Filari di Nerello Mascalese e l'Etna

Lo ammetto. Non conoscevo questa realtà. Sono rimasto colpito dall’affluenza al banco d’assaggio durante l’ultima edizione di Summa ’18. Ma gli altri anni dov’ero?

Mi sono avvicinato al banco di Tenuta delle Terre Nere, tra una spinta e l’altra, ed ho cominciato ad ascoltare le domande, le risposte, i commenti.

“Questa è l’Etna, un’isola dentro l’isola, dove la natura è prodiga ma severa”. A tenere banco è Marco Di Grazia pronto a mescere i vini, a raccontarli e a far rivivere quel territorio così lontano.

“Mi chiedete della filosofia aziendale? Semplice. Cura meticolosa in vigna e una lavorazione minima in cantina volta soprattutto a far sì che la materia prima si esprima al meglio nel vino esaltando le caratteristiche del vitigno e dello specifico microclima”. Marco ne ha parlato convinto sapendo di persuadere tutti.

Finalmente era arrivato il mio turno. “Non vi conosco. Mi può parlare della sua azienda, del territorio, delle contrade, della sostenibilità?”.

L’Azienda

Risulta posizionata a Nord del vulcano tra i paesi di Solicchiata e Randazzo. 55 ettari divisi in 24 appezzamenti in sei contrade con una superficie vitata di 25 ettari. Piante che hanno tra 50 e 100 anni. C’è circa un ettaro che ha superato i 130 anni e quindi ancora franco di piede. Le altitudini tra i 600 e 1.000 metri.

I Vitigni

Principalmente gli autoctoni dell’Etna: Nerello Cappuccio e Nerello Mascalese.

Il Territorio

Nel 2002 Marco, uno dei due titolari di Tenuta delle Terre Nere, fece scrivere nelle retro-etichette: “la Borgogna del Mediterraneo”. Ambizioso e paradossale accostamento dovuto ai particolari microclimi che avrebbero, secondo Marco, delle forti affinità.

Tenuta Terre Nere

Gli ho dato ragione, dopo gli assaggi, limitatamente ai caratteri espressi dai suoi vini escludendo però qualsiasi parentela.“Stoffe intessute dalla stessa mano”. Direi azzardato. “Infinite variazioni  cromatiche e sensoriali che si assomigliano”. No! La Borgogna, quella dei grandi rossi, è tutt’altra cosa. Non sono d’accordo.

Terreni vulcanici formati e riformati da colate laviche con differenziazioni tra colata e colata.

Le Contrade campestri

Realtà poliedriche dell’Etna. Identità necessarie per capire meglio le nuances dei loro Nerelli. Zonazione? Direi secolare tradizione atta ad identificare le differenze. In altre realtà sono chiamate Clos. Qui ai piedi del grande vulcano sono identificate con orgoglio come realtà campestri.

Sostenibilità

Da sempre allevate con la cultura biologica. Energia sostenibile prodotta con impianto fotovoltaico e da una caldaia alimentata dalla potatura degli olivi e dalla pulitura dei boschi di proprietà. Fertilizzanti a base di stallatico e pratica del sovescio di leguminose. Certificati dal 2010.

Gli Assaggi

Etna Rosso Calderara Sottana 2016.

Note aziendali:  Zona di produzione: contrada Calderara, comune di Randazzo (Catania). Varietà di uve: 98% Nerello mascalese, 2% Nerello cappuccio. Superficie vigneto: 15 ha Caratteristiche del terreno: vulcanico, estremamente pietroso, poco profondo, molto ricco di scheletro. Esposizione: versante nord dell’Etna a 600-650 metri s.l.m.

Età media delle viti: dai 50 ai 100 anni. Allevamento: alberello tradizionale etneo convertito a spalliera. Vinificazione: fermentazione alcolica a temperatura controllata (28-30° C). Affinamento: fermentazione malolattica spontanea e maturazione in barriques, tonneaux e botte grande (10-30 hl) di rovere francese (20% legno nuovo).

Imbottigliamento dopo 16-18 mesi di affinamento in legno e 1 mese di affinamento acciaio. Grado alcolico: 14 % Produzione annuale: circa 14.000 bottiglie.

Le mie considerazioni: Giovane ma deciso. Naso profondo ricco di personalità. Calore alcolico, sospinto da una vitale freschezza. Tannini fini. Lunga persistenza. Decisamente commovente. Eccellente, voto 92/100

Etna Rosso San Lorenzo 2016

Le mie considerazioni: Giovanissimo. Spettro olfattivo con rimandi fruttati e speziati. Palato pieno e corposo con elegante trama tannica. Incamminato verso gloriosi traguardi. Eccellente, voto 92/100

Prephylloxera  La Vigna di Don Peppino 2016

Le mie considerazioni: Vino che poteva solo essere intuito. Lungimiranza di simili scelte dove il dibattito resta aperto più che mai. Al momento dell’assaggio non sono andato oltre l’ottimo, voto 88/100

Ho assaggiato anche:

– Etna Rosso Doc 2016, buono voto 86/100

– Etna Rosso Santo Spirito 2016, ottimo voto 89/100

– Etna Bianco Calderara Sottana 2016. Carricante 100%. Ottimo, voto 87/100

“Non andiamo alla ricerca della perfezione, ma del legame ideale tra quello che la natura ci dona e quello che la nostra esperienza, sensibilità e immaginazione ci suggerisce. Questo ci distingue”. Chapeau

Urano Cupisti

 

Tenuta delle Terre Nere

Contrada Calderana

Randazzo (Ct)

Tel: 095 9424002

christian@tenutaterrenere.com

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