Dal 27 al 29 settembre 100 ristoranti di Vetrina Toscana, insieme ad alcuni ristoranti storici di Milano, propongono il piatto a base di “pesce dimenticato”. E c’è anche un piccolo volume che ne racconta la storia
Come tutte le grandi ricette, una sorta di topos gastronomico, la Trabaccolara è un piatto che nasce con gli avanzi. Il pesce che non finiva sul mercato, per taglia o altri motivi, veniva usato per preparare un sugo con il quale si condivano gli spaghetti. Il nome, divertente, nasce dal fatto che la ricetta è figlia dei pescatori di San Benedetto del Tronto che all’inizio del Novecento lasciarono l’Adriatrico per emigrare nel più pescoso Tirreno. La base fu Viareggio, dove vennero ribattezzati “trabaccolari” dalla parola trabaccolo che era il tipo di barca da pesca che usavano.
Per celebrare questa tradizione nascono i: “Trabaccolara Days” 3 giorni (27-28-29 settembre) dedicati a questo piatto “antico”. Oltre 100 ristoranti di Vetrina Toscana, il progetto di Regione e Unioncamere Toscana che promuove ristoranti e botteghe che utilizzano prodotti tipici del territorio, proporranno in questi tre giorni il piatto nel loro menù.
A questi si aggiungono alcuni storici ristoranti di Milano tra cui “La tavernetta da Elio”, il locale preferito da Indro Montanelli ed anche uno in Liguria, a testimonainza di come questo piatto dalla Toscana sia approdato anche in altre regioni d’Italia. L’elenco completo dei ristoranti si trova su www.vetrina.toscana.it.
La Trabaccolara, infatti, è un piatto semplice, ma abbastanza misconosciuto fino a pochi anni fa. Dagli anni Sessanta fino alla grande crisi, in Versilia dominavano le catalane, i crostacei, i risotti di mare. Poi dal Duemila si è tornati a presentare questa ricetta che si è talmente allargata da ritrovarla in tanti locali fuori dai confini della Versilia: da Lucca a Pistoia, da Prato a Firenze, da Livorno a Carrara, fino a Milano, al momento patrimonio dei ristoranti aperti da toscani.
“Un piatto non è un sempice piatto – afferma Stefano Ciuoffo Assessore al Turismo e Commercio della regione Toscana – dentro c’è il nostro passato, la nostra storia, la nostra salute, e anche il nostro futuro, perchè anche attraverso le nostre piccole scelte quotidiane possiamo contribuire a tutelare il nostro patrimonio e il nostro paesaggio unico, a cominciare dal mare. La nostra Toscana è di una bellezza rara e noi dobbiamo preservarla in tutti i suoi aspetti anche proprio rispettando il mare e quello che ci offre. Inoltre, utilizzare i prodotti del nostro territorio è un importante impulso per l’economia locale”.
Per raccontare la storia che c’è dietro al piatto nasce il libriccino di 50 pagine, intitolato: “Trabaccolara. Una storia e una ricetta dal mare di Toscana” che narra un po’ della storia della pesca a Viareggio e sulla costa toscana legata a questa ricetta con saggi di Corrado Benzio, Franco De Felice e Adolfo Lippi. Si ripercorre la storia dei pescatori di San Benedetto, ma anche, tramite flash e foto, quella della cucina versiliese in questo dopoguerra, con foto inedite, storiche e anche qualche gossip. Come l’arrivo a Viareggio del generale George Marshall, sì quello passato alla storia per il piano che porta il suo nome e quella, si parva licet, di un Lucio Battisti rilassato e felice dopo un piatto di Trabaccolara (negli anni Settanta).
ll ritorno della Trabaccolara ci racconta il riappropriarsi della semplicità, della tradizione, è quello che modernamente si definisce un piatto di recupero e sostenibile, fatto con quello che il nostro mare ci offre.
Una curiosità, la pasta alla trabaccolara è detta anche “alla Viareggina” ulteriore testimonianza dello stretto legame che c’è tra un luogo e la sua tradizione gastronomica.
A cura di Daniela Mugnai