Potenza economica e alto valore sociale: è l’industria alimentare italiana. Questi i dati del primo Rapporto Federalimentare-Censis, presentato l’11 maggio 2023 alla Camera dei Deputati.
Il Made in Italy continua ad essere il valore aggiunto in ogni prodotto, soprattutto quando si parla di cibo. L’industria alimentare italiana vale 179 miliardi di euro annui, un valore che negli ultimi 10 anni è cresciuto del 24,7%. Con 60 mila imprese, 464 mila addetti e oltre 50 miliardi di export di valore in un anno, rappresenta una componente di primo piano dell’interesse nazionale.
Il settore d’oro del nostro Paese pesa sul Pil per il 31,8%. Il 63,4% degli italiani, per alcuni alimenti, acquista solo prodotti di qualità, senza badare al prezzo. Questo è il così detto welfare dei consumi alimentari. L’italiano a tavola infatti cambia difficilmente le proprie abitudini: il 92,7% mangia un po’ di tutto senza vincoli particolari, solo il 7,1% si dichiara vegetariano e il 4,3% vegano o vegetariano.
E sì, perché in Italia il cibo non è solo merce di scambio ma ha un alto valore sociale, pur in situazioni di crisi e nell’attuale inflazione, l’industria alimentare ha sempre garantito un’articolazione interna di prezzi che rende possibile l’inclusività, anche dei gruppi sociali più vulnerabili, nei consumi alimentari. Il 90,7% degli italiani dice che mangiare il cibo che preferisce è importante per il proprio benessere psicofisico.
Ma anche i valori sociali sono importanti visto che il 66,7% è pronto a rinunciare a prodotti che potrebbero essere dannosi per la salute, il 52,6% a quelli non in linea con criteri di sicurezza alimentare, il 43,3% a quelli la cui produzione e distribuzione non rispetta l’ambiente e il 35,6% a quelli per la cui produzione non sono tutelati i diritti dei lavoratori e dei fornitori.
Gli interventi
Sul punto interviene Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste: “L’industria alimentare italiana ha un valore strategico ed è un elemento portante della nostra economia. Bisogna sempre più comprendere la potenzialità legata ai prodotti italiani. Per garantire questa potenza economica e l’alto valore sociale il Governo deve continuare ad investire: sulla qualità, sull’esportazione e promuovendo le aziende del Paese all’estero”.
Rinforza Lorenzo Fontana, Presidente della Camera dei Deputati: “L’Italia è espressione di eccezionali canoni di qualità e di tipicità noti e apprezzati in tutto il mondo, questo settore riveste un’importanza strategica per la nostra economia, come dimostrano gli indicatori relativi a fatturato, occupati ed export. I dati e l’analisi contenuti nel primo Rapporto FEDERALIMENTARE-CENSIS, restituiscono con grande efficacia il ruolo significativo che l’industria agroalimentare svolge per la crescita economica e sociale del Paese”.
A concludere sono le parole di Paolo Mascarino, Presidente di FEDERALIMENTARE: “L’industria alimentare italiana dà un poderoso contributo al Paese, sia come valore economico sia come valore sociale.
Il settore è uno dei più dinamici e robusti dell’industria italiana e dopo secoli di storia, al fianco della nostra popolazione, vuole ancora essere impegnato a favore della crescita, nella consapevolezza di rappresentare un patrimonio nazionale nella produzione di alimenti di qualità, unici e con marchi riconoscibili”.
Alice Romiti