Azienda agricola La Cignozza a Chianciano Terme

Ho sempre associato, come probabilmente chiunque, Chianciano alle Terme, pensando erroneamente che fosse famoso solo per questo motivo… Bene ora Chianciano, almeno per me, è famoso anche per la famiglia Del Buono!! Ma andiamo con ordine… La partenza è prevista all’alba… insomma le 7.30 per molti è decisamente alba, per me di sicuro! La giornata è uggiosa, sull’Appennino la prima nebbiolina di fine settembre, il viaggio sembra interminabile, soprattutto per chi carbura solamente verso le 10… finalmente poco dopo le 11 compaiono le prime colline che dividono la Val d’Orcia dalla Val di Chiana, a sud della provincia di Siena. Ma il navigatore ha in serbo l’ultima sorpresa, mi costringe ad affrontare una stradina sterrata, piena di buche, salite con pendenze improbabili, un Camel Trophy in piena regola!

Ecco però che appare l’azienda, la collina, i vigneti, la terra gialla di argilla e sabbia e sono arrivata.

Roberto che dal ’97 ha preso le redini dell’azienda mi attende con tutta la famiglia, il papà Alvaro e la mamma Graziella che mi accolgono con entusiasmo genuino, mi mostrano la cantina e preparano la degustazione, raccontando nel frattempo aneddoti sulle prime vendemmie della famiglia.

Una bella famiglia, legata alla terra e al ritmo della natura. Una vita che scorre lentamente ma con impegno, scandita dal profumo del vino, dal buon cibo e dall’ospitalità. Si respira un’aria di serenità, e quasi quasi mi dimentico di essere lì per lavoro…

 

La degustazione si concentra sui 5 vini della produzione: Santa Bianca (bianco IGT), Rosso dei Poggi (Rosso IGT), Chianti 2009, Chianti Riserva 2008, Peregrinus 2008.

Ed è il Chianti “base” con la sua semplicità e schiettezza a colpire il mio naso e il mio palato avido di toscane senzazioni (Roberto, del Peregrinus parlerò un’altra volta!)… Sangiovese, Canaiolo e Mammolo i responsabili del nettare rubino, raccolta a mano, pigiatura soffice previa diraspatura, la fermentazione dura circa 10 giorni accompagnata dai rimontaggi. Il vino separato dalle bucce a gennaio viene messo per 12 mesi in botti di rovere francese.

Il profumo è di mammola, intenso, penetra nel naso e lo avvolge di sole, di terra, di vento… in bocca non delude, è equilibrato, asciutto, mi riscalda, il suo colore e profumo s’intreccia con le emozioni… emozioni che non si fermano per tutto il viaggio di ritorno e la sera a casa, per cena,  ho aperto una bottiglia… giusto per ritornare ad emozionarmi.

Simona Destefani


Azienda Agricola Cignozza

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www.lacignozza.com