Le bollicine hanno origine dal sogno di Giulio Ferrari che nel 1902 decide di produrre un vino in Trentino in grado di competere con i migliori Champagne

PARTE PRIMA

Il Trentino è terra ricca e fertile di imprenditori, ma quello che stupisce nella Ferrari e nella Famiglia Lunelli è il circuito virtuoso che sono riusciti a creare con le loro imprese. Si parte dalle bollicine, nate nel lontano 1902 ed oggi una della aziende leader in Europa,  ma produrre vino significa anche avere enormi quantità di viaccia fresca da distillare e a Trento la Grappa è la bevanda sacra. Quindi dalle bollicine Ferrari si passa alla Grappa Segnana. E la grappa non si beve pura a 90 gradi e oltre, ma va diluita con acqua purissima di montagna. Ecco quindi arrivare nel gruppo la Surgiva, con le sue purissime acque minerali. Ma dove si bevono la bollicina, l’acqua e la grappa? Davanti ad un piatto gourmet preparato da un grande chef in un luogo magico: ed ecco aggiungersi la Locanda Margon, posto incantato, sospeso tra cielo e vigneti scoscesi, dove si è accolti come re e regine. La vicina Villa Margon ha funzioni di ospitalità esclusiva.

 

LE BOLLICINE

Le bollicine hanno origine dal sogno di Giulio Ferrari che nel 1902 decide di produrre un vino in Trentino in grado di competere con i migliori Champagne. Viaggia tra Montpellier, Geisenheim e Epernay e studia i segreti dello Champagne. Introduce lo Chardonnay, che per molto tempo è confuso con il pinot bianco, e produce poche bottiglie riservate ad amici e ai clienti più esclusivi. Nel 1952, non avendo eredi diretti, cede l’azienda a Bruno Lunelli e mai scelta fu così azzeccata e prodiga di grandissimi risultati. Dal ’70 al 2000 Franco, Gino e Mauro portano l’azienda a diventare il leader italiano delle bollicine. L’attuale management è composto da Marcello, Matteo, Camilla e Alessandro.

L’azienda ad oggi ha circa 120 ettari di proprietà e raccoglie le uve da 400 piccoli conferitori legati alla Famiglia da lunghissimo tempo, seguiti da agronomi aziendali che curano tutte le fasi della maturazione delle uve. Accanto allo Chardonnay troviamo oggi anche una percentuale di Pinot nero.

Da tenere di conto che l’azienda, e quindi tutti i suoi conferitori, sono in conversione biologica. Si è rimesso al centro dell’attenzione il concetto di sostenibilità e di fertilità naturale del terreno, recuperando pratiche tradizionali come il sovescio. La qualità dell’uva è sottoposta al protocollo “Il Vigneto Ferrari”, promosso dall’azienda e con il quale si punta alla difesa dei filari ricorrendo a elementi naturali e metodi sostenibili, con l’eliminazione totale di diserbanti, acaridi e pesticidi.

Il totale delle bottiglie prodotte si aggira sui 4,7 milioni. Ci sono cinque enologi, guidati dal mitico Ruben Larentis, che curano la formazione della cuvée dei vini base. Solo il Giulio Ferrari e la Riserva Lunelli passano in barrique di rovere.  La presa di spuma si fa nelle cantine dell’azienda estese per più di 30.000mq. Le bottiglie passano sui lieviti dai 2 ai 10 anni.  L’ultima fase, ovvero il remuage, viene fatto a mano per le riserve e con le gyropalette a gabbie multiple per i vini NM.

La gamma prevede undici etichette. Si parte dagli spumante base, con lo storico e conosciutissimo Ferrari Brut, una vera icona di affidabilità, da sole uve chardonnay, affiancato da Ferrari Rosé (chardonnay e pinot nero), e Ferrari Demi-sec.

C’è poi il settore dedicato alla ristorazione con la linea Maximum, anche qui Brut, Rosé e Demi-sec. La permanenza sui lieviti aumenta da 24 a 36 mesi minimo.

La gamma dei millesimati è costituita dai Perlé: Perlé Blanc de Blancs, da chardonnay dei vigneti di proprietà nei dintorni Trento tra i 300 e i 700 mslm, 5 anni sui lieviti. Perlé Rosé, pinot nero 80% e 20% chardonnay con 5 anni sui lieviti, e Perlé Nero, da sole uve pinot nero sempre da  vigne di proprietà  poste nelle zone più elevate di Villa Margon, Maso Orsi e Maso Valli. Trascorre 6 anni sui lieviti, prima della sboccatura.

Prima di arrivare al top di gamma troviamo, dall’annata 2002, un altro fuori classe: il millesimato Ferrari Riserva Lunelli, da sole uve chardonnay dai vigneti di Villa Margon, elevato in legno, quindi presa di spuma e  lasciato a maturare per 8 anni sui lieviti.

Il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore è l’ammiraglia della flotta trentina: un cru di chardonnay provenienti da un solo vigneto, Maso Pianizza, dodici ettari piantati negli anni ’60 sulle colline di Trento a quota 500-600 mslm, completamente circondate dal bosco. La vite è allevata a pergola semplice trentina su terreno a scheletro prevalente, tendenzialmente sabbioso, con argilla e ghiaia, esposto a sud-ovest. Densità di 4.500 ceppi/ha e resa di 2kg per pianta per un totale di 90 q.li/ha. La selezione è maniacale. Anche per le nuove viti che vanno a sostituire le fallanze, l’uva viene utilizzata per il Giulio solo dopo dieci anni.

Fu Mauro Lunelli a volere fortemente questo vino. Dopo le esperienze francesi, tornato in cantina, nel 1972 preparò alcune migliaia di bottiglie con una serie di particolari modifiche nel protocollo. Lo fece di nascosto dai fratelli Franco e Gino e continuò a seguire  in gran segreto l’evoluzione di questo vino, fino a che nel 1980 lo fece assaggiare senza dare spiegazioni. I giudizi furono entusiastici e a quel punto Mauro uscì allo scoperto: era nato il Giulio Ferrari.

Metodo Classico Ferrari: una gamma veramente articolata, adatta a tutti i palati, a tutte le esigenze e possibilità, ma con un filo conduttore rigorosamente stabile e ben avvertibile. L’affidabilità, innanzitutto, poi la pulizia e la freschezza acida e sapida, il perlage sempre preciso, la gamma di profumi giocata tra le note fruttate e agrumate, la frutta secca e la pasticceria, il finale convincente e lungo.

Poi, più si sale nella gamma e più che interviene la complessità, sia nei profumi che acquistano sempre maggiori sfaccettature dalla permanenza sui lieviti, sia nell’appena avvertibile uso dei legni, sia nella provenienza delle uve, che con il vigneto di Maso Pianizza offrono il meglio dello chardonnay. Il Giulio Ferrari (il 2001 ad esempio), ha un colore oro gioioso e brillante, adamantino, un naso profondo con frutta tropicale, pompelmo e mango, nocciola e pasticceria con lievito e crema. In bocca il perlage è cremoso e perfetto,  gli agrumi canditi fanno da cornice a una forte sapidità decisa e tagliente con esiti quasi salini.

Nei pinot nero come il Perlé Nero si hanno profumi profondi e speziati, una struttura potente, ma scattante e dinamica, molto avvolgente.

Cantine Ferrari

Via Ponte di Ravina, 15 Trento

0461-972416

www.cantineferrari.it

Per  visite su prenotazione: visit@cantineferrari.it

 

Paolo Valdastri