I bianchi irpini protagonisti di una due giorni di assaggi a fine novembre. Prove d’eccellenza per Greco e Fiano

È diventato oramai un appuntamento irrinunciabile per tutti coloro che guardano “oltre”; per chi, leggendo il bicchiere del futuro, sa che da queste parti esistono gli embrioni per un successo planetario. Una terra d’eccellenza, ove la matrice vulcanica del suolo ed una viticultura d’altura sposano varietà nobili quali il fiano ed il greco. Senza nulla togliere all’aglianico e senza dimenticare, nei pressi, la falangina.

Ci siamo proprio divertiti, anche quest’anno, a passare in rassegna i quasi cento campioni proposti da quarantina di aziende del comprensorio irpino; una significativa panoramica della produzione “bianchista” di zona. E che produzione! Un banco d’assaggio che ha visto in prima battuta, nella giornata del 22 novembre, scendere in campo il Greco di Tufo, quindi in giorno successivo, sabato 23, il Fiano d’Avellino.

 

IL GRECO DI TUFO : La prima giornata

Un vitigno, per stessa ammissione di buona parte dei produttori, non facile; da cogliere al momento opportuno e con la massima cura, esigente d’attenzioni in cantina per evitare facili ossidazioni. Il greco ha quarti inferiori di nobiltà rispetto al “fratello maggiore”, il fiano, ciò nonostante, specie in gioventù, questa varietà può regalare grande soddisfazione anche al degustatore più esigente. Poco più di 40 etichette a confronto nei bicchieri, distribuite tra le ultime due annate, 2012 e 2011. Dai tabellini personali un panoramica su alcune delle bottiglie più convincenti.

 

1 – Benito Ferrara – Greco di Tufo Vigna Cicogna 2012

Un vero inno alla beva. Suadente ed ampio nei suoi profumi fruttati di agrumi e pesche, la bocca si ripete succosa e di grande armonia, rilanciata da una entusiasmante freschezza. L’allungo deciso sul finale lo conferma come il miglior greco assaggiato.

 

2 – Pietracupa – Greco di Tufo 2012

Non sarà l’annata perfetta, così ci dice Sabino Loffredo, ma noi su di un greco così ci metteremmo volentieri la firma! Un bianco elegante e misurato, con un naso appena in sordina a cui fa da contraltare una bocca sapida e reattiva, giocata su delicate note di erbe aromatiche.

 

3 – Salvatore Molettieri – Greco di Tufo 2011

Una grande famiglia quella Molettieri, nota ai più per alcuni dei più grandi aglianico della zona. Da non sottovalutare le loro capacità bianchiste; come questo greco, di grande personalità e carattere. Note di fieno ed erbe di campo accompagnano naso e bocca, senza mai staccare la spina.

Campania Stories – Part One: Il Greco di Tufo

 

4 – Di Prisco – Greco di Tufo 2012

Il produttore-artigiano Pasqualino Di Prisco modella un gran bel greco. Un vino ricco di sfumature; dal miele alla camomilla ed alle erbe aromatiche. Non delude la bocca, sapida e ricca, senza cedimenti in persistenza e con un’ottima pulizia finale.

 

5 – Contrade di Taurasi – Grecomusc Campania Bianco

Diciamo il vero. Non è un greco quello della famiglia Lonardo, ma bensì una antica varietà nota in gergo tecnico come roviello bianco. Poco c’importa, visto che questo bianco è squisito al naso come in bocca, elegante senza rinunciare ad una muscolarità comunque ben definita.

 

Daniele Bartolozzi