Maison de Cognac Hennessy. Limited Edition X.O. 2022. Art de Vivre. Foto Hennessy

Specialissima e preziosa la Limited Edition “X.O.” della mitica Maison de Cognac Hennessy.

Si definisce “distillato” (o acquavite) una “bevanda spiritosa” (o “superalcolica”) che deriva dalla distillazione di un liquido zuccherino fermentato, generalmente di origine vegetale come il vino, le radici, la frutta, i cereali, la canna da zucchero. Le “bevanda spiritose” sono quelle bevande alcoliche con caratteristiche organolettiche particolari e un “titolo alcolometrico” (gradazione alcolica) minima di 15% Vol. che vengono prodotte sia direttamente mediante distillazione, macerazione o aggiunta di aromi, sia mediante miscelazione di una bevanda spiritosa con un’altra bevanda. Nella categoria “bevande spiritose” rientrano anche i “liquori” (miscele di alcool), altri distillati (acqua, zucchero e sostanze aromatiche diverse) e gli “amari”.

I Babilonesi e gli antichi Egizi conoscevano già la “tecnica distillatoria” visto che resti archeologici hanno confermato che distillavano vino e sidro. Gli antichi Greci usavano forme di distillazione per ricavare acqua dolce dal mare, ma non per gli alcolici. Per secoli la distillazione fu patrimonio dei Sacerdoti e di pochi adepti, tramite gli Egiziani la conoscenza della distillazione venne trasmessa agli Arabi e attraverso la Spagna questa conoscenza iniziò a diffondersi in Occidente intorno al X Secolo.

Il “Cognac” è un distillato Francese di Vini Bianchi (principalmente “Ugni Blanc” Trebbiano Toscano coltivato in Francia), tutelato da una “Appellation d’Origine Contrôlée” (AOC) nata nel 1909 con la delimitazione del Territorio di Produzione.

Oggi la Zona del Cognac comprende 80.500 Ettari di Vigneti (suddivisi in 6 Cru) ubicati esclusivamente nella Regione Nuova Aquitania nei Dipartimenti (suddivisione territoriale di secondo livello dopo le Regioni) della Charente, della Charente Marittima e in alcuni Comuni della Dordogna e delle Deux-Sèvres. Le Vigne (98% di “Ugni Blanc” il resto di altre uve ammesse “Folle Blanche”, “Colombard”, “Sémillon” e “Montils”) qui prosperano grazie al particolare terreno argilloso-calcareo e grazie a un clima oceanico mite.

Il Vitigno “Ugni Blanc” è così diffuso vista la sua capacità di resistenza alle malattie, per avere un basso grado zuccherino e contenere acidi; grazie a ciò il Vino base distillato risulta basso in alcol e con una buona acidità. Il basso contenuto alcolico poi consente agli aromi floreali di essere meglio concentrati con la distillazione, mentre l’acidità fa da conservante per il Vino, evitando che possa rovinarsi prima della distillazione.

Nasce il Cognac

Il “Cognac” prende il nome dall’antica Città di Cognac (Dipartimento della Charente) che tradizionalmente è stata la sede principale del suo commercio. Le prime notizie della produzione del “Cognac” risalgono al 1622, quando gli Olandesi, che da Secoli acquistavano Vino e sale in queste contrade, risalendo il Fiume Charente (lungo 360 km.) insegnarono agli abitanti della Zona a distillare il Vino, che mal sopportava i viaggi per mare verso il Nord Europa.

Soltanto i distillati provenienti dall’Area della Denominazione possono essere dei “Cognac”, nel resto di Francia e nel Mondo tale liquore (ricavato dalla distillazione del Vino e un successivo invecchiamento in botti) è chiamato genericamente “Brandy”.

Il procedimento per arrivare al “Cognac” è abbastanza tortuoso e merita alcuni chiarimenti. I grappoli d’uva vengono pressati leggermente e il mosto ottenuto deve riposare circa un mese per diventare un Vino Bianco distillabile. Velocità e delicatezza sono due fattori fondamentali: il Vino base non si deve assolutamente rovinare ed è fondamentale seguire alcune regole come la raccolta meccanica delle uve, seguita da pressatura soffice, non aggiungere anidride solforosa, usare lieviti selezionati per agevolare la fermentazione, usare tini di acciaio che escludano contatto con ossigeno.

La distillazione deve avvenire entro il 31 Marzo successivo alla vendemmia e il Vino viene distillato a fuoco diretto per due volte con specifici Alambicchi denominati “charentais”. Dalla prima cottura si ottiene il “brouillis” che ha una gradazione alcolica intorno ai 30°, mentre dalla seconda “la bonne chauffe” il distillato raggiunge i 70°.

