Con le sue caratteristiche specifiche conquista anno dopo anno sempre più spazio nel mondo vinicolo

Non tutti sanno che esiste, nel novero dei 10 eventi più importanti al Mondo per il settore vitivinicolo, l’EXPOVINIS, il Salone brasiliano del Vino che si svolge annualmente nel mese di Giugno nella città di San Paolo. Rappresenta la più importante Manifestazione del vinho latinoamericano.

Logica vuole che la Nazione ospitante, in questo caso il Brasile, metta in mostra la propria produzione pur dando molto spazio alle produzioni francesi, spagnole, italiane e naturalmente sudamericane (Cile, Argentina, Uruguay). Con i francesi c’è un feeling particolare; un interscambio tale da rilasciare al Vinho do Brasil, durante il Vinoexpo di Bordeaux, un’area espositiva  considerevole. Ed è stata quest’area ad impressionarmi durante la rassegna del 2015, vuoi per l’imponenza, per i colori accattivanti, per quel fascino carioca coinvolgente.

L’attività vinicola brasiliana sta riscuotendo successi e ottenendo riconoscimenti continui tanto da rendere la sua produzione interessante ed essere inserita tra i mille motivi di attrazione.

Anche qui fu un padre gesuita, Roque Gonzales da Santa Cruz, che fondò nel 1626 la prima missione provenendo dall’Argentina attraverso l’Uruguay.  Con la costruzione del convento iniziò a produrre vino.

In seguito arrivarono gli Italiani nella seconda metà dell’800.

Bisognerà attendere gli anni ’70 per cominciare a parlare di produzione vera e propria inizialmente circoscritta al solo territorio del Rio Grande do Soul dove ancora oggi insiste il 90% della produzione totale. La parte restante si trova nella Regione di Santa Catarina, Sãu Paulo, Minas Geraes.

Poiché è il terroir a regolare nel mondo il complesso meccanismo del territorio, della vite, dei vini, è bene ricordare che proprio in Brasile esiste una zona posta ad una latitudine vicina all’Equatore, in pieno clima tropicale, con due stagioni, dove l’altitudine di circa 370 mt contribuisce a mitigare le temperature che vanno da un minimo di 20° a un massimo di 32°. I vitigni coltivati? Syrah, Tempranillo e Cabernet Sauvignon per i rossi e Chardonnay, Chenin Blanc e Malvasia Bianca per i bianchi.

La capitale indiscussa del vinho brasileiro è Bento Gonçalves, nella Serra Gaúcha,  a circa 120 Km da Porto Alegre, nella Vale dos Vinhedos. Fondata da immigrati italiani ancora oggi ne riporta le tradizioni e la cultura. Basta leggere i nomi delle migliori Aziende per capire: Marco Luigi, la Miolo fondata da Giuseppe Miolo, Lidio Carraro e la Vinicola Perini.

Quest’ultima, recentemente acquisita dal Gruppo Bacardi-Martini, è stata al centro della mia particolare attenzione. Storie di immigrazioni, amore per la terra, produzione di grandi vini. Ricopre anche il ruolo di miglior produttore di spumanti.

Casa Perini Brut 18. Uno spumante teso, vigoroso e sapido con la carbonica vivace. Voto 85/100

Casa Perini Rosé. Tenue rosa con perlage medio. Morbido, fresco, gradevole. Voto 84/100

Casa Perini Marselan 2012. Vitigno ibrido incrocio tra Cabernet Sauvignon e Grenache. Colore intenso, naso complesso e palato con tannini in evidenza. Lontano dall’armonia. Voto 83/100

Casa Perini Tannat 2012. Buona vendemmia per un vino che piace moltissimo da quelle parti. Buona corrispondenza naso-bocca. Voto 87/100

La produzione brasiliana, nel suo complesso, è di ottima qualità e spesso raggiunge il livello di molti vini “nostrali”. Non posso affermare che vi siano delle eccellenze soprattutto nella spumantistica. Però è anche vero che, forte delle sue caratteristiche specifiche, il vino carioca sta conquistando, anno dopo anno, sempre più  spazio.

Urano Cupisti