Così ha avuto inizio la mia visita alla Tenuta San Leonardo, all’estremo sud del Trentino, a metà strada tra Trento e Verona. Il Comune di Avio, la frazione di Borghetto all’Adige che fa ritornare alla memoria eventi legati alla Prima Guerra Mondiale.
Ultimo baluardo o primo della Vallagarina a seconda del senso di marcia nel percorrere la statale del Brennero.
Questa piccola frazione fu, fino al 1918, sede della dogana austriaca al confine con il Regno d’Italia.
E proprio nella Villa della Tenuta Guerrieri Gonzaga furono rinchiusi alcuni rappresentanti austriaci che poi successivamente firmarono la resa a Padova.
Ritorni storici che inevitabilmente ti assalgono nel percorrere quel lungo tratto che, dal cancello posto sulla statale del Brennero al limite della tenuta, porta alla magnifica Villa tutt’ora abitata dalla Famiglia Guerrieri Gonzaga.
Il motto di famiglia recita “Belli ac Pacis Amator” (Amante della Guerra e della Pace). Difficile e quasi incomprensibile immaginarlo oggi. Ma se ci trasferiamo nel tempo a quasi mille anni fa e ragioniamo con la mentalità di allora, tutto diventa più chiaro e comprensibile.
I Guerrieri viticoltori
Ad accogliermi Valentina, addetta al Marketing e Comunicazione. Liquidiamo velocemente i ricordi storici lasciandoli agli innumerevoli cimeli ed entriamo in quella parte di Storia che vede la Famiglia Guerrieri Gonzaga lasciare i panni dei “guerrieri” e presentarsi in quelli di viticoltori.
“Qui a San Leonardo siamo determinati a creare vini ben caratterizzati, che siano diretta espressione del territorio e comunichino il nostro spirito e personalità, attraverso l’estrema attenzione per ogni particolare, la ricerca tenace della qualità, la meticolosa cura dei vigneti e le pazienti pratiche in cantina”. Il pensiero di Carlo Guerrieri Gonzaga ricordatomi da Valentina.
“Più di mille anni fa era un monastero, da oltre tre secoli è la residenza dei Marchesi Guerrieri Gonzaga che ne sono appassionati custodi. Oggi la tenuta San Leonardo è un giardino di vigne e rose protetto dalle imponenti montagne trentine che smorzano i freddi venti nordici. Un mondo antico dove le pazienti pratiche di cantina, ancora assolutamente artigianali, regalano vini che sono autentici gioielli dell’enologia italiana distinguendosi per freschezza, armonia ed un’innata eleganza”.
Valentina racconta mentre raggiungiamo la Villa cinta da uno splendido giardino e incorniciata dai vigneti del Carmènere.
Racconti, storie, ma anche numeri aziendali, terreni, forme di allevamento dei vitigni internazionali e come siano finiti in quella parte pedemontana appoggiata ai Monti Lessini.
Tutto questo mentre si percorreva una vecchia strada, di quelle famose dell’Antica Roma: la via Claudia Augusta che collegava la pianura padana con la Baviera fino all’attuale Ingolstadt. Che emozione calpestare quei ciotoli di duemila anni fa.
Infine abbiamo raggiunto l’antico Borgo all’interno della Tenuta San Leonardo. Oggi perfettamente ristrutturato e vissuto con Il Museo, l’Orto, la Cantina, gli uffici e sale degustazioni. Occupa perfettamente il perimetro dell’antico feudo.
L’Orto
Progettato dal Marchese Carlo, il disegno si ispira all’epoca dei Frati Crociferi (XIII Seolo). Oggi vi si coltivano ortaggi, erbe officinali, pomodori arrampicati su di una pergola trentina e una collezione di antiche e profumatissime varietà di rose.
Il Museo
La vita di un tempo all’interno di un granaio. Oggetti e testimonianze contadine con una superba collezione di trattori storici perfettamente restaurati e, confermato da Valentina, funzionanti.
I Vitigni
Dei 300 ettari della Tenuta, 30 ettari sono vitati. Carmenère, presente fino dalla metà del 1800, Merlot piantato all’inizio del 1900 e Cabernet Sauvignon messo a dimora nel 1978. Introdotti anche il Riesling e il Sauvignon Blanc per una produzione di due “bianchi”.
Ultimamente anche lo Chardonnay per l’ultimo progetto della Tenuta: un Trento Doc Blanc de Blancs pas dosè Riserva 36 mesi sui lieviti. Tutti allevati con pergola doppia trentina e Guyot.
Le Cantine
Disposte su diversi livelli. Recupero di antiche vasche in cemento utilizzate sia per le fermentazioni alcoliche che per gli assemblaggi affiancano modernissimi fermentini in inox.
In un unico ambiente, ristrutturato nel 2001, la grande barriccaia, gioiello della Famiglia Guerrieri Gonzaga. Senza dimenticare quell’anfratto, meglio definire Caveau, dove ho potuto ammirare le bottiglie di tutte le annate del mitico San Leonardo. Prima annata 1982. Un vero e proprio “archivio” custode del rispetto, della tradizione di carattere ed eleganza.
