La pietra del focolare. La famiglia Salvetti

Dove cantano le cicale

Il territorio dei Colli di Luni è movimento, miglioramento e anche struggimento, è poesia e prosa, è memoria e scorcio del futuro.

Il contadino come un demiurgo ha lasciato una propria traccia negli armonici orti di basilico e di ortaggi, negli alberi di limoni a valle, nei vigneti coltivati a Guyot sui terreni sabbiosi e argillosi a poca distanza dal mare e negli uliveti che si arrampicano disordinati tra i muretti a secco sui pendii.

La pietra del focolare. Insieme a Stefano Salvetti

Una terra contemplativa e scarna quella della Liguria di levante, dove l’uomo si è adeguato al ritmo delle stagioni, dove gli antichi borghi sulle colline dialogano con l’orizzonte e dove ancora i canti dei contadini prendono voce al calare della sera. Ben arrivati alla Pietra del Focolare dove Vino, Arte, Poesia si fondono rilasciando emozioni irripetibili.

Comprensibile il mio ritorno

È un’azienda che seguo da molti anni nel suo “lento” progredire. Lento non inteso come pigro, svogliato, apatico, ma flemmatico, equilibrato, paziente.

Stefano Salvetti, al timone dell’impresa di famiglia, continuamente a lavorare alla ridefinizione dell’affascinante icona che è La Pietra del Focolare nell’ambito delle presenze produttive nell’area del Vermentino di Luni.

Coadiuvato instancabilmente dalla compagna di una vita, Laura Angelini e da alcuni anni da quella che rappresenta Il calore del focolare di Laura e Stefano, la giovane figlia Linda, sommelier, che si occupa del marketing, della comunicazione, pubbliche relazioni, accoglienza e degustazioni.

Ricordiamo un po’ di storia

La Pietra del Focolare è situata proprio nel cuore di quel territorio che ha dato alla luce la piccola e prestigiosa DOC dei Colli di Luni. L’azienda fondata nel 1995, sorge nel pianoro tra le colline di Castelnuovo Magra e Luni – la città che ospitò e diede il nome all’antico porto romano – nello strategico e snodante versante sud-est della regione Liguria.

La pietra del focolare

La storia della Pietra del Focolare è profondamente legata al suo territorio. disegnando una sua distintiva architettura naturale fatta di piccoli rilievi e ripiani baciati dal sole. È una storia che ha origine nella mezzadria ottocentesca dei bisnonni Angelini. È una storia di vita, dedizione e gratitudine verso il lavoro manuale della terra, che si intreccia con lo scorrere delle stagioni e che si tramanda nel tempo, come parte del vivere quotidiano, al nonno Rino e a sua moglie Giovanna, sino alle nuove generazioni”. È Laura che racconta.

Si parte da una piccola Cantina, in origine una vecchia sala da ballo, allestita con botti di castagno e gestita dallo Zio Cambrà – cantiniere d’eccezione – nella quale confluivano le uve di tre Poderi di Luni, quello del Becco, della Bandiella e del Gaggio. Importante memorizzare questi tre nomi che ritroveremo nelle etichette dei vini.

Alla fine degli anni 90’, Laura e Stefano, sostituiscono parte delle botti di castagno con tini di acciaio (la prima ridefinizione) e creano una nuova realtà vitivinicola dedicata alla produzione di 1.000 bottiglie di Vermentino. Nasce Solarancio, in onore del grande sole arancione – simbolo dell’Azienda, ed oggi delle sue sette etichette – che scende lento al tramonto sul mare dalle colline di Sarticola (parole di Stefano).

La pietra del focolare. Stefano con una delle sue Tava

Il progetto di piccola impresa, impegnata nell’eccellenza, nasce dalla grande passione per la natura e la viticoltura. Un patrimonio di conoscenza, alla quale si è presto affiancata la nuova idea di una potatura corta, con reimpianto di vitigni autoctoni (seconda ridefinizione).

“Il giallo del sole, il rosso dei terreni e il blu del mare fanno da cornice ai nostri vigneti, spesso nascosti da boschi di pino marittimo”;

“Un vino ‘vivo’, naturale e autentico, che abbia il sapore dell’uva e i profumi mediterranei, che sia “buono” per la gente comune, ma sappia trasmettere un’emozione anche all’intenditore”;

“… La voce cantilenante dello zio ‘Cambrà’ ritorna alla memoria e si alterna alla musica classica che allieta il cantiniere, l’ospite e il vino”.

 “… Seguendo il corso delle stagioni e le sue fioriture si perdono i ricordi nei profumi del frassino, del biancospino, della ginestra e della mite fioritura della vite ma anche nelle resine forti del pino bagnato dalle piogge estive. Pensieri felici e momenti più difficili si alternano nella mente, ma mentre si è chini sul lavoro della vigna medichiamo i dolori e sorridiamo alla vita”.

Alcune delle frasi che Stefano ha continuato a ripetermi.

La pietra del focolare, la cantina

Oggi, la cantina del Gaggio è la cantina de La Pietra del Focolare, densa di ricordi che si riflettono nei nuovi tini in acciaio. Macchinari innovativi hanno occupato parte degli spazi interni, in armonia con le vecchie anfore di terracotta (terza ridefinizione) simbolo di quel continuum spazio temporale, di inestirpabili tradizioni, unite da sempre ad una produzione consapevole, oggi all’insegna della sostenibilità.

