«Un tempo, nel fare vino, la sfida era con il vicino; poi è stata con il mondo; oggi, per me, è con me stesso, alla ricerca del meglio del meglio»: così Roberto Conterno definisce il proprio lavoro di produzione di grandi vini delle Langhe.

E’ il nipote di Giacomo di cui l’azienda porta il nome. E’ persona che mostra grande sicurezza e determinazione, nella semplicità ed accoglienza tipiche degli uomini di Langa, consapevoli del fascino del territorio e dei vini che se ne producono.

La grande cantina attuale, posta in posizione panoramica verso Novello e il Monviso all’estremo Sud Ovest di Monforte in località Ornati, è stata inaugurata nel 1985: Giovanni, padre di Roberto, ne iniziò la costruzione nei primi anni ’80, con la scelta lungimirante di poter disporre di ampi spazi per le operazioni di cantina, per poterle compiere anche contemporaneamente ed avere macchinari propri per l’imbottigliamento.

La produzione aziendale è limitata ai vini rossi tipici di Langa da nebbiolo e da barbera.

Cuore dell’azienda è il vigneto Francia nel Comune di Serralunga d’Alba, 14 ettari monopolio Conterno: acquistato nel 1974, impiantato nello stesso anno con barbera e nebbiolo, ha prodotto i suoi primi vini con l’annata 1978, eccezionale in Langa, con un Monfortino diventato mitico.

Nel 2008 sono stati acquistati tre ettari del cru Cerretta, sempre nel Comune di Serralunga, con viti già in produzione da anni, sulle quali si è inciso modificando i sistemi di potatura, la concimazione ed altre tecniche colturali senza la necessità di nuovi impianti.

Da questo vigneto, in cui allignano nebbiolo e barbera, subito è stata prodotta la Barbera d’Alba Cerretta; il nebbiolo produrrà Barolo Cerretta soltanto con la vendemmia 2010; nel 2008 e 2009 si è scelto di produrre Langhe Nebbiolo, non ritenendo ancora l’uva, pur ottima, idonea ad un grande Barolo come Roberto Conterno intende.

Egli spiega che le differenze tra i due cru sono piuttosto nette per esposizione e geologia: il Francia è quasi esclusivamente calcareo, mentre la Cerretta è composta da calcare ed argilla, con esposizione Ovest. Queste caratteristiche emergono all’assaggio dei vini, soprattutto per aromi e caratteristiche del tannino, in particolare nelle due versioni di Barbera.

In cantina, la fermentazione – prima della barbera e poi del nebbiolo – avviene in grandi tini troncoconici di legno, ormai da una quindicina di anni: precedentemente veniva usato l’acciaio, prima ancora il cemento, e cinquant’anni fa il legno. La scelta attuale si fonda sulla minor sensibilità del legno alle variazioni di temperatura, ma soprattutto sul fatto che in legno già in fase di fermentazione inizia una prima polimerizzazione dei tannini. La macerazione per il nebbiolo è tradizionale e piuttosto lunga, almeno tre o quattro settimane, fino a cinque per il Monfortino. Poi il vino inizia l’affinamento in legno: sia la barbera sia il nebbiolo, con le dovute differenze di tempo, vanno in grandi botti di varia grandezza e diversa età, anche cinquant’anni; la scelta è solo logistica, di gestione della cantina, ed anche la sostituzione delle botti dipende dalla loro effettiva funzionalità e tenuta strutturale. In proposito, da quindici anni Conterno acquista i tini e le botti da un produttore austriaco, Stockinger, di cui apprezza la precisione e la cura nella lavorazione, la qualità del dogame che non cede tannini, la mancanza di tostatura per non conferire al vino aromi esterni ed indesiderati.

In legno il vino soggiorna fino all’imbottigliamento, in estate: nell’estate del secondo anno dopo quello di vendemmia per la barbera (nell’estate 2012 sono state imbottigliate le barbere 2010); nell’estate del quarto anno per i Barolo (nel 2012 è stato imbottigliato il Barolo 2008); nell’estate del settimo anno per il Barolo Riserva Monfortino (nel 2012 il 2005). Poco prima dell’imbottigliamento i vini delle diverse botti vengono assemblati in acciaio, dove sostano per le poche ore necessarie all’operazione per tornare in botte per un ultimo breve passaggio.

Roberto Conterno degusta ogni botte una volta al mese per controllare l’evoluzione e la qualità del vino in divenire.

Perla aziendale, e di tutto il territorio, è il Barolo Riserva Monfortino.

La Riserva “Vino Monfortino” nasce negli anni 20 del secolo scorso, con la volontà di Giacomo Conterno di produrre un grandissimo vino, alla ricerca dell’eccellenza; e solo nelle annate eccellenti si produce, fin dalla sua nascita, il Monfortino, subito chiamato così poiché la maggior parte delle uve proveniva da vigne del Comune di Monforte d’Alba dove ha sede l’azienda.

Con Giacomo collaborano i due figli Giovanni e Aldo, fino a quando, alla fine degli anni ’60, quest’ultimo decide di fondare una propria azienda, la Poderi Aldo Conterno, mentre Giovanni continua l’opera paterna, mantiene il nome e le etichette, in particolare quella del Monfortino.

