Occhio di Pernice Avignonesi

Oggi in degustazione Occhio di Pernice Vin Santo di Montepulciano D.O.C. 2000 di Avignonesi.

Storica azienda toscana, Avignonesi nasce nel 1974 nel cuore della docg del Vino Nobile di Montepulciano. Nel 2009 viene acquistata dall’imprenditrice belga Virginie Saverys, che, supportata da un staff fatto d giovani, fin da subito ha intrapreso un percorso nuovo basato sull’agricoltura naturale attraverso un approccio biologico e biodinamico.

I vigneti si estendono su 180 ettari suddivisi tra Montepulciano e Cortona. Qui sono coltivati vitigni autoctoni come Sangiovese, Malvasia, Trebbiano ma anche Merlot, Cabernet Sauvignon, Chardonnay e Grechetto.

La cantina, situata nella Tenuta Lodola, contiene sia grandi botti di rovere di Slavonia che barriques di rovere francese. Nella Tenuta di Le Capezzine, invece si trova la vinsantaia dove il Vin Santo e l’Occhio di Pernice maturano nei “caratelli”.

La degustazione

Da una selezione delle migliori uve di Sangiovese provengono i grappoli che sono lasciati sostare molti mesi, in appassitoio su stuoie di giunco. Dopo circa 6 mesi arriva il momento della pressatura da cui si ottiene un mosto che è soltanto il 15% dell’uva fresca e che ha un’altissima concentrazione di zucchero.

Trascorsi circa 2 mesi il mosto viene messo in piccoli caratelli di rovere da 50m litri, sigillato, dove resterà per 10 anni a contatto con la ‘madre’, che ogni anno si rigenera per dare vita ad un passito unico nel suo genere.

Avignonesi. L’appassitoio

La naturale ossidazione a cui va incontro nei caratelli conferisce un carattere unico ed una straordinaria resistenza all’ossidazione. La particolarità e l’eccellenza dell’Occhio di Pernice di Avignonesi la si deve proprio alla ‘madre’, un lievito indigeno centenario, custodito gelosamente dalla proprietà.

Il percorso si conclude con 6 mesi di affinamento in bottiglia.

Un vino da meditazione, che scelgo di degustare in un calice molto ampio e che da subito si fa notare per il prezioso aspetto. Dal colore molto scuro, ambrato con sfumature brunite, denso, ricco e concentrato, quasi cremoso.

Al naso si rivela un bouquet stravolgente: profumi di confettura di amarena, aromi di datteri, prugne secche, panforte, spezie dolci e limone candito si susseguono e si evolvono, aprendo la strada a sapori dolci e sensuali di cedro, caramelle salate, pasticceria francese, cioccolato, fichi secchi avvolti in aromi di caffè e cuoio.

Un vino che sorprende con ogni sorso.

Al palato è suadente, dolce ma non stucchevole… un ricordo di caramello, ma l’attacco alla frutta secca fa da padrona, con una persistenza direi eterna! Un sorso pieno, complesso, unico! È sicuramente un vino armonico.

Una grandissima bevuta che ha scaldato il cuore e la mente…

VOTO 100/100

Emiliano Penco