Un concorso enologico organizzato dalla Proloco di Scansano e dedicato alla figura storica di Vannuccio Vannuccini, pioniere della viticultura maremmana di fine ‘800 e ispiratore del Morellino.

Una sessione d’assaggio che nella giornata di venerdi 20 settembre, presso la sede del Consorzio, ha messo in competizione 25 diverse etichette di Morellino di Scansano. Una giuria, composta da una decina di tecnici, giornalisti ed operatori (tra cui il sottoscritto) e presieduta dal Professor Scalabrelli, che ancor prima che premiare i migliori di categoria aveva il compito di tastare il polso di una denominazione tra le più conosciute in Italia ed all’estero. Questi i presupposti di una degustazione di sicuro interesse.

Le bottiglie in competizione rispondevano a due criteri ben precisi: stesse annate per tutti i “concorrenti” (2012 per i Morellino d’annata, 2009 per le riserve) e solo vini imbottigliati già passati al vaglio del Consorzio. Standard qualitativi buoni per il Morellino d’annata. Vini nella quasi totalità ben confezionati, dotati di frutto, senza eccessive estrazioni (finalmente!) e con una costante pulizia (anche questo dato un positivo da rilevare). Manca, è vero, un po’ di incisività, ma stiamo parlando, lo si ricordi, di un vino “quotidiano” che spesso ha prezzi, per la Toscana e l’Italia, di assoluta convenienza. Un po’ più “controversa” la prova delle riserve, in un’annata, va detto, che non è stata tra le più propizie in zona. Non molta omogeneità tra i vini e, soprattutto, non sempre uno stacco marcato rispetto al fratello minore (ovvero la versione d’annata).

Ecco qualche estratto dal mio personale taccuino.

IL MORELLINO D’ANNATA 2012

Terenzi – Pur di recente costituzione, l’azienda dei fratelli Terenzi ha già messo a fuoco un prodotto base di notevole piacevolezza.  Un rosso scorrevole che del sangiovese conserva le striature nel colore ed una buona freschezza sul palato. Tannicità viva e sgrassante, “da cibo”.

Moris Farms – La gestione “accorta” di cantina da i suoi frutti. Colore vivo, naso e bocca “piaciona”, che strizza l’occhio (senza commettere reato) ad un pubblico il quanto più ampio possibile.  Decisivo, in termini di piacevolezza, l’apporto di vitigni internazionali. Ottima la beva.

LE RISERVE 2009

Roccapesta – Poche vendemmie ma già tra i leader della denominazione l’azienda di Alberto Tanzini, grazie ad uno stile inconfondibile che si rifà al sangiovese più  “tradizionale”. Colore granato delicato, di buona luce, naso che ha richiami di spezie ed erbe aromatiche. La bocca ha tannini incisivi ed una bella sapidità.

Le Pupille (Poggio Valente) – Tecnica esemplare per classico che non tradisce mai. Colore ancora di una bella gioventù, naso pieno e verace. La bocca si avvale di un’ottima materia prima, con una tannicità sgrassante che lo rende ottimo compagno a tavola.

Daniele Bartolozzi