Perché Rinascimento? Per i cambiamenti in atto voluti dal Consorzio di tutela del Vino Nobile di Montepulciano iniziati da qualche anno ed ufficializzati in questa edizione: Sostenibilità, Analisi di mercato sulla generazione “Z” (giovani tra i 20 e 25 anni) e la nascita di una terza tipologia, Le Pievi.
In particolare quest’ultima scelta che sembrerebbe, a prima vista, operata sulla falsariga di quella effettuata dal Consorzio del Chianti Classico (UGA).
Qui a Montepulciano ci tengono a far presente che la scelta trova la sua eco nel catasto Leopoldino del XVIII secolo, che suddivideva il territorio “poliziano” in sottozone definite con il toponimo e si differenzia dalla decisione del Chianti Classico perché trattasi di vera e propria tipologia.
Al di là dei campanilismi cosa rappresentano le Pievi e quale cambiamento i produttori di Montepulciano si aspettano.
La Pieve per caratterizzare la territorialità del vino dopo uno studio della geologia e della geografia del territorio. Individuate 12 zone, le UGA (Unità Geografiche Aggiuntive) che saranno anteposte in etichetta con la menzione “Pieve”.
Le antiche Pievi in cui era suddiviso già dall’epoca tardo romana e longobarda.
Non solo. Come nuova tipologia legata al Sangiovese (Prugnolo gentile) e ai soli vitigni autoctoni complementari. Sarà istituita una commissione, composta da tecnici ed enologi, che avrà il compito di valutare che le caratteristiche corrispondano al disciplinare stesso.
Ma l’Anteprima del Nobile di Montepulciano è stato anche un momento di riflessione sul mercato attuale rispetto a quello precedente caratterizzato dalle chiusure di ristoranti e ridimensionamento dell’export.
I numeri parlano da soli
-Estensione attuale dei vigneti circa 2.000 ettari;
– Produzione di uve 2021 destinate al Nobile circa 7.270 tonnellate;
– Bottiglie di Nobile immesse sul mercato ben 1.886.784;
– Valori medi della produzione di Vino circa 65 milioni di Euro;
– Expo estero 70% della produzione con la Germania e gli Stati Uniti quelli di maggior riferimento;
– Mercato interno il restante 30% con il centro Italia bacino di maggior consumo.
Quest’ultimo dato è particolarmente significativo perché nel bacino di maggior consumo italiano che è rappresentato dall’Italia centrale spicca un 40% (del 30%) detenuto dalla Toscana a significare l’alta incidenza del Turismo del Vino e delle vendite dirette in cantina.
Le nostre scelte
Delle 46 aziende presenti alla Manifestazione con i propri banchi d’assaggio, dei 68 campioni in degustazione presentati alla stampa di settore suddivisi in 23 campioni vendemmia 2019, 4 selezioni 2019, 10 riserve 2018 e 31 annate precedenti con due campionissimi. La mia attenzione si è soffermata su questi vini:
– Nobile Bindella, azienda Bindella, vendemmia 2019. Eccellente, voto 90/100;
– Il Nocio, azienda Boscarelli, vendemmia 2018. Eccellente, voto 93/100;
– Poggio Sant’Enrico, azienda Carpineto, vendemmia 2015, Eccellente, voto 92/100;
– Nobile Riserva, azienda Contucci, vendemmia 2016. Eccellente voto 93/100;
– Bossona, azienda Caterina Dei, vendemmia 2016. Eccellente voto 93/100;
– Nobile, azienda Svetoni, vendemmia 2019. Eccellente, voto 90/100;
– Nobile Riserva, azienda Godiolo, vendemmia 2015. Eccellente, voto 92/100;
– Nobile, azienda La Combàrbia, vendemmia 2018. Eccellente, voto 91/100;
– Ojas, azienda Manvi, vendemmia 2013. Eccellente, voto 91/100;
– Damo, azienda Montemercurio 2012. Eccellente, voto 93/100;
– Nobile Riserva, azienda Palazzo Vecchio, vendemmia 2016. Eccellente, voto 93/100;
– Nobile Riserva, azienda Tenuta di Gracciano della Seta, vendemmia 2018, voto 92/100;
“Il passato glorioso e l’importanza del legame tra il territorio, la sua Storia, e il Vino Nobile sono tutt’ora gli elementi essenziali per garantire, nel presente come nel futuro, qualità ed autenticità a tutto ciò che viene da questa terra privilegiata”. Chapeau!
Urano Cupisti