“Venerdì 26 Maggio presso il Castello di Sonnino, via Volterrana Nord a Montespertoli i produttori di Castello di Sonnino e Fattoria La Leccia sono “felici” di invitarla alla scoperta dei Vin Santi di Montespertoli per partecipare ad una bellissima verticale”. Questo l’invito giuntomi qualche giorno prima. Ero già là!

Come farsi scappare un evento simile. Tutto faceva presupporre di trovarsi davanti a Vin Santi vecchia maniera. E così è stato.

Il Castello di Sonnino, location quanto mai azzeccata. Palazzo storico del XVI secolo costruito intorno ad una  torre risalente al XIII secolo, medievale, a sua volta edificata sul vecchio tracciato della via volterrana etrusca. Oggi la proprietà è frutto dell’impegno dei discendenti del barone Alessandro e della baronessa Caterina de Renzis Sonnino, ricoprendo il ruolo di principale produttore del Chianti Montespertoli Docg.

La Torre del 1200 del Castello di Sonnino

Non sono state le sale sontuose ricche di cimeli ad ospitarci per l’evento atteso. Bensì la grande Vinsantaia posta all’ultimo piano, ben esposta ai venti chiantigiani che perpetuano il rito della produzione del Buon Vin Santo.

Fattoria La Leccia, il luogo dove l’innovazione del pensiero agricolo si realizza attraverso l’artigianalità del lavoro quotidiano. Posta anch’essa nell’aerale del Montespertoli Docg. La famiglia Bagnoli ne è proprietaria dal lontano 1970. Ma è dalla vendemmia 2013 che la consapevolezza di una necessaria rigenerazione ha portato Paola e Lorenzo a prenderne le redini ed impegnarsi con passione, misura ed orgoglio.

Leone (Castello di Sonnino) e Lorenzo (Fattoria La Leccia) in cattedra a spiegare, con aneddoti, ricordi, la Storia mista a leggenda del Vin Santo, le difficoltà a produrlo oggi come allora, la passione necessaria dati i risultati economici assolutamente negativi e le problematicità d’inserimento nel mercato soprattutto quello nazionale.

Vin santi di Montespertoli. Leone e Lorenzo in cattedra nella Vinsantaia

La fatica a lottare contro ed aggredire lo stereotipo che vuole il Vin Santo solo come vino dolce da fine pasto accompagnando i cantucci di Prato e riuscire invece nell’intento di una educazione verso il consumatore, elevando questa vera chicca enoica al rango che si merita.

I campioni scelti per gli assaggi

– 1999 Castello di Sonnino. Trebbiano e Malvasia, caratelli di castagno. Dorato acceso con nuance ambra. Fichi disidratati, miele, mondorle. Al palato ricchissimo, sapido nel finale boisé. Quattro anni in caratello. Eccellente, voto 92/100;

– 2005 La Leccia. Trebbiano e Malvasia. Tradizionale, 10 anni nei caratelli. Veste ambra scura di intensa luminosità. Naso ricchissimo e complesso: noci, fico secco, torroncino, caramello. Al palato notevoli ritorni olfattivi sostenuti da una vena fresca. Lunga persistenza. Eccellente, voto 93/100;

– 2008 Castello di Sonnino. Trebbiano in caratelli per 6 anni. Miele millefiori, agrumi canditi ed erbe aromatiche. Al palato la dolcezza ben sostenuta dalla vena fresco-sapida. Rientra nell’eccellenza ma con un voto più basso: 90/100;

Vin santi di Montespertoli. I cinque campioni

– 2015 Castello di Sonnino. Molto giovane, un Vin Santo works in progress. Impronta olfattiva classica, elegantemente dolce. Riesce comunque a salire nella scala dell’Eccellenza guadagnandosi ora 90/100;

– 2016 La Leccia. Il nuovo che avanza. Lorenzo lo ha presentato come un Vin Santo che, partendo dalla tradizione, ha iniziato un percorso differente a partire dall’appassimento: quello che vuole i grappoli stramaturi di Trebbiano appesi al soffitto. Poi permanenza in barriques di rovere esauste, usate per il Chianti. Risultato al momento con un punteggio di 90/100. Serve capire l’evoluzione in bottiglia.

Al Castello di Sonnino si è parlato anche di abbinamenti per cacciar via i brutti pensieri ricorrenti dei cantuccini.

Pasticceria secca, cioccolato, formaggi anche erborinati. Una provocazione da consigliare?

Quella offerta a noi dallo chef del Ristorante Il Cibreo di Firenze: cioccolatini ripieni di patè di fegatini. Una delizia!

Vin santi di Montespertoli. La provocazione, cioccolatino ripieno di patè di fegatini

A proposito dello chef del Ristorante il Cibreo di Firenze. Siccome tutti i salmi finiscono in gloria, terminata la degustazione vuoi non spostarti in una delle sale del Castello di Sonnino elegantemente preparata a sala da pranzo e degustare piatti preparati dal figlio di Fabio Picchi, Giulio?

Urano Cupisti

Assaggi effettuati il 26 maggio 2023 al Castello di Sonnino – Montespertoli (Fi)