Il Papin-Fukuoka pensiero

Château Pierre-Bise

“Ho aspirato a un modo di coltivare che renda piacevolezza, naturalità. Il che risulta nel rendere il lavoro più facile e non più difficile. Alla fine sono giunto alla conclusione che non era necessario arare, non c’era bisogno di spargere fertilizzanti, non c’era bisogno di compostare, non c’era bisogno di usare insetticidi. Quando sono arrivato a questo punto ho capito che ci sono poche pratiche agricole veramente necessarie”.

Il Masanobu Fukuoka pensiero tratto da “La rivoluzione di un filo di paglia”, introduzione all’agricoltura naturale.

Da queste parti, agricoltura naturale (Masanobu Fukuoka), bio-dinamica (Nicolas Joly) e biologica, sono di casa. Mi riferisco ai Pays de la Loire, ai Vins de Loire, ai terreni argillo-calcarei, argillo-silicei, alle grave e sabbie. Qui dove le Appellations sono contro sensi (Nicolas Joly). Qui a Beaulieu-sur-le-Layon, nei territori a sud di Angers, oltre la riva destra della grande Loira. Ben arrivati a Château Pierre-Bise.

Le domaine du Château Pierre-Bise si estende oggi su 50 ettari ripartiti entro Beaulieu-sur-le-Layon e Savennières permettendo ai vignerons dell’ultima generazione, Christophe e René Papin, di produrre vini con diverse appellationBeaulieu-sur-le-Layon, Rochefort, Chaume, Quart-de-Chaume e, con l’ultimo acquisto Clos de Coulaine, anche Savennières Roche-aux-Moines.

“Se la crescita moderata ma regolare della vite è la condizione di una buona qualità della maturità e dell’espressione della tipicità, l’humus ne è la chiave: vera anima del suolo”.

A parlare è Christophe, fedele seguace del nipponico pensiero Fukuoka.

“Desideriamo con questo approccio coltivare la vite sforzandoci il più possibile a delegare alla natura diventando giorno dopo giorno sempre più contadina, colei che modella il paesaggio e lo vive”.

Di fronte a simil-pensiero inutile controbattere, ricordare l’era in cui viviamo. Unica vera speranza era riposta nella degustazione, aspettativa fiduciosa di trovarmi di fronte a vini buoni. Così è stato.

Ma prima ho dovuto ancora registrare il Papin-Fukuoka pensiero in riferimento alla vinificazione.

“La filosofia del lavoro in cantina è molto semplice: accompagnare, intervenendo il meno possibile”.

E quel meno possibile ha ricondotto Christopher sulla terra.

Dei tredici assaggi ne riporto cinque, i più significativi.

Les Rovannières Anjou Rouge2014. 70%Cabernet Franc, 30% Cabernet Sauvignon. Non è il Cabernet del Chinon ma pur sempre un ottimo Cabernet. Leggerezza floreale con un finale sapido e persistente. Ottimo, voto 89/100

Clos de Coulaine 2014 Savennières. 100% Chenin Blanc. La rive droite della Loira si sente in questo Chenin Blanc. Fresco, immediato, coinvolgente nelle sue note eleganti. Non tradisce il territorio. Eccellente 91/100

Savennières Roche aux Moines 2014. 100% Chenin Blanc. Se pur vicino al precedente, quanta diversità gustativa. Elegante e potente, profumato e polposo. Non molla la presa del terroir. Eccellente 92/100

Coteaux du Layon Beaulieu 2014. 100% Chenin Blanc. Il vino perfetto a rappresentare i “dolci nettari del Layon”. Fresco quanto basta per sorreggere il residuo zuccherino non invadente. Aromi tutti di questo “dolce regale”. Eccellente, voto 93/100

Quarts de Chaume Grand Cru 2014. 100% Chenin Blanc. La prima donna. Sia sul Brioverian (scisti bretoni) o sul Carbonifero, Quarts-de-Chaume ha un’attitudine molto forte per la botritizzazione. Finezza e complessità che solo una bella uva molto matura può dare, con rese spesso inferiori a 15 hl / ha. Questo Quarts de Chaume ha dimostrato una bella vivacità aromatica, bocca sempre segnata dall’equilibrio “botritizzazione / mineralità” e da una freschezza della struttura (contributo della fenetite di Carbonifero).  Eccellente 94/100

Prima di tutto il vino deve essere buono. Così è stato. E allora inchiniamoci al Papin-Fukuoka pensiero. Chapeau!

Urano Cupisti

 

Château Pierre-Bise

Beaulieu – sur – Layon (Pays de la Loire)

Tel 0241 783144

chateaupb@hotmail.com

www.chateaupierrebise.com