È di questi giorni la proposta lanciata dall’imprenditore trevigiano Gianfranco Zoppas di confezionare vino di qualità in bottiglie di plastica per ridurre l’impatto ambientale. Il vino in bottiglia di plastica, in realtà, esiste già da tempo, ma finora è stato utilizzato per vini di primo prezzo.

Valentino Ciarla Enologo (Studio Fotografico Righi)

Non dubito che la bottiglia di plastica possa conservare inalterato il contenuto, anche fosse vino di qualità – afferma l’enologo Valentino Ciarla. – Il punto è che il vino è un bene edonistico, dove qualità e valore non sono elementi misurabili in modo meramente scientifico. È quindi un bene voluttuario, non un prodotto commodity, sono ormai lontani i tempi del vino-alimento”.

Il suo valore evocativo è legato anche a una ritualità precisa e la bottiglia contribuisce a questo fascino. “Personalmente dubito che la bottiglia di plastica possa divenire nel breve un contenitore di riferimento per vini di qualità. Ancora oggi, infatti, ci confrontiamo con una serie di pregiudizi riguardo ai vari tipi di chiusure (plastiche, a vite o altro), figuriamoci cosa succederebbe con l’intero contenitore”.

Sommelier (Foto di Matteo Orlandi da Pixabay)

Secondo Valentino Ciarla il tappo a vite, come altre chiusure “tecniche”, rappresenta una soluzione interessante per i vini di pronta beva, ma anche per quelli più complessi. Una potenzialità che potrebbe essere sfruttata meglio, ma che richiederà anni per essere accettata completamente.