Tra Verdicchio, pecorino  e spumanti nella regione con i consumi più elevati di vino in Italia, boom per il pecorino nella gdo: +23,8%, davanti a Pignoletto, Grillo e Traminer

I vini marchigiani, dal Verdicchio al Pecorino – l’emergente dell’anno secondo la ricerca SymphonyIRI per Vinitaly –  volano sugli scaffali e si scoprono anche trendy. Merito della qualità, sempre più riconosciuta e premiata dai grandi critici (da Robert Parker a Ian D’Agata) ma anche dell’export (+ 9,4 % con 50 mln di euro di fatturato nel 2012), che nel primo trimestre conferma il trend positivo, tra il +3 e 5%.
Grandi vini di punta, dall’ottimo rapporto qualità prezzo, e una varietà di autoctoni dalla forte identità territoriale continuano ad essere la carta vincente della regione, apprezzata oltreoceano soprattutto dagli Usa (che assorbono il 60% delle esportazioni) e in Europa da Germania e Inghilterra. Tra le nuove frontiere da conquistare, anche Russia e Cina, Paese quest’ultimo con potenzialità di crescita enormi e dove un consumatore è disposto a spendere cifre a due zeri per una bottiglia di Rosso Conero Riserva.

Così, poco importa se nel 2012 la produzione scende (-10% sul 2011 con 917.737 hl), perché la forza della regione sta nella crescita dell’appeal dei suoi vini, in particolare i bianchi, Verdicchio in testa, che da solo rappresenta il 25% dell’export totale. Il vino simbolo delle Marche ha infatti messo a segno nel 2012 un fatturato complessivo di 25 mln di euro (+ 13,6% sul fatturato 2011 pari a 22 mln di euro), di cui 12 mln provengono dall’estero. Accanto ai mercati tradizionali, rappresentati da Stati Uniti, Canada, Giappone e Germania, le rotte commerciali si sono ora ampliate verso Cina e Russia. E nel mirino c’è il Brasile. Ma non c’è solo il Verdicchio in testa ai vini preferiti della regione. Anche il Pecorino, vino autoctono che rischiava di scomparire, sta guadagnando velocemente posizioni, grazie alla recente docg Offida Pecorino.. E così per il secondo anno consecutivo si trova in testa ai vini “emergenti”, quelli cioè che registrano le migliori performance di vendita in volume nella GdO. Secondo i dati della ricerca SymphonyIri-Vinitaly, infatti, dopo il +26,5% segnato nel 2011, anche nel 2012 si ripete il boom: +23,8%, davanti a Pignoletto, Grillo, Traminer e Falanghina. Successo non solo in Italia per questo vino autoctono: il Pecorino Offida conta ora su 1,5 milioni di bottiglie prodotte in quasi 2 anni di commercializzazione. Inoltre, sempre per il Pecorino, si stima che nell’Ascolano, quasi 1/3 delle bottiglie finisce all’estero grazie anche al suo ottimo rapporto qualità prezzo.

Export oriented anche le “bollicine”, trainate da un lusinghiero +15% nelle vendite. Le Marche si (ri)scoprono una regione vocata alla spumantizzazione e ai vini bianchi frizzanti. Non soltanto quelle ottenute da monovitigni di Verdicchio (per la prima volta l’Ubaldo Rosi, spumante prodotto da Colonnara, viene premiato con i Tre bicchieri del Gambero Rosso), ma anche di Passerina e Pecorino oltre che di Bianchello del Metauro e della Vernacchia di Serrapetrona, l’unico vino al mondo a subire tre fermentazioni.

Vinitaly sarà inoltre l’occasione per celebrare altre due eccellenze marchigiane. In primis il binomio fra vino e musica con la presentazione della rassegna (lunedì 8 aprile, alle ore 12,30) Musicultura, Festival della canzone d’autore, dove a ciascuno dei 16 finalisti del festival viene abbinata una delle denominazioni d’origine del territorio. Infine la 2ª edizione della Selezione Internazionale dei Vini da Pesce ( Ancona 15 -17 maggio www.vinidapesce.it) che sarà presentata a Vinitaly martedì 9 aprile, alle ore 12,30.

Le Doc Marche: Bianchello del Metauro, Colli Maceratesi, Colli Pesaresi, Esino, Falerio, I Terreni di Sanseverino, Lacrima di Morro d’Alba, Pergola, Rosso Conero, Rosso Piceno, San Ginesio, Serrapetrona, Terre di Offida, Verdicchio dei Castelli di Jesi, Verdicchio di Matelica)

Le Docg Marche: Conero, Offida, Vernaccia di Serrapetrona, Castelli di Jesi Verdicchio Riserva,Verdicchio di Matelica Riserva