…come mamma (l’enologo) li ha fatti…

Cinque territori diversi. Cinque vendemmie diverse. Cinque blend e un monovitigno. Cinque italiani ed uno straniero (l’intruso). Degustazione alla “cieca”, senza alcun riferimento. Solo sei calici di vino di fronte ai degustatori. Il panel costruito in modo da non dare alcuna certezza statistica (ordine di vendemmia o zone di provenienza. Insomma solo abilità sensoriale per capire, scoprire e descrivere. E i sei campioni, “veri campioni”,  hanno cominciato a parlare di loro stessi.

1. Campione numero uno. Rosso rubino intenso. I raggi luminosi stentano a penetrare per la presenza di una consistente massa antociana. Gira nel bevante con difficoltà facendo scendere le proprie “lacrime” lentamente e copiose donando l’aspetto delle proprie morbidezze. Al naso si presenta intenso e nella sua complessità offre frutta matura e spezie. Al palato entra con la forza della sua rotondità, equilibrato con tannini fini e persistenza lunghissima. Ritorno gusto-olfattivo marcante. Il vitigno presente all’80/85% , di difficile individuazione per la particolarità zonale, caratterizza questo “principe” che si è rivelato essere:

L’Ermita (l’intruso) di Alvaro Palacios vendemmia 1998. Garnacha 80/85%, Cabernet sauvignon ed altri 20/15%. Zona Priorat-Tarragona Spagna. 13,50%  Voto Sei Grandi Rossi “denudati” a confronto


2. Campione numero due. Rosso rubino tendente al granato. Un po’ sporco per sospensioni non difettose. Ruota con difficoltà rilasciando tracce consistenti di morbidezze. Al naso si capisce che è un monovitigno. Profumi netti facilmente riconducibili al Sangiovese. Al palato la sua maturità avanzata non da cenni di cedimento. Perfetto anche nell’equilibrio gustativo. Tannini importanti e velata freschezza ancora presente ad indicare una longevità da raggiungere:

Brunello di Montalcino  Ugolaia vendemmia 1994 Lisini. Sangiovese Grosso 100%. Zona sud-ovest Montalcino-Toscana. 13,50%  Voto Sei Grandi Rossi “denudati” a confronto

 

3. Campione numero tre. Rosso rubino tendente al granato. Si è rivelato il più debole del Panel. Un Blend meno persistente dei primi due. Al naso intenso e complesso con note di vaniglia più evidenti. Al palato la nota acida non in perfetto equilibrio, ormai pronta a decadere. Reggono i tannini eleganti. Persistenza lunga ma non troppo. Mezzo punto al di sotto degli altri nel giudizio finale. Eppure era…:

Tignanello 1998 di Antinori. Sangiovese 80%, Cabernet Sauvignon 15% e Cabernet Franc 5%. Mercatale val di Pesa-Firenze. 13,50%   Voto  Sei Grandi Rossi “denudati” a confronto

 

4. Campione numero quattro. La vera sorpresa. Nessuno è riuscito a posizionarlo geograficamente. Per la sua rotondità si è capita la presenza di Merlot, ma un Merlot diverso. Vino ancora giovane con un “unghia” con leggeri abbagli violacei. Consistente nel suo danzare nel bevante. Un calice di frutta rossa su una base di  profumi speziati ed erbacei. Al palato giovane (la vera sorpresa), con spiccata acidità e mineralità a rivendicare un territorio dove i due vitigni che formano il blend convivono con il Riesling. Gusto retrolfattivo fruttato.

Cornelius vendemmia 1997. Azienda Cornell Colterenzio a Cornaiano (Bolzano). Merlot 80% e Cabernet Sauvignon 20%. 12,50%.  Voto Sei Grandi Rossi “denudati” a confronto

 

5. Campione numero cinque. Non potevano mancare gli “aia”. E alla prova nuda hanno entusiasmato scrollandosi di dosso le accuse… sono fatti per i mercati americani, russi, cinesi… sono ormai internazionali e non rappresentano la vera viticoltura nazionale. Balle! Quanto di più errato si possa dire. Anche la “calda” vendemmia 2003 ci ha regalato emozioni a non finire. “Non sapendolo…”. Rosso Rubino perfetto, impenetrabile, proprio come un Cabernet sa regalare. Consistente ha rilasciato sulle pareti dei calici archetti ben fatti e numerosi. Al naso una intensità elegante per una complessità ampia e vigorosa. Al palato il meglio di sé. Equilibrato in tutte le sue componenti, persistenza aromatica lunghissima, ritorni olfattivi coinvolgenti. Chapeau.

Sassicaia vendemmia 2003. Tenuta San Guido. Cabernet Sauvignon 80% e Cabernet Franc 20%. Doc Bolgheri-Toscana. 14,00%.  Voto Sei Grandi Rossi “denudati” a confronto

 

6. Campione numero sei. L’altro “aia”, quello vicino. Anche lui colpevole di avere mercati americani, cinesi, russi. Anche lui “nudo” ha rilasciato sensazioni uniche. Rubino perfetto, con una luminosità più intrigante e consistenza maggiore (blend formato da quattro vitigni). Naso importante con note di frutta matura, speziati e vegetali. Al palato equilibrato con trama tannica molto fine e presenza di marcata freschezza. Lungo, lungo, lungo. Note retrolfattive evidenti. Chapeau!

Ornellaia vendemmia 2004. Tenuta dell’Ornellaia. Cabernet Sauvignon 60%, Merlot 25%, Cabernet Franc 12%, Petit Verdot 5%.  Voto  Sei Grandi Rossi “denudati” a confronto

Ė stato definito un SpecialBanco: lo è stato.

 

Urano Cupisti