Lo champagne non è solo un vino francese con le bollicine (pèrlage) ma, in tutto il mondo, è un “cult” da più di trecento anni. La sua invenzione, forse, è merito di un giovane frate benedettino, Pierre Pérignon (1639-1715), che si dedicò ai malandati vigneti dell’Abbazia di Saint-Pierre d’Hautvillers, a nord di Epernay, in Francia.

Anche se non è assolutamente chiaro come e se arrivò lui a fare un così prelibato nettare, l’Abate Dom Pérignon ha dei meriti certi. Per primo il fatto di aver selezionato il vitigno migliore, il pinot nero, poi l’affinamento della tecnica dell’assemblaggio (mettere insieme il vino della stessa tipologia di uva, ma proveniente da zone diverse) e anche per l’introduzione dell’uso di particolari tappi di sughero trattenuti da un filo metallico chiamato “muselet” (gabbietta), la soluzione per imprigionare la grande pressione nelle bottiglie.

Lo champagne viene prodotto nell’omonima regione situata nel nord-est della Francia, circa 34.000 ettari di “ricchi” vigneti divisi in cinque zone naturali, dalle diverse caratteristiche sia del terreno che climatiche: Montagne di Reims, Valle della Marna, Còte des Blancs, Còte de Sèzanne e Còte des Bar nell’Aube.
Il nome “champagne” è una Appellation d’Origine Contròlée (A.O.C.).

Le uve vengono vendemmiate obbligatoriamente a mano, il disciplinare vieta l’uso di macchine, e il vino nasce con un procedimento, che prende il nome dal territorio in cui viene prodotto, il “metodo champenoise”.  Il metodo ha varie fasi e prevede, principalmente, una doppia fermentazione del mosto, la prima volta nei tini, la seconda forzatamente con l’introduzione di zuccheri e lieviti selezionati, chiamati “liqueur de tirage”, direttamente nel vino imbottigliato.

Il termine “metodo champenoise” può essere usato solo per il vino spumante dello Champagne; infatti, in Italia, la stessa procedura viene denominata “metodo classico”.

Molto interessante, per capire la qualità dello champagne da scegliere, è l’identificazione delle sigle di due lettere, stampate di solito sull’etichetta, che definiscono la tipologia di organizzazione professionale del produttore:
– NM = négociant-manipulant, nome dato alle Aziende più famose che comprano le uve, le assemblano e le elaborano, per poi commercializzare le bottiglie con il loro marchio, sono prodotti di pregio;
– RM = récoltant-manipulant, piccoli produttori, sono coloro i quali si definiscono “artisan-vigneron” (artigiano/contadino vignaiolo), elaborano, imbottigliano e commercializzano le proprie uve, in gran parte fanno prodotti molto buoni e in alcuni casi straordinari;
– CM = coopérative de manipulation, gruppi di vignaioli che assemblano le uve, le elaborano, imbottigliano e commercializzano, di solito la loro produzione è mediamente accettabile;
– RC = récoltant-coopérateur, sono i viticoltori che conferiscono le loro produzioni ad una cooperativa che esegue la vinificazione e l’imbottigliamento, successivamente ognuno riprende le sue bottiglie per la commercializzazione;
– MA = marque d’acheteur, commercianti che acquistano le bottiglie pronte per essere consumate, aggiungendovi esclusivamente la propria etichetta per la commercializzazione.
Per fare lo champagne si possono usare, teoricamente, parecchie tipologie di vitigni, in realtà vengono usati prevalentemente: pinot nero, pinot meunier, chardonnay, pinot bianco, arbanne, petit meslier.
Tra i récoltant-manipulant, con una tradizione antichissima, tramandata di padre in figlio fin dal 1695, c’è l’Azienda Gautherot di Celles-sur-Ource nella Regione Champagne-Ardenne Dipartimento Aube.

Il piccolissimo Comune di Celles-sur-Ource, meno di 500 abitanti, nell’Arrondissement (divisione amministrativa in uso in Francia) di Troyes, nel Cantone di Mussy-sur-Seine, è ubicato in una tranquilla e verdeggiante vallata attraversata dal fiume Ource, un affluente della Senna. Qui ben 40 famiglie si dedicano alla produzione di champagne.

Oggi la Maison Gautherot è di Francois Gautherot che ha ereditato, dal nonno René e dal padre André, tutti i segreti, l’arte e la passione per produrre ottimi champagne, seguendo due fondamentali parole “magiche”: precisione e pazienza.

Con 18 magnifici ettari in collina (prima del 2007 erano solo 4,5) di vigneti coltivati con metodi biologici e biodinamici e lavorati manualmente con l’aratro, il “psou” (un particolare piccone) e le cesoie, vengono prodotte complessivamente 120.000 bottiglie divise in 5 tipologie di champagne: Exception, Carte D’Or, Grande Réserve, Rosé e il Millésime.

Per poterlo definire champagne il disciplinare obbliga ad almeno un anno di permanenza in cantina. I Gautherot, forti della loro esperienza, per dare il meglio nei loro champagne, hanno ritenuto di elevare a tre anni questo periodo di permanenza.

Lo “Champagne Gautherot Millésime 2006” è un grande champagne, solo le migliori annate sono millesimate, e il termine grande lo definisce esattamente per quello che è. Prodotto con le vigne più vecchie dell’azienda, che crescono su terreni argillosi e calcarei, è frutto di un sapiente dosaggio, di pinot nero e chardonnay, e più di 40 mesi di cantina. Lo Champagne Gautherot Millésime 2006 è stato premiato con la medaglia di Bronzo al “Concours Général Agricole” del 2012. Il Concorso, creato nel 1870 e promosso dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali di Francia, ogni anno premia le eccellenze del territorio nelle varie categorie.

Alla Maison Gautherot, negli anni, sono andati moltissimi premi per la straordinaria qualità della loro produzione di Champagne, ma niente può essere più chiaro delle parole stesse di Francois Gautherot: “votre plaisir sera notre plus belle récompense”.

Giorgio Dracopulos

www.champagne-gautherot.com/