Ed infine le anfore Tava (quarta ridefinizione.). Le anfore di nuova generazione, quanto di meglio si possa chiedere da questo tipo di contenitore. www.tava.it

I vigneti

Tredici fazzoletti di terra, così chiamati da Laura e Stefano.

“Sono tredici, i fazzoletti di terra che compongono tutta la biodiversità dei vigneti de La Pietra del Focolare. Poco distanti tra loro. Se riuniti tutti insieme formerebbero un piccolo ma prezioso mosaico. Sette ettari, che creano un’opera di naturale bellezza e complessità”. Si dividono in cinque microzone:

  • tre vigne in località Sarticola dove il terreno è “sciolto” e composto prevalentemente da scisto e galestro rosso sgretolato dal tempo, con esposizione a sud ad una altezza media di 250 mt. s.l.m. e godono della vista panoramica sul litorale;
  • una grande vigna in località del Becco sulle pendici della collina del paese chiamato Nicola, con terreni pressoché argillosi e fertili nella parte più bassa, contrapposti nella parte alta a filari disposti a giropoggio ( non lavorati e non concimati da tredici anni) e composti da terreni misti di galestro e medio impasto argilloso;
  • le cinque vigne ai piedi della stessa collina piantate su terreni argillosi con molto scheletro ed esposizioni a sud est ad un’altezza media di 80 mt s.l.m;
  • le quattro vigne nel territorio I.G.T. Liguria di levante, coltivate su antichi ciottoli depositati dal tempo e dall’acqua sul letto fossile del fiume Magra. Godono di una ventilazione eccezionale proveniente dal mare. Qui i vitigni Albarola, Malvasia, Ansonica, Vermentino e Trebbiano sviluppano la massima espressione del proprio territoriod’elezione.

I vitigni allevati

Albarola, Malvasia, Ansonica, Vermentino, Trebbiano, , Sangiovese, Merlot, Canaiolo, Colorino e Massaretta.

Otto le etichette: Solarancio, L’aura di Sarticola, Villa Linda, Augusto, Saltamasso, La Merla dal Becco, Campo Alle Rose e 1,618.

La pietra del focolare. Gli assaggi

Gli assaggi con i miei voti:

Diversi assaggi dei vini in affinamento, in particolare i campioni da anfora Tava. Spettacolari, ritornerò per la dovuta recensione. Chapeau!!!

  1. Augusto 2022, Vermentino 90%, Trebbiano 10%. Ottimo, voto 88/100;
  2. Villa Linda 2022, Vermentino 96% e Albarola 4%. Viti di 80 anni. Ottimo 89/100;
  3. Solarancio 2022 vermentino. Vigne di 50-60 anni 72 ore di macerazione. Siamo sul gradino dell’eccellenza. Voto 90/100;
  4. Campo alle Rose2021. Vermentino 50%, Trebbiano e Malvasia per il restante 50%. 2 mesi di fermentazione, malolattica in botte. Eccellente, particolare, Voto 91/100;
  5. L’aura di Sarticola 2020. Produzione limitata, vermentino 100%. 22 giorni di macerazione ed affinamento in botte.Eccellente, voto 91/100;
  6. Saltamasso 2021, Sangiovese 50%, Merlot, Canaiolo, Massaretta. Percorso in inox. Definito da Stefano “il toscanaccio”. Ottimo, voto 89/100;
  7. La Merla dal Becco (nome del podere). Uva Merla, Canaiolo, Colorino. 12 mesi in barriques. Eccellente, 90/100;

Infine un passito artigianale vendemmie 2017 e 2018 di Trebbiano, Vermentino, Ansonica, Colombara. Appassimento “appeso”, fermentazione in inoz ed affinamento in caratelli. Il nome? 1,618???

La pietra del focolare. l’enigmatico 1,618

La spiegazione data dalla mente “diabolica” di Stefano: La codifica di Fibonacci è una codificazione entropica per la rappresentazione dei numeri interi basata sulla successione, appunto, di Fibonacci. Per il teorema di Zeckendorf esiste una rappresentazione unica degli interi come somma di numeri di Fibonacci distinti.

La rappresentazione di Zeckendorf ha inoltre la proprietà che non sono presenti due cifre consecutive uguali ad uno. Si codifica quindi il numero in maniera inversa rispetto alla rappresentazione binaria polinomiale rispetto alla base φ, aggiungendo una cifra “1” in modo che termini con “11”, ottenendo un codice prefisso.

Non ho capito una “mazza”. Posso solo dire che il passito merita attenzione. Voto 93/100.

Due parole ancora su Stefano Salvetti non solo vignaiolo, matematico, ma anche artista. Nell’Atelier ad ammirare le sue etichette dipinte a mano. Una produzione limitata di affascinanti bottiglie dipinte a mano che raccontano “il ciclo delle stagioni, il rito della vendemmia, la natura, l’identità di un territorio, i suoi borghi e la sua terra, attraverso immagini, paesaggi, persone, ricordi e allegorie.

Ogni bottiglia rappresenta un viaggio emozionante, un’impronta di eternità, una narrazione ‘ad opera d’arte’; espressione dell’incontro tra due eccellenze radicate nel nostro patrimonio culturale, due simboli della cultura italiana nel mondo: le botteghe dell’arte e il vino”. Chapeau!!!

Urano Cupisti

Assaggi effettuati in cantina il 12 giugno 2023

La Pietra del Focolare
Via Isola 76 19034 Luni – La Spezia
Cell: +39 333 1767619 e +39 347 9500439

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