Il sito internet: www.lacastellaccia.it “Clicchi” e cosa ti appare?

Nient’altro che una cartolina e in basso i contatti. Niente di più.

Così è quando si parla di piccole cantine.

Poi rifletti e pensi a quell’assaggi fatti durante l’Anteprima Vernaccia di San Gimignano 2020, nel febbraio scorso. Pochi appunti riportati sul moleskine. Tanto trovo tutto sul sito: i numeri aziendali, la natura dei terreni, il micro terroir con le tecniche di cantina, le filosofie di produzione, l’approccio all’agricoltura biologica.  Soprattutto la scelta di parlare di questa azienda, di questo podere. Una critica?

Per niente. Rispetto per la scelta fatta da Alessandro e Simona Tofanari.

Non solo vino (ph A.Zingoni)

Mi ha fatto ricordare quanto mi disse in un’intervista di tanto tempo fa, durante un viaggio in Alsazia, Marcel Deiss. Vignaiolo dallo stile unico e originale, volto anticonvenzionale: “devi giudicare i miei vini, lascia stare le percentuali dei vitigni, i sistemi di vinificazione, se fanno legno. Giudicali con le tue capacità sensoriali, avrai fatto un servizio vero di comunicazione”.

Alessandro Tofanari mi ricorda sotto alcuni aspetti, Marcel Deiss. Non fisicamente ma nella conduzione aziendale sì. Rimanere vignaioli veraci, produrre in questo caso vernacce diverse, anticonvenzionali, da giudicare senza chiedere. SI o NO.

Grappolo di Vernaccia

Mi osserva da dietro il banco d’assaggio allestito insieme ad altri 36 produttori nella “nuova” tensiostruttura posizionata intorno alla Rocca di San Gimignano (Rocca di Montestaffoli).

Cerco d’interpretare il suo pensiero dallo sguardo fisso sulla mia targhetta stampa: ”Cosa vuole il solito giornalista magari sapientino?”.

Di fronte a lui 6 campioni nelle versioni Vernaccia e Selezione.

– Vernaccia 2018

– Vernaccia 2017

– Vernaccia 2016

– Vernaccia 2015

– Selezione 2017

– selezione 2016

Li ho assaggiati senza chiedere niente, ricordando il consiglio di Marcel Deiss.

Parte dei vini assaggiati La Castellaccia

Ne sono usciti vini con un elemento di congiunzione unico: la sapidità, i terreni pliocenici, le radici del vitigno a contatto con i fossili marini. I profumi che riportano l’olfatto al fieno, fiori bianchi e ai tostati. Vernacce diverse, che sanno di antico, dimenticate, con sensibilità particolari. I voti?

Le prime quattro meritevoli del Buono con votazioni medie dell’86/100. Le selezioni decisamente su di un gradino superiore. La 2017 ottimo, voto 88/100, la 2016 ottimo voto 89/100.

Vini tesi e minerali, forse meno eleganti di altri ma con freschezze che li rende versatili con gli abbinamenti.

Alla fine ho colto in Alessandro la passione per il suo lavoro. La ricerca di un più saldo radicamento territoriale.

Concluderei col definire i suoi vini: ”dotati di  una naturalezza al palato convincente”. Chapeau!

Urano Cupisti

 

Podere La Castellaccia (Alessandro Tofonari)

Via di Montauto, 18/A

San Gimignano (Si)

Tel 0577 940426

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