Dalla vendemmia 1978 il Monfortino non deriva più dalle uve di diversi vigneti in assemblaggio (Monforte, Serralunga, Perno, Castelletto), in gran parte acquistate dai Conterno da viticoltori di fiducia: è una selezione all’interno di un singolo vigneto.

Il Monfortino infatti nasce in vigna, come tutti i grandi vini (o, si dovrebbe dire, come tutti i vini). Nel vigneto Francia, pochi giorni prima della vendemmia, Roberto Conterno e i suoi collaboratori individuano le parcelle con l’uva migliore nell’annata; normalmente si tratta delle stesse parcelle, che costantemente dimostrano qualità superiore, ma non è escluso che in determinate annate alcune zone emergano e si distinguano. Le uve delle parcelle “scelte” – circa un terzo del vigneto Francia – vengono raccolte separatamente, vinificate autonomamente con macerazione sensibilmente più lunga (fino a cinque settimane rispetto alle tre o quattro delle altre uve) e poste in una specifica botte. Successivamente si valuterà l’evoluzione del vino e la sua idoneità ad uscire come Barolo Riserva Monfortino; in caso contrario, confluirà con le uve delle altri botti nel Barolo Cascina Francia.

Di Barolo Riserva Monfortino è prodotto l’equivalente di circa 10.000 bottiglie, di cui  7000 da 75 cl e 1500 magnum).

Per molti il Monfortino è il più grande vino d’Italia, ed uno dei migliori del mondo: è stato un onore essere accolti a casa del mito, con Roberto Conterno, cortese e disponibile ospite, a svelare i propri criteri di ricerca dell’eccellenza ed dell’espressione del territorio.

Le degustazioni.

Tutti i vini sono stati assaggiati il 3 gennaio 2012 in azienda spillati dalle botti nelle quali erano in affinamento. Hanno dimostrato tutti una estrema bevibilità, nonostante la mancanza di affinamento in bottiglia ed il tannino recalcitrante. E’ emersa una vera sincerità territoriale, in particolare con la valorizzazione delle differenze tra Cerretta e Cascina Francia.

Barbera d’Alba Cerretta 2010

Bel colore rosso rubino vivo, intenso; il naso, di grande definizione, presenta evidenti note floreali e frutti rossi di bosco; in bocca è decisamente fresco e strutturato (anche se, come spiega Roberto Conterno, il 2010 ha dato Barbere e Nebbioli di grande struttura, mentre le Barbere 2009 sono state più tipiche, con tanto frutto e freschezza), il finale lungo e pulito, fruttatissimo e succoso.

Barbera d’Alba Cascina Francia 2010

Olfatto complesso, giocato su spezie e mineralità, oltre che sul frutto; rispetto alla Barbera Cerretta in bocca c’è ancor più struttura e si percepisce del tannino, levigato, grande freschezza ed evidente sapidità, chiude con una lunga scia minerale che lascia in bocca per molto tempo una sensazione rinfrescante di pulizia e succosità.

Langhe Nebbiolo Cerretta 2009 (Nebbiolo atto a Langhe Nebbiolo)

Naso di grande intensità e distinzione, fresco, con fragola, rosa, fiori rossi, erbette aromatiche. Il tannino, tanto, è finissimo, c’è bella acidità, il finale, sul frutto, persistente ma non lunghissimo, ha una leggera nota alcolica.

Barolo Cascina Francia 2009 (Nebbiolo atto a Barolo)

All’olfatto è molto espresso, complesso ed intenso, con spezie, note minerali, piccoli frutti neri, china e tante erbe medicinali; in bocca è pervasivo, con tannini setosi e morbidezza continua per tutto l’assaggio; il finale è lunghissimo con una distinta scia di frutto.

Barolo Cascina Francia 2008

Inizialmente reticente al naso, poi esce con netta mineralità, radici aromatiche e spezie, molto elegante; ma è in bocca che colpisce con il suo grande equilibrio in un insieme di struttura e freschezza, sapidità e tannini tanti ma carezzevoli. Una finezza inarrivabile. Quest’annata piace molto a Roberto Conterno, secondo il quale ha tutto.

Barolo Riserva Monfortino 2005

E’ difficile trovare le parole per descrivere l’assaggio di questo mito dell’enologia italiana: forse gli sono dovuti il silenzio e l’emozione che si hanno davanti ad un’opera d’arte.

Il colore brilla, è lucente, vivissimo. Al naso è “progressivo”, ha bisogno di qualche minuto, poi è un continuo emergere di sensazioni diverse, distinte ed eleganti: china, rabarbaro, radice di liquirizia; poi frutti rossi, fiori macerati, terra, sottobosco. La bocca è immensa, con una progressione esaltante, impressionante; i tannini sono giovanissimi ma di grana finissima, ogni elemento è al suo posto ed integrato con gli altri, acidità, sapidità, morbidezza, struttura; il finale senza alcuna sensazione amara o alcolica, gioca su percezioni nette di lampone, balsamiche e minerali; la bocca rimane pulita e gustosa per molto molto tempo.