Gli Assaggi
Era giunto il momento desiderato ed auspicato: la degustazione.
Come non iniziare con l’ultimo arrivato in tenuta? Lo spumante chardonnay 100%, vendemmia 2016 con sboccatura 2020. Omaggio alle terre trentine. In alto i calici e Cin!
Spumante seguito da ben altri otto (8) assaggi per capire quel carattere e identità, quel senso di armonia e appartenenza immediatamente percepita appena varcato il cancello della Tenuta.
– Vette 2020, Sauvignon Blanc 100%. Vinificazione: 12 ore di macerazione a freddo, pressatura soffice e fermentazione per circa 20 giorni. 5 mesi sui lieviti esclusivamente in acciaio. Ortica, salvia, foglia di pomodoro, pera. Al palato fresco, erbaceo, sapido e leggermente ammandorlato. Persistente. Ottimo, voto 88/100;
– Riesling 2018, Riesling 100%. Sentori di lime per questo paglierino intenso. Prosegue su susine bianche e cedro. Palato vivace grazie al supremo tocco minerale. Sostanziale equilibrio per un vino fatto veramente bene. Nella sua espressione migliore. Ottimo, voto 89/100;
– Terre 2017, classico taglio bordolese. Assemblaggio di Cabernet Sauvignon 50%, Merlot 40% e Carmenère 10%. Austera ed aerea finezza, declinata in una veste per nulla semplice o scontata. Ottimo, voto 87/100;
– Villa Gresti 2015, Merlot 90% e Carmenère 10%. Serrato e vigoroso, Trama di sottile mineralità che dà risalto alla complessità. Meritatamente sul gradino dell’eccellenza. Voto 90/100
– Carmenère 2016, Carmenère 100%. Due parole su questo vitigno. Da quando è arrivato nel Medoc ha dato origine agli altri vitigni oggi maggiormente conosciuti come i cabernet e il merlot. Spesso confuso con il Cabernet Franc, soprattutto nel Veneto. Riesce ad esprimere la consistente carnosità del Merlot e rilasciare quelle note erbacee del Cabernet Sauvignon, entrambi suoi figli (così pare essere).
Varietà con maturazione tardiva ha bisogno di tanto sole per esprimere il suo pieno potenziale. Presso la Tenuta San Leonardo, nei vigneti vicino alla Villa, ha trovato quel terreno ciottoloso simile alle grave del Medoc. Se poi aggiungiamo anche la presenza leggera di sabbia il Carmenère ringrazia.
Fermentazione spontanea in piccole vasche di cemento per circa 15/18 giorni con diversi rimontaggi giornalieri (délestage). 24 mesi in barriques di rovere francese di primo, secondo e terzo passaggio. Il Carmenère San Leonardo invecchia per oltre 30 anni. Rosso rubino, al palato è caldo, erbaceo, tannico. Sale sul gradino più alto: Eccellente, voto 92/100
Ed infine una mini-verticale di San Leonardo, uno dei più grandi tagli bordolesi italiani. Il “mito” nato 38 anni fa.
– San Leonardo 2016. 60% Cabernet Sauvignon, 30% Carmenère, 10% Merlot. Fermentazione spontanea in piccole vasche di cemento per circa 15/18 giorni con svariati rimontaggi. 24 mesi in barriques di rovere francese di primo, secondo e terzo passaggio. Grande tenuta all’invecchiamento. Floreale macerato e speziato intrigante. Frutto e sapidità alleati per una beva inarginabile. Lo premia la qualità tannica. Eccellente, voto 95/100
– San Leonardo 2008. Come un San Leonardo possa invecchiare. Vino che rivela tutta la sua grazia fatta di purezza, precisione ed eleganza. Eccellente, voto 93/100
– San Leonardo 2003. Se pur la stagionalità del 2003 sia ricordata come la più calda degli anni 2000, questo vino, con alle spalle ben 15 anni di affinamento in bottiglia, ha espresso comunque un’espressione floreale e fruttata molto misurata e coinvolgente. Alla beva emergono dettagli e contrasti. Comunque rimane sul gradino dell’Eccellenza: voto 90/100.
È stato il Marchese Carlo Guerrieri Gonzaga ad essere il primo vero enologo della famiglia.
Dopo gli studi a Losanna ecco la “folgorazione sulla via di Damasco”: l’incontro e successiva amicizia con Mario Incisa della Rocchetta, il suo riferimento per l’amore verso il blend bordolese, il suo vero “padrino enologico”.
Oggi il testimone è passato al figlio Anselmo al quale ha trasmesso passione e amore.
Il Marchese Anselmo Guerrieri Gonzaga è divenuto il vero viticoltore della Tenuta San Leonardo, l’anima moderna, ascoltando sempre, in ogni scelta, il cuore che batte per questa terra amata da tutta la famiglia nel tempo. Chapeau!
Urano Cupisti
Visita effettuata il 27 luglio 2021
Tenuta San Leonardo
Borghetto all’Adige-Avio (Tn)
Tel: +39 0464 689004