Per la Guida Vini de L’Espresso è la migliore bollicina della Toscana e tra le migliori 10 italiane

Un bel risultato per Montellori, azienda  situata in un territorio ai margini del Chianti Montalbano, nei pressi di Fucecchio, zona  considerata “fuori dalla corrente” dei grandi rossi e  non certo famosa per i vini spumanti.

Il vino spumante  sta vivendo un momento di particolare successo nel nostro panorama  enoico. A introdurre le bollicine in Toscana Furono gli Antinori con il Nature già dai primi del ‘900, ma una certa diffusione si ebbe solo negli anni ’80, diffusione molto contenuta e contrastata dai successi di Franciacorta, Trento e Prosecco. Poi negli ultimi cinque anni si è assistito ad un vero e proprio boom degli spumanti “non convenzionali”, in particolare in Toscana. Dal Piemonte con il nebbiolo del progetto Nebbione, da poco sugli schermi, al carricante extra brut di Benanti in Sicilia, è tutto un fiorire di tentativi di spumantizzazione con risultati molto alternati, ma a volte anche eccellenti e convincenti.

Per rimanere in Toscana si possono ricordare gli spumanti di Baracchi a Cortona, con sangiovese e trebbiano, al Metodo Classico di Felsina nel Chianti, alle vernacce di San Gimignano fino al Gros Manseng de La Regola di Riparbella (PI). Per rimanere nei dintorni, troviamo due bollicine a Montecarlo con Montechiari Metodo Classico e Buonamico Rosato (metodo Martinotti) e una produttrice di San Miniato, Cupelli Spumanti che con l’Erede bianco e rosato ha ottimizzato i risultati di un trebbiano e di un canaiolo piantati proprio in riva all’Arno in una zona molto fresca.

Un bel panorama nel quale ci si può immergere e trascorrere momenti di piacevole allegria gustativa, ma a questo punto sorge spontanea una domanda: quale di questi vini è stato progettato sin dall’inizio per ottenere proprio il prodotto “bollicina” e non altro? Bene: Montellori Pas Dosé è proprio uno di questi.

All’inizio degli anni ’80 Giuseppe Nieri, proveniente da una famiglia che produce vino dal 1895, rivoluzionò vigna e cantina, piantando nuove varietà accanto a quelle tradizionali e introducendo le moderne tecnologie di vinificazione e affinamento. Ma aveva anche una forte passione per lo champagne e una gran voglia di provare a produrre anche lui un vino spumante. Visitando il Montalbano ebbe l’illuminazione: terreni vergini alla viticoltura, ma con composizioni di terreno ideali, quote collinari ed esposizioni che andavano tutte nella direzione di una maturità ritardata delle uve e conservazione degli aromi e dell’acidità. Si fece dare un passaggio da un amico dotato di ultraleggero e sorvolò tutto il Montalbano a caccia del terreno giusto. Genio con un pizzico di follia: dote dei grandi imprenditori.

Così individuò alcune parcelle a Montecupoli, vicino a Cecina di Larciano, parcelle a 450 m.slm. invase dal bosco e piene di rocce di arenaria. Dopo averle acquistate venne il problema dello scasso del vigneto e allora furono tempi di duro lavoro, di spacco di pietre al martello pneumatico ed escavatori al lavoro a tempo pieno. Tre vigne di chardonnay, solo ed esclusivamente chardonnay, a poca distanza l’una dall’altra, esposte ad est e nord-est, per un totale di 3 ha  con allevamento a pergola trentina, giusto per mantenere ombreggiata l’uva e non bruciare le molecole aromatiche. Insomma un vigneto pensato e progettato solo ed esclusivamente in funzione del risultato da raggiungere, ovvero produrre una grande bollicina.

Abbiamo camminato queste vigne (come diceva il maestro di noi tutti, il grande Gino), calpestando un suolo sciolto e sabbioso, reso tale da un lavoro costante di bonifica dalle componenti rocciose di arenaria, nell’aria frizzante dei quasi 500 metri di quota, al centro di boschi odorosi di fungo e foglie macerate, con una vista straordinaria sulla valle che da Pistoia porta verso Firenze. La pergola trentina costringe ad inchinare la testa di fronte a queste viti, quasi un segno di grande rispetto per il frutto che offrono.

