Importante aiuto per il comparto vitivinicolo dell’Emilia-Romagna: presentato lo scorso anno il contratto di sviluppo “green” nel comparto vitivinicolo, “Legàmi di Vite”, ha concluso il suo iter d’approvazione ottenendo l’ok dal Ministero dello Sviluppo Economico per il tramite di Invitalia.

Il progetto prevede interventi per oltre 95 milioni di euro ed è coordinato da Enoteca Regionale Emilia Romagna, con il supporto tecnico della società Artemis e dello Studio Salami.

Obiettivo del progetto è lo sviluppo di una filiera sostenibile e circolare, anche con la messa a punto di un protocollo ambientale. Un nuovo modello virtuoso d’integrazione e aggregazione per valorizzare al meglio l’immagine del vino regionale.

Da dx: Davide Frascari, presidente di Enoteca Regionale e l’Assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi

Vi hanno aderito le più importanti realtà regionali cooperative – Caviro Extra, Caviro, Agrintesa, Cantina Forlì Predappio, Cantina di Carpi e Sorbara, Terre Cevico, Le Romagnole, Medici Ermete, Cantine Riunite & Civ -, rappresentative di 12mila imprese agricole socie, per un totale di 470mila tonnellate di uva lavorata (il 61% della produzione dell’Emilia-Romagna, dato 2019) e di 3.400.000 ettolitri di vino imbottigliato all’anno.

Numeri importanti anche sotto il punto di vista occupazionale, con ben 1.232.000 giornate/lavoro agricolo e con circa 2.800 unità impiegate nelle cantine.

Il progetto Legàmi di Vite

Gli interventi che saranno realizzati in Emilia-Romagna saranno molteplici, tra i quali: la trasformazione di prodotti agricoli del settore vitivinicolo e loro sottoprodotti (circa 67.000 tonnellate/anno derivanti dai processi di vinificazione) in acido tartarico naturale e biocarburanti avanzati, efficientamento energetico nei processi produttivi, riduzioni dei gas effetto serra, riduzione dell’impatto ambientale dei processi, realizzazione e potenziamento di sistemi di depurazione delle acque reflue in uscita dagli stabilimenti (attualmente 560 mila m3/anno di reflui da attività agroalimentare ceduti in depurazione), miglioramento dei sistemi di confezionamento e di stoccaggio.

Oltre ovviamente a un ampliamento della capacità produttiva.

Il tutto si tradurrà anche in un aumento occupazionale stimato in circa 70 nuove assunzioni.