Sull’uso dei lieviti non c’è obbligo e ne derivano due diversi stili. Usando i lieviti si punta a ottenere un distillato più ricco, complesso e avvolgente che tendenzialmente può agevolare l’invecchiamento in botte e lo sviluppo di aromi di funghi, sottobosco e frutta secca. Senza i lieviti si ottiene un distillato più leggero. Per esempio due grandi Aziende produttrici di “Cognac” hanno fatto questo tipo di scelte e i rispettivi metodi di distillazione si definiscono con il loro nome: “Metodo Rémy” (con i lieviti) e “Metodo Martell” (senza lieviti).

Un’altra interessante scelta è quella di distillare la “testa” (Têtes) e la “coda” (Secondes) della distillazione precedente o nel Vino o nel “brouillis”. Nel primo caso si ottiene un Cognac più leggero, nel secondo uno più strutturato e caratteristico. “Martell” per esempio unisce al Vino “Têtes” e “Secondes”, e non è escluso che si possa anche fare una via di mezzo dividendole tra il Vino e il “brouillis” come fa l’Azienda “Hennessy”.

Il “Cognac” viene sottoposto a un periodo obbligatorio di invecchiamento (almeno due anni), in Barrique di quercia Francese, della Regione Limousin o della Foresta del Tronçais, in cui assume la colorazione ambrata (corretta spesso con l’aggiunta di caramello) e a contatto con il legno delle Botti prende il gusto caratteristico. L’invecchiamento può proseguire fino a oltre 60 anni.

Maison de Cognac Hennessy. X.O. l?I conica Bottiglia. Foto Hennessy

La Zona del “Cognac” si divide in “Sei Sottozone” chiamate “Crus”: “Grande Champagne”, “Petite Champagne”, “Borderies”, “Fins Bois”, “Bons Bois” e “Bois Ordinaires”. Le Zone sono all’incirca concentriche rispetto al Territorio complessivo e ognuna di esse produce una qualità differente di distillati in ragione della composizione più o meno gessosa dei Terreni e della posizione geografica anche ai fini climatici. Solo le due Zone più centrali, “Grande Champagne” e “Petite Champagne” hanno le prerogative per produrre grandi “Cognac” da invecchiamento.

La quasi totalità dei “Cognac” si realizza con una miscela (assemblage) di distillati di origini e annate diverse. I “Maître de Chai” (Maestri di Cantina) selezionano e compongono le miscele per ottenere un prodotto specifico che sia costante nel tempo o abbia particolari caratteristiche di gusto. Spesso le miscele sono composte da decine di distillati diversi e anche quelli “Millesimati” vengono realizzati con miscele ma dello tesso anno. Fanno eccezione a questa consuetudine solo alcuni rarissimi distillati imbottigliati direttamente da specifiche Botti di altissimo pregio che vengono definiti “Brut de Fût” (“Forza della Botte”, in Inglese “Cask Strength”).

La classificazione

La Legge Francese vieta di indicare in Etichetta l’anno di distillazione con l’eccezione del “Cognac Millesimato” mentre, secondo il grado di invecchiamento che ne determina la classificazione, si trovano alcune sigle di uso tradizionale:

– “VS” – “De Luxe” (Very Special) – “***” (Tre Stelle) – la miscela più giovane con almeno 2 anni di invecchiamento;

– “VSOP” (Very Special Old Pale) – “Réserve” (Very Superior) – almeno 4 anni di invecchiamento;

– “XO” (Extra Old) – fino al 2017 doveva avere almeno 6 anni di invecchiamento, dal 2018 gli anni obbligatori sono diventati almeno 10 e questa è anche la massima “garanzia legale” di invecchiamento data dalla “AOC” del Cognac;

– “XXO” (Extra Extra Old) – un invecchiamento uguale o superiore a 14 anni (dal 2018);

– “Vieille Réserve” – “Hors d’âge” – sono classificazioni usate frequentemente e indicano Cognac di invecchiamento elevato;

– “Napoleon” – “Héritage” – classificazioni con almeno 6 anni di invecchiamento.

Il Mercato Mondiale del “Cognac” vive praticamente sotto l’ala di “Quattro grandi Case Produttrici” (Rémy Martin, Hennessy, Martell e Courvoisier) che producono la quasi la totalità delle bottiglie in commercio.

Il “Marchio di Cognac” più venduto a livello Mondiale (circa 50 milioni di Bottiglie l’Anno in oltre 160 Paesi) è “Hennessy”.

