Montecarlo di Toscana

Perché Montecarlo di Toscana e non Montecarlo di Lucca. È una vecchia storia legata ai confini provinciali ed oltre. I montecarlesi  engono a questa precisazione e perché non  rispettare quanto è parte integrante delle loro tradizioni?

A Montecarlo di Toscana tutti gli anni, a inizio settembre, si svolge la Festa del Vino. Forse una delle prime feste di questo tipo che vede, per una settimana, il Borgo antico letteralmente invaso dai residenti, dagli amici dei residenti, dai parenti che vivono lontano anche oltre oceano che colgono l’occasione per una visita, dagli abitanti dei Comuni limitrofi ed oltre. Insomma un bagno di folla che ogni anno si riversa nelle strade portando gioia, allegria, “festa”.

Ma la Festa del Vino montecarlese “cela una perla”, un evento nell’evento, a rappresentare quel qualcosa in più che origina attenzione, interesse e riflessione: il Salotto del Vino e del Verde.

Il Salotto del Vino e del Verde

“Abbinamenti enogastronomici a tema. Incontro con il Montecarlo Doc”. Così recita ll depliant descrittivo dove, all’interno di una bottiglia di vino disegnata e adagiata, sono riportati i 7 temi per ogni serata.

Quest’anno ho scelto I Micrortaggi, descrizione della orto-vivaistica da parte dell’Azienda Ortofruttifero di San Giuliano.

Scelta per i temi che sono stati presentati dal ricercatore Marco Martinelli “canapista” circa la coltivazione della canapa ai fini di un corretto utilizzo medico-salutare.

Il ristorante presente in questa serata con i piatti da abbinare ai vini è stato L’Osteria Martinelli  “del” (così si usa dire) Marginone, una frazione ai piedi della collina di Montecarlo.

E i vini?

Aziende Buonamico e Stefanini Tronchetti con due vini ciascuna che hanno superato appieno il severo giudizio del pubblico sugli abbinamenti.

Insieme a Vasco Grassi

Ho parlato di tutto questo a tavola con l’amico Vasco Grassi, ex Presidente del Consorzio Montecarlo, per tanti anni responsabile dell’Azienda Buonamico, cultore e mente storica del vino (e non solo) di Montecarlo, un vero personaggio che amo definire “il gentiluomo del vino”.

Particolare di Buonamico

Insieme a conversare, “chiacchierare”, ricordare il passato costellato di traguardi raggiunti e  pensare, ragionare, ipotizzare “ricette” per il prossimo futuro.

Una cosa è certa: Montecarlo merita di più. Parliamo di un’area vitivinicola di particolare bellezza, diversità di terreni che permettono allevamenti di vigneti diversi.

Nonostante le modeste dimensioni non rinuncia a proporre vini di personalità e, per i rossi, una robusta intelaiatura tannica. I bianchi di Montecarlo che godono storicamente di ottima reputazione hanno da sempre dimostrato di avere nel loro DNA un buon potenziale d’invecchiamento anche se, allo stato attuale, non ricoprono il ruolo di competitors.

Il Bianco di Stefanini

Suggerimenti? Non una sola perla all’interno della Festa del Vino. Ma altre perle come presentazione delle aziende nel loro complesso, dibattiti e conferenze tali da catalizzare su Montecarlo l’attenzione dei Media che contano, quelli che traducono immagini in consensi nazionali.

Invitare enologi che parlino del futuro, Insomma ritrovare un comun denominatore sull’espressività dei vini di Montecarlo.

E tuttavia la Festa del Vino, il suo Salotto, restano un appuntamento irrinunciabile. Chapeau!

Urano Cupisti