Per dimostrare, anzi ribadire quanto buono sia il Montellori  Pas Dosé, Alessandro Nieri, attuale patron dell’Azienda, ha voluto organizzare una mini verticale di cinque annate di questo vino. La degustazione si è tenuta presso l’accogliente Osteria Montellori trasformata per l’occasione in tempio del pesce.

VERTICALE DI MONTELLORI PAS DOSÉ

Pas Dosé 2012. Sboccato à la volée da Alessandro Nieri, si è dimostrato subito a suo agio nel bicchiere. Un vino già ben definito nei profumi limonosi agrumati di cedro, in bocca ha perlage cremoso e fine,  acidità tagliente che lo rende nervoso e scattante. Un ulteriore affinamento in bottiglia lo farà ancora più accattivante e preciso. Con fritto di piccoli gamberi e verdure in tempura.

Pas Dosé 2011. Annata complessivamente più calda della 2012 e le note fruttate che si avvertono al naso e al palato lo dimostrano. Il vino mantiene comunque il suo profilo di freschezza agrumata,  di acidità e sapidità tagliente al palato. Perlage fine e cremoso, grande bevibilità. Con gambero rosso e ortaggi con olio nuovo.

Pas Dosé 2009. Altra annata abbastanza calda, ma non tanto da interferire con la freschezza del territorio di Montecupoli. L’affinamento sur lie è stato qui di 60 mesi, anziché i 36 usuali. Filo conduttore nella onnipresente nota di agrumi e cedro, che si affianca a sentori di pasticceria e lievito. Sapore dritto, verticale, deciso, perlage fine, un vino ancora giovane e dal futuro interessante. Alessandro Nieri sta pensando di portare l’affinamento dai 36 ai 60 mesi per tutte le bottiglie, mettendone in riserva un contingente per anno. Abbinato con  spaghettino alle alici e mollica (lo chef Angelo Popolo è siciliano).

Pas Dosé 2010 in Magnum. Chapeau! Il vino migliore di tutta la degustazione ed il primo pensiero è che stia appena muovendo i primi passi di un lungo futuro. Annata relativamente fresca e nella quale la maturazione è progredita con una regolarità da manuale. Qui intensità e complessità aromatica raggiungono vertici d’eccellenza. Il profumo di cedro fresco si accompagna a buccia di limone, kiwi, susina gialla, pompelmo, brioche. In bocca ha struttura importante ma slanciata, un dinamismo eccezionale, è cremoso e fresco, con finale lunghissimo. Bollicina di vera razza che si è sposata ad una gigantesca e freschissima orata al forno.

Pas Dosé 2007. Altra annata molto regolare come e forse più della 2010. Le note gustative si ripetono con le stesse considerazioni, ma qui siamo a quasi dieci anni di invecchiamento in bottiglia e l’età non pesa per niente. Il vino è in perfetta forma in una fase di maturità destinata a durare ancora a lungo. Eleganza, freschezza e cremosità lo rendono un vino piacevolissimo e divertente. Con  Grana piemontese da latte di alpeggio 24 mesi.

Un grande ringraziamento e infiniti elogi, in conclusione, ad Alessandro Nieri per questa interessante occasione di studio e valutazione. Operazione nella quale è stato magistralmente affiancato da Vasco Grassi, vero e proprio braccio destro, da Evelina Nappini appassionata ed entusiasta voce narrante di Radio Montellori, Virgilio Del Sarto puntuale maître dell’Osteria Montellori dove opera lo chef Angelo Popolo.

Presenti: Ernesto Gentili Guida Vini L’Espresso, Vito Lacerenza Slow Wine, Leonardo Taddei Guida AIS Vitae, Paolo Valdastri FIS Bibenda.

 

Paolo Valdastri Corrieredelvino.it

 

Fattoria Montellori

Via Pistoiese 1
50054 Fucecchio (FI)
Tuscany – Italy
T: +390571260641
F: +390571242625
E: info@fattoriamontellori.it

 

Osteria Montellori
Via Pistoiese, 1
50054 Fucecchio (FI)
T 0571 245716
giorno di chiusura: martedì