La Maison de Cognac Hennessy

È stata fondata nel 1765 quando Richard Hennessy, figlio di un Nobile Irlandese, dopo aver militato come Ufficiale nell’Esercito di Luigi XV, si innamorò dei vigneti della Regione di Charente. Richard ebbe la sensibilità di presagire lo straordinario potenziale commerciale delle Acquaviti di Cognac sul piano Internazionale a tal punto da aprire una propria Distilleria studiando un nuovo metodo di lavorazione. Iniziò quasi subito la vendita in alcuni Paesi Europei e negli Stati Uniti, il suo prodotto venne molto apprezzato da alcuni importanti Nobili, tra cui Re Giorgio IV d’Inghilterra e dall’Imperatrice di Russia Marija Fëdorovna.

Negli anni successivi le esportazioni non fecero altro che crescere grazie a una continua ricerca dell’eccellenza per la creazione di Cognac d’eccezione, abbinata a un’ambiziosa strategia di conquista dei mercati.

Dalla fine del XVIII Secolo la “Maison Hennessy” si è insediata ai quattro angoli del Mondo. All’inizio del XIX Secolo, ha iniziato a esportare in Australia, nel Sud-est Asiatico, nell’America del Sud, in Giappone e in Cina. Nel 1860 un quarto delle esportazioni di Cognac portava il nome “Hennessy”.

Nel 1870, Maurice Hennessy, quarta generazione della Famiglia Hennessy, chiese al Maître de Chai Emile Fillioux di creare uno specialissimo Cognac per la sua Famiglia e i suoi amici utilizzando “eaux de vie” extra invecchiate per perfezionare il blend: il nuovo nato fu ribattezzato “X.O.” (Extra Old). Nel 1947, Gérald de Geoffre, Pronipote di Maurice Hennessy, creò l’iconica bottiglia di “X.O.” con una forma ispirata a un grappolo d’uva capovolto.

Nel corso del XX Secolo, l’opera di espansione iniziata dal Fondatore è continuata: nel 1967 le spedizioni ammontavano a un milione di casse, nel 1987 erano due milioni e nel 2019 le casse spedite era diventate otto milioni.

Intanto nel 1971 Kilian Hennessy, ultimo Erede della Famiglia, creò il marchio “Moët Hennessy”, fondendo l’Azienda con la lussuosa Casa di Moda Francese “Louis Vuitton” e dando vita, nel 1987, al “Gruppo Internazionale LVMH”.

Per garantire l’eccellenza e la varietà dei suoi aromi “Hennessy” seleziona esclusivamente le migliori uve delle regioni AOC ed è stata la Prima Azienda Vinicola e di Liquori a essere certificata con il prestigioso “Standard ISO 14001” il “Sistema di Gestione Ambientale”.

Maison de Cognac Hennessy. Limited Edition X.O. 2022. Foto Hennessy

Se il Cognac è un “blend” (miscela) di “eaux de vie” (spiriti), la “Maison de Cognac Hennessy” si può sicuramente definire una “miscela” di due Famiglie assolutamente straordinarie che di generazione in generazione si sono tramandate i preziosi segreti dell’arte della distillazione: quella del Fondatore, gli Hennessy, e quella dei Master Blender, i Filioux.

Alla fine dell’Anno 2022 la “Maison de Cognac Hennessy” ha presentato una fascinosissima “Edizione Limitata” (Limited Edition) del suo Cognac “X.O.” confezionato in una magnifica “coffret” (scatola) insieme a un prezioso “ice molder” (modellatore di ghiaccio).

Sulla scatola spiccano le diverse tonalità dell’oro e il Logo stilizzato del “Bras Armé” il simbolo militare che il fondatore della Maison Richard Hennessy scelse come Stemma di Famiglia ricordando la propria esperienza da Ufficiale al servizio di Luigi XV. All’interno della Scatola la bellissima bottiglia dorata dell’iconico “Hennessy X.O” insieme al particolare modellatore di ghiaccio (un sigillo “X.O.”) che consente di personalizzare il ghiaccio.

Degustando questo magnifico Cognac “Hennessy X.O.” si apprezzano i forti sentori di frutta candita, cioccolato fondente, vaniglia e note speziate, accompagnati da un’ondata di calore rotonda, robusta e voluttuosa, il finale è lungo e onnipresente.

Il “Cognac X.O.” della mitica “Maison de Cognac Hennessy” anche in questa specialissima e preziosa “Limited Edition 2022” rappresenta molto bene l’Art de Vivre Francese.

Giorgio Dracopulos

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