nei tredici comuni appartenenti alla Doc, così diversi tra loro che caratterizzano le diverse espressioni del Soave.
Con l’aiuto del geologo Roberto Zorzin e la guida in degustazione di Veronika Crecelius abbiamo visitato e rivisitato vini di diversa identità e vocazione “indagando” nelle diverse espressioni del Soave.
Da oggi in poi quando mi troverò di fronte a chi mi dirà” Ho bevuto un calice di Soave”, risponderò dall’alto delle conoscenze acquisite in questi due giorni ”Quale Soave?”.
Quello proveniente dal territorio di Castelcerino ( e qui il distinguo è d’obbligo) lato est, suoli vulcanici e lato ovest suoli calcarei), Rugate, Costalta, Cigno, Roncà Monte Calvarina, Fittà, Tremenalto, Corte del Durlo, Castellaro, Brognoligo, Sengialta, Foscarino, Carbonare ed altri su suoli vulcanici;
Costalunga, Menini, Costeggiole, Campagnole, Colombara e altri ancora su suoli calcarei.
Identità e valori all’interno dei quali trovano spazio i vitigni allevati da centinaia di anni che rispondono ai nomi di Garganega e Trebbiano Veronese. Il primo in particolare le cui uve rilasciano un patrimonio di profumi dove mandorle e fiori bianchi emergono sugli altri.
Senza dimenticare i metodi di allevamento: la pergola veronese e il guyot.
La prima, diversa dalla confinante trentina per il tetto ad angolo retto rispetto al suolo, è tutt’oggi quella maggiormente utilizzata conferendo al paesaggio una caratteristica unicità.
Il Guyot, introdotto in epoche successive lo troviamo utilizzato nei nuovi reimpianti dove è ritenuto importante ed agevole l’utilizzo di macchinari.
Dire Soave è limitativo. Definirei questo distretto vitivinicolo “il Mondo Soave” costituito da piccole aziende, imprenditori capaci e cooperative virtuose che hanno disegnato nel tempo questo “fenomeno” diventato “sistema”.
Urano Cupisti
Consorzio Tutela Vini Soave e Recioto di Soave
Via A.Mattielli 11
Soave Vr
Tel: 045 7681578