Ho conosciuto Alessandro della Cantina I Bravi all’ultimo Eccopinò che si è svolto nel dicembre 2019 a Borgo a Mozzano.

Mi incuriosì quel Pinot di montagna (oltre i 500 mt. s.l.m.) tanto da annotare l’indirizzo per andare a calpestare le vigne nella Garfagnana più verace, quella ai piedi della Fortezza delle Verrucole, la mano lunga degli “estensi”.

A “spipporare” le uve dei i vitigni locali e quelli importati nei secoli come Chardonnay, Syrah, Cabernet Sauvignon, Merlot e Pinot Noir.

Insieme ad Alessandro Bravi

A chiacchierare con Alessandro Bravi che con il fratello Stefano, gestisce questa realtà.

Alessandro fa parte di quella categoria di “vignaioli veri”, sensibili e determinati che mascherano dietro il sorriso una personalità agitata e smaniosa, irrequieta e esagitata.

È stato lui a reinventare la Cantina I Bravi, incominciando ad applicare quell’ispirazione legata al mondo del biologico se pur “questa moda” un po’ lo spaventi.

L’amore per la terra è un’altra cosa e non deve essere sopraffatto dalle mode. Devono uscire vini  con uno stile “suo”, tutt’altro che lezioso, manierato. Frase che gli fa onore.

I Bravi. Le vigne

Vignaiolo giovane, stimato dai suoi colleghi di “valle” che, giorno dopo giorno, ricopre la figura di riferimento del territorio garfagnino e i suoi vini, ogni anno rivisitati per dare il meglio di loro ed esprimere la territorialità, che conquistano sempre di più proseliti.

Poco più di 3 ettari per una produzione di circa 7.000 bottiglie annue. Ambiziose etichette che spaziano da uno spumante metodo classico, un rosso e un bianco. In futuro anche un rosé (quando i tempi saranno veramente maturi).

Il marchio I Bravi inizia a circolare con maggiore continuità tra gli appassionati che si spingono fino a Camporgiano e la visita ai vigneti e alla cantina vale il viaggio. Se poi aggiungiamo le bellezze straordinarie del contesto…

Quello che più mi ha colpito, scaturito dal dialogo semplice ed aperto, è stata oltre la personalità , la determinazione progettuale, l’orientamento ad avvolgere quel filo dato dalla tradizione familiare, dall’esperienza paterna, formando quel “talento” che si ritrova nei vigneti e nelle bottiglie. Stile estrattivo nei rossi, convincente e suadente nei bianchi. Infine attingere ai traguardi di eleganza e territorialità.

Gli Assaggi

Bravi Lo SpumantePinot Noir, Chardonnay ed una minoranza di altre uve locali. 24 mesi sui lieviti. Vendemmia 2017 con sboccatura 2019. Ne deve fare ancora di strada questo spumante. Al momento risulta beverino, con una carbonica accettabile, bella freschezza, manca ancora una finezza che possa elevarlo tra gli ottimi. Per adesso buono ed adatto agli aperitivi.

Bravi Garfagnino il Bianco 2019. Vitigni: Chardonnay e Uve Garfagnine a bacca bianca.

Note aziendali: Zona di produzione: le uve provengono dai vigneti nel Podere Polla, nel comune di Camporgiano, su terreni argillosi e ricchi di scheletro. Affinamento: a fine fermentazione, il vino viene mantenuto sui lieviti in tini d’acciaio per 6 mesi. Dopo alcuni travasi si passa all’imbottigliamento.

Le mie considerazioni: Fresche sensazioni floreali che aprono sul fruttato. Palato sapido e persistenza fruttata. Buono, voto 87/100

I Bravi. I vini assaggiati

– Bravi Garfagnino il Bianco 2018. Vitigni: Chardonnay e Uve Garfagnine a bacca bianca.

Le mie considerazioni: Un anno di bottiglia in più lo rende più intrigante. Assaggio scattante e ben bilanciato. Ottimo, voto 88/100

Bravi Garfagnino Rosso 2017. Vitigni: Sangiovese, Merlot e Uve Garfagnine a bacca rossa

Note Aziendali: Zona di produzione: le uve provengono dai vigneti nel Podere Polla e San Michele, rispettivamente nei comuni di Camporgiano e Piazza al Serchio, su terreni argillosi e ricchi di scheletro. Affinamento: dopo la fermentazione il vino viene trasferito in barrique di rovere per un periodo di circa 12 mesi. Quindi successivamente, trasferito in tini d’acciaio inox per un ulteriore affinamento, prima dell’imbottigliamento.

Le mie considerazioni: Luminosa la veste rubino, profuma di frutti di bosco, rabarbaro e spezie. Vibrante al palato con un tannino presente e ordinato. Schietto e gradevole al sorso. Ottimo, voto 88/100.

Bravi Garfagnino Pinot nero 2018. Pinot Nero 100%.

Note Aziendali: Zona di produzione: le uve provengono dal vigneto nel Podere Polla, nel comune di Camporgiano, su terreni di scisto. Affinamento: 12 mesi in barrique di rovere francese, ulteriori 7 mesi in tini d’acciaio inox. Imbottigliato senza filtrazione.

Le mie considerazioni: Il 2017 assaggiato a dicembre lascò il segno.  Così lo giudicai: “Finezza dei tannini, apprezzabile ricerca d’equilibrio. Ottimo, voto 87/100”. A distanza di un anno, complice anche la vendemmia 2018, si è lasciato accarezzare nel calice con movimenti sinuosi. Rubino sfumato sull’unghia, spezie balsamiche all’olfatto, caldo, gustoso, sapido al palato. Meritevole di un ottimo con voto 89/100.

A fronte di una ipotesi che vuole il vino garfagnino come una produzione forzata, gli assaggi dei Bravi hanno messo in luce trame complesse e “naturalezza” al palato. La strada è quella giusta. Chapeau!

Urano Cupisti

Assaggi effettuati il 14 luglio 2020

Cantina Bravi

Camporgiano, Garfagnana

Tel:  340 6629325

cantinabravi@gmail.com

www.cantinabravi.com