La Tenuta Le Velette di Orvieto mentre è in piena vendemmia 2014 si mette all’opera per il futuro, e lo fa con l’uso di tecnologie innovative per lo scasso, non ultima quella dei droni che tramite riprese aeree hanno sorvegliato l’avanzamento delle macchine e restituito immagini davvero spettacolari

Il settore è in crisi, la stagione è stata difficile, la burocrazia è asfissiante ma chi fa vino, le persone che in vigna ci sono nate e cresciute, sanno guardare avanti e pensare oltre il momento. Non sarebbe possibile fare altrimenti per un lavoro che vede i primi risultati dopo 5 anni, minimo, di lavoro se si parte da zero e sapendo che ne servono poi molti di più se si vuole crescere in qualità.

Ecco allora che, nonostante tutto questo, la Tenuta Le Velette di Orvieto mentre è in piena vendemmia 2014 (neanche una delle peggiori a quanto pare grazie al sole di agosto e settembre) si mette all’opera per il futuro, progettando e iniziando i lavori di scavo di un nuovo vigneto. Altri 5 ettari, oltre i 110 già di proprietà, che ospiteranno Grechetto, Vermentino e Trebbiani per i bianchi; Sangiovese, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon per i rossi. Un lavoro lungo, si diceva, che vedrà i suoi frutti, ovvero la prima vendemmia, solo nel 2018.

A rendere ancor più memorabile la cosa due aspetti che solo in un’azienda nata nel 1800 si possono rintracciare (e come questa tante altre, per fortuna, in Italia). Il primo è l’uso di tecnologie innovative per lo scasso, non ultima quella dei droni che tramite riprese aeree hanno sorvegliato l’avanzamento delle macchine oltre a restituire immagini davvero spettacolari che potete vedere seguendo questo link: http://bit.ly/Z0ZWDm. Il secondo appartiene ancora una volta alla storia e alle tradizioni. I lavori sono stati eseguiti dalla ditta Brizi, i cui titolari sono addirittura nipoti del contadino e fattore che lavorava questa stessa terra per la Tenuta Le Velette, abitando il casale di rimpetto a quello che sarà il nuovo vigneto. “Perché qui a Le Velette è così che ci piace che proceda la vita…”, commenta così Corrado Bottai, patron dell’azienda, a conclusione di un viaggio nel tempo che non sembra voler finire.

Con l’occasione però non si può non dire due parole anche sulla vendemmia in corso: “Sicuramente parliamo di un’annata fresca, – di dice Corrado – che privilegerà i profili aromatici sulla struttura ma le uve che stiamo raccogliendo ci stanno dando sensazioni positive, migliori del previsto. Confermo quindi l’idea condivisa che si tratterà di un’annata difficile, ma questo non vuol dire che non si possono fare buoni vini. Chi lavora bene da generazioni in vigna dovrebbe aver maturato le competenze e l’esperienza utili a fare ottimi prodotti anche in queste situazioni. Pur dovendo ammettere che per fare eccellenza ci vuole più sole per ora possiamo dirci moderatamente soddisfatti”.

Fabio Ciarla