Un progetto dell’Università di Pisa e dell’Assessorato all’Agricoltura Regione Toscana

E’ stato presentato, a Milano, nell’ambito di TOSCANA Fuori Expo, CIBO CIVILE Toscana. Agli interventi, aperti dal Professor Francesco Di Iacovo dell’Università di Pisa, responsabile del progetto, sono seguite le tante case history delle aziende agricole o di trasformazione e ristorazione aderenti al progetto. L’incontro è terminato con uno show cooking a cura dei cuochi di ristorazione sociale e da una degustazione di prodotti di filiera etica.

Portare in tavola non solo prodotti del territorio ma che sostengono i bisogni delle comunità. Un km 0 vicino alle fragilità di tante persone.  Un nuovo modo di concepire il lavoro agricolo e i prodotti agroalimentari, sviluppare una filiera in grado di autosostenersi creando economia civile.

Nasce il progetto CIBO CIVILE Toscana. In una regione avanti in materia di agricoltura sociale, la regione con il numero più rilevante di esperienze e progetti in questo ambito,  nasce il primo progetto che mette in rete chi produce, chi trasforma e chi distribuisce il cibo in chiave solidale, sostenibile, etica.

Il progetto di agricoltura sociale dell’Università di Pisa incentrato su valori economici in chiave di coesione sociale è promosso dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Toscana e prevede l’inserimento in attività agricole e di ristorazione di persone che hanno una disabilità o un disagio offrendo servizi innovativi e solidali in un’ottica di rispetto dell’ambiente, di partecipazione alle esigenze della comunità e di riabilitazione terapeutica. Agricoltura e ristorazione, una straordinaria occasione di solidarietà.

Il progetto ha l’obiettivo di creare una rete di solidarietà e di integrazione sociale fatta da imprese agricole e cooperative sociali che promuovano un’alleanza tra produttori e ristorazione inclusiva di fasce più vulnerabili e in particolare di persone a bassa contrattualità.

asce così una micro filiera imperniata sul concetto di sostenibilità capace di moltiplicare attivamente gli sforzi a supporto dell’equità sociale promuovendo l’occupazione e la lotta alle povertà e alle marginalità. Per un prodotto potremmo cominciare a parlare anche di rintracciabilità relazionale.

CIBO CIVILE Toscana, appena nato, è diffuso su tutto il territorio regionale ed è composto già da più di 30 aziende fra produttori, ristoratori e supporters del progetto.

“Il Cibo Civile – illustra Francesco Di Iacovo, docente dell’Università di Pisa e coordinatore del progetto – è un bene di relazione, uno smartfood di comunità e un’innovazione sociale guardata con interesse crescente da osservatori di ogni parte del mondo. Dalla Norvegia al Giappone, dalla Spagna al belgio riconoscono la creatività italiana del rivoluzionare in modo semplice  le cose quotidiane e generare risposte utili ai bisogni che oggi le società incontrano”.

Lo scopo dell’agricoltura sociale è dare vita a servizi innovativi che valorizzano le risorse agricole per generare accoglienza, crescita di capacità, formazione e lavoro per persone a bassa contrattualità (ad es. con disagi psichici, in uscita da casi di dipendenza, da detenzione, disoccupati, vittime di tratta) e gruppi sociali (bambini, anziani).

Cibo Civile si iscrive in questo quadro: la rete del Cibo Civile Toscana offre servizi e inclusione sociale. Il cibo prodotto viene venduto a privati (prevalentemente con filiera corta e gruppi di acquisto solidale) e a strutture di ristorazione collettiva e scolastica dove lavorano persone con svantaggio sociale e che gestiscono attività di ristorazione e catering. Il consumatore finale ha l’opportunità di conoscere le storie e i percorsi di quanti partecipano alla produzione dei prodotti provenienti da agricoltura sociale.