Montepulciano, giovedì 28 ottobre 2021 visitiamo l’Azienda Bindella Tenuta Vallocaia in occasione di una degustazione verticale dei Vini Nobile di Montepulciano Riserva Vallocaia e Nobile di Montepulciano I Quadri.

Devo confessare che quando mi avvicino ai vini di Montepulciano assumo sempre un atteggiamento difensivo. Durante le innumerevoli sessioni di degustazione annuali delle Anteprime dei Vini di Toscana o delle Guide Vini, l’impressione finale è sempre stata condizionata negli anni dalla presenza prevalente di vini austeri, duri, estrattivi, con tannini poco garbati e frutto celato da sentori terrosi e di tendenza amara.

Cantina Bindella Tenuta Vallocaia (credits Alessandro Moggi)

Accanto a questi vini, erano sempre presenti quei sei o sette produttori eccellenti che interpretavano in maniera stilisticamente ineccepibile il territorio, ma nella visione globale della Denominazione costituivano una felice eccezione che non poteva rappresentare la sintesi globale di questo territorio.

Attualmente invece è in atto un cambiamento verso uno stile più chiaro, maggiormente basato sul Sangiovese, o meglio sul Prugnolo Gentile, come ha sempre imposto di definirlo il mitico Adamo, cantiniere di Conti Contucci. Si è partiti da una più attenta suddivisione del territorio, con un movimento che ha portato alla fine alla definizione delle menzioni Pievi. Ma questo non è sufficiente da solo a rendere questi vini eleganti e appetibili.

Lo “stile oscuro” di cui sopra derivava, e deriva tuttora anche se sempre meno frequentemente, dall’interpretazione della gestione in campo con una cura della vigna approssimativa con l’alibi di un presunto tradizionalismo, e per il resto da una conduzione della vinificazione vittima di retaggi del passato duri a morire.

Questa positiva evoluzione comincia ad accomunare numerosi produttori del Montepulciano ed è spinta con forza da nuove tendenze tra le quali la volontà di far risaltare puntualmente la corrispondenza con il territorio, di qui l’operazione Pievi, e l’accrescimento del sentimento di sostenibilità che condiziona molte scelte tecniche. Michele Manelli con il progetto Salcheto ne rappresenta l’icona nel mondo del vino e Tenuta Vallocaia, con la sua recente ristrutturazione, ha imboccata questa strada con grande convinzione.

La Cucina di Vallocaia e Vinoteca Bindella Tenuta Vallocaia (credits Alessandro Moggi)

L’evoluzione

La degustazione verticale voluta dallo stesso Rudolf Bindella è stata didatticamente illuminante a questo proposito. Giovanni Capuano, l’eccellente responsabile tecnico dell’Azienda, ha illustrato con dovizia di dettagli il percorso compiuto in questi dieci anni.

Il primo e più evidente risultato consiste nell’ariosità e luminosità di questi vini, finalmente non più costretti da austerità estrattive e trame tanniche poco convincenti. Morbidezza di frutto maturo accompagnata da grande freschezza sono caratteristiche che rendono appetibili e golosi questi vini. Contemporaneamente, spaziando in dieci anni di tempo, si percepiscono anche le evoluzioni di vinificazione dovute ai progressi introdotti in campo e in cantina.

Nei vini delle annate più vecchie troviamo profili tannici piuttosto marcati, a tratti ruvidi e la spiegazione risiede nel fatto che le vigne avevano una forte diversità di cloni, derivanti da scelte agronomiche del passato. L’evoluzione positiva deriva anche dalla inaugurazione della nuova cantina avvenuta proprio nel 2018 con adozione di tecniche più attente e attrezzature rispettose della materia prima, moderne e sostenibili.

