L’azienda agricola Arnaldo Caprai di Montefalco (PG), è stata insignita dall’UNHCR per l’Italia (l’Agenzia ONU per i Rifugiati) del prestigioso riconoscimento “Welcome. Working for refugee integration” per l’anno 2022.

Caprai è l’unica cantina in Italia ad essere premiata tra le aziende che hanno contribuito ad una società più inclusiva nei confronti di chi è stato costretto a fuggire da guerre, violenze e persecuzioni. Dal 2016 infatti l’azienda guidata da Marco Caprai ha iniziato un percorso di collaborazione con la Caritas di Foligno e altre associazioni locali impegnate nel sociale per l’inserimento di immigrati nel mondo del lavoro: nel tempo la Arnaldo Caprai ha dato la possibilità a oltre 200 persone richiedenti asilo di trovare un impiego in cantina.

Solo nell’ultimo triennio è stata data la possibilità a oltre 50 richiedenti asilo provenienti dal nord Africa di lavorare in vigneto durante diversi periodi dell’anno. La collaborazione ha dato risultati molto promettenti visto che oltre il 60% degli immigrati entrati in azienda ha riconfermato la presenza negli anni successivi stabilizzando la propria posizione lavorativa.

Cantina Arnaldo Caprai

Un’attività che ben esprime la visione di sostenibilità sociale della Arnaldo Caprai e che rientra a pieno nel Patto Globale sui Rifugiati dell’UNHCR, che chiama il settore privato a svolgere un ruolo attivo nella gestione della crisi umanitaria dei rifugiati attraverso l’implementazione di strategie di integrazione che prendano in considerazione sia i bisogni dei rifugiati sia le caratteristiche delle aziende coinvolte al fine di realizzare percorsi di integrazione condivisi e partecipativi.

Per questo motivo, a partire dal 2017, l’UNHCR ha deciso di assegnare un riconoscimento alle aziende che in Italia si impegnano per favorire i processi d’integrazione lavorativa dei beneficiari di protezione internazionale. Tale riconoscimento avviene attraverso il conferimento, ogni anno, del logo “Welcome. Working for refugee integration”.

Marco Caprai

«Siamo onorati di aver ricevuto questo riconoscimento di grandissimo valore etico e morale – afferma Marco Caprai -. La sostenibilità di un’azienda non si sostanzia e non si risolve nella sola declinazione ambientale ed economica… Negli ultimi anni siamo cresciuti dimensionalmente e abbiamo quindi avuto la necessità di manodopera ma abbiamo evitato di affidarci a ditte esterne per la manodopera necessaria: il welfare è un tema importante e serio per un’impresa che voglia essere realmente sostenibile».

Arrivati in Italia con i famosi barconi, e poi redistribuiti nei diversi centri in giro per il Paese, quelli che hanno trovato il loro futuro nella prestigiosa cantina umbra che ha fatto rinascere il Sagrantino, «Sono ragazzi che si prestano al sacrificio, arrivano alle 6 di mattina, tanti di loro in bicicletta, facendo 6-7 chilometri, alcuni in motorino e, via via che le condizioni economiche lo permettono, in automobile.

Sono una risorsa importantecontinua Marco Caprai – e spesso e volentieri sono la parte migliore dei Paesi da cui scappano: molti di loro hanno studiato, ed è bello vedere che qui trovano un’opportunità, un posto in cui mettere radici. È una storia che sfata il mito dell’immigrazione che è soltanto un problema: non è così».

Il lavoro e la formazione degli addetti sono da sempre al centro degli interessi della Arnaldo Caprai.  Per questo motivo l’azienda sviluppa programmi di training per sviluppare il potenziale dei propri dipendenti nel medio lungo termine ed è anche sede del corso ITS agroalimentare dell’Umbria per il settore vitivinicolo. Nei 5 anni di corso oltre 100 studenti hanno seguito lezioni in azienda e operato direttamente in vigneto e cantina. Una dozzina di studenti sono stati poi assunti al termine del corso.