Sì perché alla fine di tanti “discorsi” è il vino che deve parlare!

  • Domaine Fouassier Les Romains. Sauvignon Blanc di Sancerre.  2012. Fermentazione spontanea in inox e permanenza sulle fecce per 12 mesi. Sicuramente giovane ma con segnali di “grande futuro vino”. Naso molto vivo dove la mineralità ne è un elemento distintivo. Al palato freschissimo, astringente nella componente acida, lunga persistenza accompagnata da mineralità distinta. Voto TRIPLE “A”, le degustazioni (seconda parte)
  • Domaine Fouassier Tellus. Il Sancerre in anfora. 2012. Procedimento di vinificazione come il precedente ma in anfore da 130/150 litri. Voto TRIPLE “A”, le degustazioni (seconda parte)
  • Chardhakhi. Lago Bitarishvili. Mukhrani Valley. Georgia 2013. Vitigno autoctono Chinuri.  Vino bianco prodotto in anfora. Definirei “ scioccante”. Voto TRIPLE “A”, le degustazioni (seconda parte)
  • Rkatsiteli “Grand Cru Tsarapi” 2011. Georgia zona Khaketi. Vino prodotto da uve rkatsiteli con un procedimento in anfora dove la fermentazione è omnicomprensiva di raspi e bucce. Diverso ma riesce a trasmettere buone sensazioni. Voto TRIPLE “A”, le degustazioni (seconda parte)
  • Chateau Musar. Musar Jeune Rosato. Beekaa Valley. 2013. Vitigno Cinsault. Lavorato in biologico con molta cura. Inox, bassa solforosa per un rosé gentile di taglio europeo, anzi francese. Voto TRIPLE “A”, le degustazioni (seconda parte)
  • Azienda Radikon. Ribolla Gialla 2005. Siamo decisamente in un’altra dimensione, estrema comunque. Lavorazione in biodinamica per un prodotto che “si ama o si odia”. Il suo colore fa pensare ad un vino ormai ossidato mentre è nella piena maturazione.  A me piace! Voto TRIPLE “A”, le degustazioni (seconda parte)
  • Azienda Radikon. Slatnik 2012. Chardonnay 80%, Friulano 20%. Percorso tutto in legno grande. Per un blend unico nel suo genere. Non interessa il percorso, non interessa sapere se è biologico e/o biodinamico, lo si beve e basta. Chapeau! Voto TRIPLE “A”, le degustazioni (seconda parte)

Da questi primi sette assaggi si capisce e percepisce la convinzione che, per questi produttori, i vini emozionanti sono esclusivamente frutto di un lavoro che unisce l’essere agricoltore all’essere l’artigiano del proprio vino e ultimo ma non ultimo l’essere un viticoltore “artista”.

  • Domaine Binner. Alsazia Francia. Di questo produttore segnalo due Riesling. Il Primo, annata 2013, mi ha colpito per la sua freschezza e mineralità. Di taglio decisamente alsaziano. Ottimo TRIPLE “A”, le degustazioni (seconda parte). Il secondo una vendemmia tardiva anno 1998, semplicemente “fantastico, sbalorditivo”. Voto TRIPLE “A”, le degustazioni (seconda parte) e chapeau!!!
  • Domaine Marcel Lapierre. Beaujolais estremo sud Borgogna. Ho assaggiato diversi Gamay, beverini che non hanno entusiasmato ma ricordato che questo territorio, prima di essere l’antesignano del Vin Nouveau o se preferite Primeur è produttore di quantità notevoli di vino.  Sono vini morbidi, fruttati da consumarsi velocemente.
  • Domaine de Villeneuve. Valle del Rodano meridionale.Chateauneuf du Pape.  Grenache, Mourvedre, Syrah, Cinsault. Questi i vitigni utilizzati nei diversi rossi in produzione.  Ho assaggiato Les Vieilles Vignes 2012. Ancora giovane ma già di carattere con trama tannica importante ed una persistenza molto lunga. Voto  TRIPLE “A”, le degustazioni (seconda parte)

Parlo con loro, chiedo per intendere e giustifico così la mia presenza. Non sono uno sfacciato nemico ma coraggioso  estraneo al loro mondo da utilizzare per comunicare il loro credo. Hanno capito la mia “sete” di sapere e di conoscenza.

continua…

Urano Cupisti