Storie di famiglie e di uomini: Tenuta Montauto

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“Fu mio nonno Enos, negli anni ’80, a mettere a dimora i primi vigneti, ma solo nel 2001 l’azienda ha preso la sua forma attuale”.

Ho scritto “storie di famiglie, di uomini”. La lettura attenta di Tenuta Montauto racconta una storia diversa dalle altre conosciute e narrate. Non il solito facoltoso che decide di investire in vino, ne le discendenze che di generazione in generazione si tramandano fattorie, tenute, poderi.

A Montauto la Storia ha scritto una pagina diversa, dettata da passioni, emozioni e richiami alle origini. Una Storia che racconta un addio che poi è stato un arrivederci: lasciare senza abbandonare.

È Riccardo Lepri che racconta: “Laureato in tutt’altra materia me ne sono andato dalla campagna sicuro dei miei studi. La distanza può servire a capire il valore del distacco e allora, a volte si ritorna, più forti e convinti, più innamorati”.

Così è stato. Il ritorno all’improvviso sapendo che il rientro “in campagna” sarebbe stato duro con il superamento di un esame difficilissimo: la riconquista della fiducia del nonno, con un “addestramento marziale da caserma”  fino alla riscoperta dell’emozione di produrre vino, olio, coltivare sementi.

Nel 2005 uscì la prima annata firmata Riccardo Lepri; un’emozione che dura ininterrottamente da 14 anni.

Il quarzo

“La composizione del suolo, argilloso e ricchissimo di minerali fulgenti come il quarzo, la vicinanza col mare, le cui brezze indorano gli acini e li rinfrescano d’estate e infine il vento, che qui spira e asciuga le uve, facevano e fanno di questo un territorio ideale per la produzione di vini bianchi”. Aggiungo: “e non solo”.

Già i bianchi ed in particolare quel Sauvignon Blanc alla maniera del Sancerre che proprio tra le terre rosse dell’aerale Montauto esprime quelle sensazioni olfattive uniche.  

“Le vecchie viti di Sauvignon blanc messe a dimora da mio nonno Enos negli anni ’80, ormai prodighe di torniti grappoli d’uva emanano intesi profumi . In pochi sanno, a questo proposito, che anche solo toccarli durante la vendemmia i grappoli di Sauvignon profumano le mani in un modo tanto insistente quanto delizioso”.

Il colloquio con Riccardo è continuato mentre gli assaggi, pronti, potevano ancora attendere.

”Quando compri qualcosa da un artigiano non compri un semplice oggetto compri centinaia di ore di esperimenti, falimenti e prove. Compri giorni, settimane e mesi di frustazione e momenti di pura gioia. Non stai comprando un oggetto ma un pezzo di cuore, una parte dell’anima, un momento della vita di qualcun’altro. Compri dell’artigiano il tempo impiegato per fare quello che è la sua passione e il tuo piacere“

Ingresso alla Tenuta Montauto

La filosofia di Riccardo è tutta qui, in queste parole che vengono da dentro e non hanno bisogno di essere costruite: spontaneità e onestà intellettuale.

Il Biologico a Montauto

Questa la risposta più semplice direi “obbligata”: “Intorno a noi non c’è nulla: solo il silenzio a perdita d’occhio dei fitti boschi della Maremma, il vento, le lepri e i falchi. Nessuna fabbrica, nessun centro abitato, nessun vicino di casa”.

Gli assaggi

Gessaia 2018

Note aziendali:  Uvaggio: 100% Sauvignon Blanc, le uve provengono da vigne di 10 anni. I terreni, gestiti con metodo biologico, sono posizionati a 200 m sul livello del mare e a 10 km dalla costa; a sud della provincia grossetana, nell’entroterra maremmano. Prevalentemente argillosi e ricchi di scheletro sono caratterizzati da importanti escursioni termiche tra giorno e notte.

Impianto: Spalliera cordone speronato, con 3300 viti/ettaro. Vendemmia: A maturazione completa, le uve vengono selezionate e raccolte manualmente. La vendemmia avviene nell’ultima decade di agosto, fin dalle prime ore del mattino, per garantire una temperatura fresca all’arrivo dell’uva in cantina.

Riccardo Lepri in vigna

Vinificazione: Pressatura soffice del grappolo intero. Decantazione per 36 ore, fermentazione In acciaio inox alla temperatura controllata di 15°C.

Le mie considerazioni: Chiudi gli occhi e rivivi lo spettacolo dei vigneti lungo la riva sinistra della grande ansa del fiume  Loira, nel Sancerre. Paglierino con smaglianti tracce verdi. Naso variegato su pompelmo ed erbe aromatiche. Al palato vira decisamente su note minerali con importante vena fresco-sapida. Abbiamo iniziato alla grande, ottimo voto 89/100

Gessaia 2010

Le mie considerazioni: nove anni e non sentirli. Anzi: la maturazione che non ti aspetti. La descrizione? Tutta nel giudizio finale. Eccellente, voto 91/100

Enos I 2018, 2016, 2011

Verticale significativa per seguire l’evoluzione del Sauvignon Blanc “del nonno”. Tre vendemmie molto diverse tra loro con un unico fil-rouge: profondo, ampio e verticale. Tutti eccellenti con voti tra il 91 e il 93 della 2016.

