Lo scenario unico del Lago di Garda sponda veronese, più precisamente la signorile cittadina di Garda, è stato il palcoscenico della terza edizione del Festival Spumantitalia andato in scena dal 2 al 4 luglio u.s.

Sono state le piccole e grandi realtà, insieme ai Consorzi più rappresentativi del mondo spumantistico italiano, a regalare agli appassionati e alla stampa di settore un evento ricco di approfondimenti (master class), incontri culturali (talck show), degustazioni.

Spumantitalia. Lungolago

Un format e una progettualità “volti alla promozione del mondo spumantistico italiano” che hanno dato voce non solo ai grandi nomi ma anche ai protagonisti emergenti nello scenario nazionale.

Il centro storico di Garda letteralmente immerso in un “mare di perlage”.

Lo storico Palazzo Piccinini – Carlotti ha ospitato le venti master class e i sei talck show, mentre gli appassionati, i wine lover, hanno avuto a disposizione una tensostruttura lungo lago, denominata Bubble’s Village per gli assaggi di numerose bottiglie suddivise per regioni; un piccolo “giro d’Italia” volto alla conoscenza di uno dei prodotti icona dello stile italiano.

Per non parlare di eventi esclusivi nei ristoranti e aperitivi nelle terrazze cinquecentesche prospicenti il lago. Insomma un vero e proprio Festival del perlage.

Ma Spumantitalia è stata anche una scommessa, largamente vinta. “Migrare per crescere”.

Così ha definito la scommessa l’ideatore della manifestazione, Andrea Zanfi. Perché chi ricorda il passato prossimo, questo evento ha svolto la prima e seconda edizione a Pescara, in Abruzzo.

La migrazione è qualcosa di intrinseco all’essere umano. Questa la sfida verso un divenire sempre diverso, ricco di crescita e di rivoluzione”. Le sue parole, i suoi pensieri e strategie.

Spumantitalia. I produttori Josef Reiterer e Vallarino Gancia raccontano

Non c’è stata sorta di dubbio; percorrendo il lungolago, le viuzze del centro storico, sono stato da subito coinvolto in un vortice di ottimismo e il migrare per crescere è risultata  la formula vincente.

Le venti master class, con la presenza dei produttori pronti a svelare i loro segreti effervescenti, hanno rappresentato la parte prestigiosa del Festival Spumantitalia. Lo svelare il recondito, nascosto, celato delle buie cantine insieme alle novità, sorprese, ai progetti futuri.

Spumantitalia. Quota 100 mesi (con il durello De Bruno)

Conoscere meglio i territori raccontati da chi li vive e ci lavora. Cogliere quegli aspetti che solo i produttori sono capaci di trasmettere. Ed infine la conoscenza di quei numeri che permettono alla spumantistica italiana di confrontarsi con le altre realtà.

Ed allora richiami come “spumanti di montagna”, “quota 100 mesi ed oltre”, “i dormienti”, insieme ad approfondimenti come “la falanghina presenta il Sannio Dop”, “le Rive del Prosecco Superiore”, “con il Consorzio dell’Oltrepò Pavese degustiamo il Pinot nero” ed altri altrettanto  importanti, a solleticare le curiosità per un approfondimento maggiore.

Alla fine ognuno di noi ha portato con sé alcune vicende vissute che rimarranno indelebili nel tempo. Le mie nello specifico?

Spumantitalia. I dormienti (con la doppia magnum La Versa 1988)

La scoperta del potenziale d’invecchiamento del Durello, le nuove e vecchie perle d’Oltrepò, i gioielli dell’Alta Langa, la realtà eccellente del Trento Doc e lo “smarcamento” della Docg Conegliano-Valdobbiadene da quel caravanserraglio che è diventato il mondo del Prosecco. E su tutti quella doppia magnum di La Versa 1988, 31 anni e non sentirli. Chapeau!

Urano Cupisti