Il consuntivo 2012 dell’Italian Wine & Food Institute

Continua il trend negativo dell’esportazione del vino italiano negli Stati Uniti che, nel corso del 2012, ha fatto registrare un decremento dello 0,7% in quantità e del 3,2% in valore, secondo quanto appena reso noto dal presidente dell’Italian Wine & Food Institute, Lucio Caputo.

 

Le esportazioni italiane sono passate infatti dai 2.508.790 ettolitri, per un valore di$1.248.491.000, del 2011 ai 2.490.110 ettolitri, per un valore di $1.208.694.000, del 2012.

 

L’Italia, nonostante il perdurare di questa fase di contrazione delle esportazioni, continua a mantenere, secondo Caputo, una posizione dominante sia in quantità che in valore distanziando gli altri principali paesi concorrenti fra i quali l’Australia – secondo paese esportatore verso gli USA – che ha fatto tuttavia registrare un aumento del 13,4% in quantità ed una diminuzione del 1,7% in valore a conferma della tendenza dei produttori di quel paese a contenere i prezzi.

 

La quota di mercato dei vini importati dall’Italia è risultata del 24,3% in quantità e del 31,4% in valore (rispettivamente 28,4% e 34,3% nel 2011) contro quella dell’Australia rispettivamente del 19,2 % in quantità e del 12% in valore.

 

Complessivamente le importazioni statunitensi, nel 2012, sono ammontate a 10.260.980 ettolitri per un valore di $3.844.671.000 contro gli 8.842.300 ettolitri per un valore di $3.635.878.000 del 2011, con un incremento rispettivamente del 16% e del 5,7%.

 

Le importazioni dall’Australia sono risultate, sempre nel 2012 pari a 1.966.740 ettolitri, per un valore di $464.351.000 contro i 1.733.620 ettolitri, per un valore di $472.664.000, del 2011.

 

Quelle dall’Argentina sono ammontate a 1.627.970 ettolitri, per un valore di $ 335.265.000, contro i 1.207.290 ettolitri, per un valore di $ 280.831.000, del 2011 con un aumento del 34,8% in quantità e del 19,4% in valore.

 

Sempre nel 2011 – secondo la nota dell’Italian Wine & Food Institute basata sui dati dell’US Department of Commerce – le importazioni dal Cile sono ammontate a 1.607.050 ettolitri, per un valore di $321.882.000, contro il 1.143.590 ettolitri, per un valore di $267.082.000, con un aumento del 40,5% in quantità e del 20,5% in valore a sottolineare il boom dei vini cileni che battono i prodotti italiani nei prezzi (prezzo medio della bottiglia è di $3,6 nel 2012) ma certamente non in qualità.

 

Le importazioni dalla Francia – quinto paese fornitore del mercato statunitense – sempre nello stesso periodo, sono ammontate a 886.570 ettolitri, per un valore di $791.515.000, contro i 753.490 ettolitri, per un valore di $687.602.000, con un aumento del 17,7% in quantità e del 15,1% in valore a conferma del costante incremento dei prezzi dei vini francesi.

 

Nello stesso periodo le importazioni dalla Spagna – sesto paese fornitore del mercato USA – sono ammontate a 582.020 ettolitri, per un valore di $198.763.000, contro i 531.850 ettolitri, per un valore di $190.917.000, del 2011, con un aumento del 9,4% in quantità e del 4,1% in valore.

 

Va notato, sempre secondo la nota dell’Italian Wine & Food Institute, che l’Italia è il paese, fra i primi quattro fornitori del mercato USA, (Italia, Australia, Argentina e Cile) che esporta il più basso quantitativo di vini sfusi pari a meno della metà del quantitativo esportato da ciascuno dei detti paesi. La Francia – quinto paese esportatore – ha fatto invece registrare un aumento del 334% nell’esportazione dei vini sfusi. Inoltre i primi cinque paesi esportatori verso gli USA detengono complessivamente una quota del mercato dei vini importati pari all’83,6% in quantità ed all’81,1% in valore monopolizzando in pratica l’intero mercato USA.

 

Molto positivo per l’Italia è stato invece l’andamento del mercato degli spumanti nel quale l’Italia detiene il primato delle esportazioni con 317.970 ettolitri, per un valore di 186.607.000, con un incremento del 10,2% in quantità e del 5,6% in valore.

 

L’andamento negativo delle esportazioni vinicole italiane all’interno di un mercato di grandi potenziali è dovuto, secondo Caputo, ad una perdita di notorietà del grande vino italiano.

 

E’ necessario pertanto investire sull’immagine e promuovere il vino italiano quale prodotto di grandissima qualità che non può essere sostituito da vini di un prezzo inferiore. Questo è stato uno degli elementi di maggior impatto del GALA ITALIA Special Edition, recentemente tenutosi a New York, che ha messo in grande risalto l’eccellenza qualitativa dei vini italiani presentati dai loro produttori http://www.italianwineandfoodinstitute.com/ita_index.html.

 

I dati completi sull’andamento del mercato, con le rispettive tabelle e vari grafici, sono pubblicati nel numero di febbraio del NOTIZIARIO dell’Italian Wine & Food Institute che andrà in distribuzione agli abbonati nei prossimi giorni.