Rudolf Bindella

La Tenuta Vallocaia

La storia recente inizia intorno al 1980 grazie all’imprenditore svizzero Rudi Bindella, il cui nonno agli inizi del ‘900 trasportava damigiane e fischi toscani in Svizzera. Anche Rudi è un importatore di famosi marchi italiani (come non ricordare Ornellaia?) e apre diversi ristoranti nelle più importanti località svizzere come Zurigo, Losanna, Ginevra, Berna. Studia e viaggia in Italia e scopre Montepulciano, si innamora della località e decide di acquistare, nel 1983, della terra in località Vallocaia nella zona di Argiano.

I vigneti

Dopo i vigneti di Vallocaia, si aggiungono i Vigneti di Camparone a Cervognano, i Vigneti di Casalte alle Casalte, Fossolupaio a Paterno e i Vigneti di Santa Maria a Sanguineto.

La Tenuta raggiunge l’estensione di 175 ettari di cui 54 coltivati a vite e altri 16 all’olivo. Ognuna di queste zone ha delle proprie peculiarità in termini di origine e natura del terreno, altitudine, esposizione ed i vini che ne risultano sono precisi interpreti dei terroir con diverse identità e personalità.

Si passa dalle sabbie di Vallocaia e Camparone, dove nasce il Bindella, alle argille calcaree di Sanguineto, dove si coltiva il Sangiovese de I Quadri, alle terre rosse di Vallocaia dalle quali deriva il Vallocaia Riserva

Nel 1999 entra a far parte dell’azienda Giovanni Capuano, che oggi ha la carica di Direttore Generale, tecnico di alta preparazione e che condivide in pieno le vedute di Bindella.

Tenuta Vallocaia, legni

La cantina

La nuova cantina, i cui lavori iniziati nel 2015 sono terminati nel 2018, è una struttura moderna interrata dotata di tutte le più recenti tecnologie di alta efficienza energetica. Impressionante il sistema di controllo delle temperature che Giovanni Capuano chiama confidenzialmente “la centrale nucleare”.

Tenuta Vallocaia Antiquariato

Le vasche di fermentazione sono in acciaio mentre il reparto legni prevede tini, tonneaux, barrique e caratelli di diverse dimensioni e provenienze.

I colori e i materiali sono affini al luogo, ma l’attenzione più grande è riservata alla collezione personale di Arte ed Antiquariato che Rudi Bindella ha scelto, quasi si trattasse di una platea di spettatori che accompagnano i vini nel loro percorso di affinamento.

La “Sala del Sonno” custodisce una serie di bottiglie scelte tra le migliori e destinate a diventare l’Archivio Storico dell’Azienda.

Tenuta Vallocaia arte contemporanea

Bindella ha dato grande importanza alla convivialità, al piacere di godere in compagnia dei tesori della terra, ma anche dell’arte e della cultura, e ha dato vita così alla Cucina di Vallocaia, terrazza con vista stereoscopica in affaccio sui vigneti, spaziando dalla Val di Chiana al borgo di Montepulciano.

Lo chef è Luca Biancucci, mano agile per una cucina di raffinata tradizione toscana, con materie prime provenienti dall’orto della tenuta, a cominciare dall’Olio Extra Vergine di oliva.

I piatti sono autentici, ma non banali, rigorosamente stagionali e possono essere accompagnati da tutti i vini della Tenuta proposti in abbinamento al menù o al bicchiere.

Chef Luca Biancucci

La visita alla Tenuta Vallocaia è un’esperienza immersiva in più discipline: una visione aggiornata sul vigneto di Montepulciano, le sue differenti zone e le tecniche di coltura, una cantina moderna efficiente e soprattutto sostenibile, una panoramica sulla vera veste stilistica del vino Montepulciano e sulle sue potenzialità, un excursus nell’arte contemporanea e nell’antiquariato, una sosta con la cucina tradizionale toscana e i suoi giusti incontri con il vino.

Un’esperienza da non perdere.

Paolo Valdastri

Tenuta Vallocaia
Rudolf Bindella
Via delle Tre Berte 10/A
53045 Montepulciano (SI)

www.bindella.it