Staccione 2018

Note aziendali: Le uve di Sangiovese  provengono da vigne di 15 anni. I terreni sono posizionati a 200 m sul livello del mare e a 10 km dalla costa; a sud della provincia grossetana, nell’entroterra maremmano. Prevalentemente argillosi e ricchi di scheletro sono caratterizzati da importanti escursioni termiche tra giorno e notte.

Impianto: Cordone speronato , con 3300 viti/ettaro. Vendemmia: le uve vengono selezionate e raccolte manualmente. La vendemmia avviene solitamente a metà settembre, esclusivamente nelle prime ore del mattino, per garantire una temperatura molto fresca all’arrivo dell’uva in cantina.

Vinificazione: Periodo di raccolta metà settembre. Pigiodiraspatura soffice, succo brevemente macerato con le bucce, fermentazione senza bucce per 15 giorni a temperatura di 12°C, stabilizzazione con il freddo.

Le mie considerazioni: Ho trovato difficoltà nel collocare questo rosé in quel della Maremma. Ad occhi chiusi è un rosé provenzale con tutte le note e caratteristiche provenzali. Il Sangiovese di Manciano si esalta nell’esprimere un bouquet così importante. Eccellente, voto 90/100

La degustazione

Silio. Ciliegiolo 2017

Note aziendali: Le uve provengono da impianti di età compresa tra i 10 e i 15 anni. I terreni sono posizionati a 200 m sul livello del mare e a 10 km dalla costa; a sud della provincia grossetana, nell’entroterra maremmano. Prevalentemente argillosi e ricchi di scheletro, sono caratterizzati da importanti escursioni termiche.

Vinificazione Dopo la pigia-diraspatura soffice la fermentazione avviene in tini di acciaio inox alla temperatura controllata di 28°C. Infine, la macerazione sulle bucce dura circa 1 5 giorni, mentre l’affinamento avviene per il 30% in tonneaux e la restante parte in acciaio inox per circa 10 mesi.

Le mie considerazioni: Assaggiato alla “cieca” durante Ciliegiolo d’Italia e rientrante nei miei preferiti. Scommettere sul Ciliegiolo in purezza mostra l’attenzione di Riccardo Lepri alle dinamiche enoiche in movimento. All’olfatto offre chiare note di ciliegie come frutto e composte dello stesso. Il passaggio in tonneaux apporta gli spunti di spezie dolci. Al palato morbidezza e tessitura tannica da non sottovalutare. Sfiora l’eccellenza: voto 89/100

Pinot Nero 2017, 2016, 2016 selezione e 2014 l’innominabile nominato

Note aziendali: Le uve provengono da vigne di 15 anni gestite con metodo biologico con produzione per ceppo di 1,30 kg. I terreni sono posizionati a 200 m sul livello del mare e a 10 km dalla costa; a suddella provincia grossetana, nell’entroterra maremmano. prevalentemente argillosi e ricchi di scheletro sono caratterizzati da importanti escursioni termiche tra giorno e notte.

Vendemmie: a maturazione completa, le uve vengono selezionate e raccolte manualmente. La vendemmia avviene nell’ultima decade di agosto, esclusivamente nelle prime ore del mattino, per garantire una temperatura molto fresca all’arrivo dell’uva in cantina.

Vinificazione: pressatura soffice del grappolo intero. Macerazione a freddo di 48 ore e successiva fermentazione sulle vinacce per 7 giorni in botte d’acciaio. Segue una maturazione di un 1/3 del vino in barrique nuove e di 2/3 in barrique vecchie di rovere francese per una durata di 14 mesi.

Le mie considerazioni: Leggendo attentamente le note aziendali si evince il lavoro paziente e minuzioso che porta a questo incredibile Pinot Nero. Un incipit nasale che conduce al sorso espressivo e leggiadro, facile da bere e “nordista” nelle sue sfaccettature tattili. Questa mini-verticale, tutta eccellente, è terminata con la 2014 fantasticamente pronta per esaltare al meglio qualsiasi portata ritenuta abbinabile con il Pinot Nero.

Il voto più alto? La 2016 con un meritatissimo 93/100 (per un pinot nero grossetano è raggiungere l’Olimpo). Chapeau!

Inoltre ho assaggiato:

– Vermentino 2018. Buono, voto 87/100

– Metodo Classico (sangiovese) 2015, 30 mesi sui lieviti: ottimo, voto 88/100

Tenuta Montauto in sintesi: natura semplice e potentissima, un luogo dove si nasce e si cresce. Non per niente storie di famiglie e di uominiChapeau!

Urano Cupisti

Visitata il 4 giugno 2019

 

Tenuta Montauto

Località Campigliola Km. 10

Manciano (Gr)

Tel: 0564 1836068

info@montauto.org

www.montauto.org