Jerzu, vigna con pali ginepro

La coltivazione della vite e la vinificazione vantano in Sardegna una storia antichissima, che affonda le radici nell’età del bronzo e si sviluppa nei secoli grazie alle eccezionali caratteristiche ambientali e climatiche dell’isola. Si ritiene che la vitis vinifera sia nativa dell’Isola e alcuni ritrovamenti archeologici confermano che la coltivazione di uve fosse presente già in epoca nuragica, oltre 3.000 anni fa.

Oggi il Cannonau viene coltivato su tutto il territorio regionale, anche se la maggiore concentrazione si trova lungo la costa orientale dell’Isola, in particolare nell’area dell’Ogliastra dove si trova Jerzu che rappresenta la sottozona più importante del disciplinare di produzione e che da sola produce oltre il 30% di tutto il Cannonau della Sardegna.

Jerzu

Jerzu è uno dei comuni più antichi d’Italia dove si coltiva la vite. Il primo documento, un atto notarile, che parla della coltivazione di vigne a Jerzu risale infatti al 1130. Il testo, contenuto nelle ”Carte volgari” conservate a Firenze e redatte a cura di Arrigo Solmi, riporta che il “Giudice Soluni di Laconi ricevendo licenza dal suo Signore dona alla chiesa di Santa Maria servi e ancelle e vigne e terre possedute a Jerzu”.

Jerzu, spollonatura

In una cultura dove la tradizione viene trasmessa oralmente dai pittoreschi cantadores (sorti probabilmente a partire al periodo delle dominazioni iberiche, intorno al 1500) non è facile tracciare linee precise. Certo è che, nella regione dell’Ogliastra, fare vino è sempre stata un’attività importante, tanto che il buon costume imponeva, anche a Jerzu, di donare al primo genito “su stergiu de su inu e sa cuba” (citazione in sardo) ovvero “gli strumenti per fare il vino”.

Un’altra importante testimonianza la ritroviamo nel 1839 nel Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna del Casalis. Il Dizionario nasceva con l’idea di realizzare una puntuale descrizione dei territori continentali e insulari appartenenti allo stato sabaudo. Quando, con l’ausilio del Prete Vittorio Angius, si descrivono i paesi della Sardegna e si parla di Jerzu, lo si descrive come un paese dove si producono vini di ottima qualità, principalmente il Cannonau e la Vernaccia, con cui si realizza un fiorente scambio commerciale con i Genovesi.

Il momento di svolta per Jerzu è stato nel 1950 quando si costituisce la Vitivinicola Sociale di Jerzu per volere del medico Josto Miglior (personaggio divenuto leggendario in Sardegna per il suo valore).

Antichi Poderi Jerzu

La cantina Antichi Poderi Jerzu rispecchia il punto di arrivo di un lungo processo economico del paese, partito dall’intuizione di alcuni pionieri dell’imprenditoria agricola locale.

Antichi Poderi Jerzu

Josto Miglior, nato a Jerzu il 25 febbraio del 1895, non cura solo la salute delle persone ma anche gli interessi, essendo anche un grande appassionato di economia e di industria. Proprio questa attitudine risulta uno stimolo decisivo nel momento in cui, constatato il pericolo di ricorrenti crisi agricole, dovute alle incertezze del mercato e soprattutto alla primordiale tecnica di commercializzazione del prodotto vitivinicolo, si fa promotore della costituzione a Jerzu della cantina sociale.

Non mancano accesi scontri tra le famiglie contadine, costrette ad una concorrenza al ribasso e a dividersi piccoli appezzamenti di terra, mentre i commercianti vorrebbero mantenere la sicurezza di rivendere la materia prima ad alti ricavi. Il racconto si perde tra storia e leggenda. Un aneddoto dirompente e decisivo nel percorso di formazione della cantina sociale racconta che un contadino per protesta inizia a versare quantità di intere botti di vino per la strada, pur di non darle agli avari commercianti.

Solo nel 1959, dopo ben 9 anni dalla costituzione della cantina, si ha il primo conferimento delle uve da parte dei 18 soci. Superate talune iniziali perplessità, nel brevissimo corso degli anni, aderiscono via via i viticoltori del paese, e poi dell’intera zona, affrancandosi finalmente dalle servitù del mercato.

Oggi Antichi Poderi Jerzu conta 430 soci, che hanno in coltivazione 500 ettari per i quali producono fino a 35 mila quintali di uva.

È proprio il caso di dire “S’unione faghet sa forza” ovvero, l’unione fa la forza.

Alice Romiti