Quando l’ho conosciuta, alla Tenuta di Biserno circa sette anni fa, credevo che fosse australiana, come una sua collega che, nello stesso periodo, lavorava all’Ornellaia. In effetti il suo precedente posto di lavoro era in Australia, paese produttore di grandi vini, quindi niente di strano. Il giorno che mi precisò di essere svedese, rimasi decisamente spiazzato, quasi incredulo.

L’unico legame che ricordavo tra Svezia e vino era costituito da quelle scatole di polveri vendute in tutti i grandi magazzini per farsi il vino in casa con le polverine, un po’ come si fa con la birra.

Helena Lindberg, nata a Moheda, nel sud della Svezia, con una laurea in ingegneria chimica alla Chalmers Tekniska Högskola, padre ingegnere meccanico e madre farmacista, è attualmente responsabile del settore enologico delle aziende di Lodovico Antinori, la Tenuta di Biserno a Bibbona e Bolgheri e Mount Nelson in Nuova Zelanda.

Si parla di cervelli in fuga dall’Italia, oppure di quelli che restano a dispetto di tutto, ma c’è anche chi decide di andare in controtendenza, di lasciare il ricco, sicuro e organizzato nord del mondo per seguire un sogno, per applicarsi ad un lavoro che è pura passione, per disporre di una qualità della vita tutta a misura umana “under the Tuscan sun”.

Dopo gli studi si perfeziona in biochimica e chimica del legno, premonizione di un futuro impegno nel settore vino, e inizia a lavorare a Lund in una fabbrica di imballaggi alimentari per succhi di frutta. In questi anni, ben sette, comincia a frequentare il mondo del vino. Entra a far parte della Munskänkarna, un’associazione di appassionati di vino che organizza corsi e degustazioni e qui comincia a formarsi palato e mentalità enologica.

Di giorno in giorno la passione aumenta: gli studi compiuti le rendono facile anche la comprensione della tecnica di vinificazione e dell’invecchiamento. Così nel 1994, dopo un viaggio in Australia, presi i primi contatti diretti con la vigna e la cantina, pensa che sia arrivato il momento di cambiare. Ora o mai più: sente i discorsi di colleghi, pentiti per non aver seguito i propri sogni al momento giusto e ormai costretti alla normalità di una vita preconfezionata e banale e prende la grande decisione. Chiede di partecipare alle vendemmie in Francia ed in Australia ma gli australiani sono più tempestivi.

Ottiene il permesso di soggiorno e fa le valige. Yalumba Winery, la più antica cantina australiana a proprietà familiare, la accoglie in Barossa Valley, uno dei luoghi più vocati per la viticoltura del Nuovo Mondo. Si fa le ossa in cantina ed in laboratorio, poi le propongono un impegno di responsabilità come assistente enologo presso la Nautilus Estate di Marlborough in Nuova Zelanda.

La cantina vinifica il proprio Sauvignon blanc, il Pinot nero, lo Chardonnay, ma lavora anche per conto terzi con la spumantizzazione e i vini passiti. Il ventaglio di esperienze è completo e finalmente all’inizio del nuovo millennio decide di tornare nel Vecchio Mondo. Prima in Francia, dove si perfeziona ancora all’università di Bordeaux, con un corso di attitudine alla degustazione tenuto da nomi come Dubourdieu, Glory, Revel, poi con diversi contratti di lavoro.

È Thomas Duroux, al tempo enologo dell’Ornellaia, a parlarle dei nuovi progetti di Lodovico Antinori e a convincerla a chiedere di poter lavorare per la nuova Tenuta di Biserno a Bibbona, in Toscana. Il Marchese è un perfezionista, se intraprende una nuova impresa è solo per ottenere il massimo, per essere sempre al top dell’enologia mondiale. L’entusiasmo, la passione, la determinazione sono comuni ai due personaggi e l’affare è fatto: Helena si trasferisce in Toscana nell’agosto del 2004 e qui la attendono i vigneti ancora giovani, la cantina ancora da attrezzare, i vini da mettere a punto.

Riassaggiamo insieme le ultime annate, il grande Biserno 2008 insignito dei 3 bicchieri dal Gambero Rosso, l’Insoglio e il Pino e vedo una luce diversa negli occhi di Helena. C’è come un pensiero rivolto al cammino percorso dal 2004 con il vigneto appena impiantato alla grande soddisfazione per il traguardo raggiunto oggi, ma dietro a questo sembra che tutti i suoi sensi siano impegnati a percepire ogni minima sfumatura delle caratteristiche del vino, a compenetrarsi in esso per capire l’equilibrio delle migliaia di variabili che conducono all’eccellenza. In questo momento è in simbiosi con il suo vino, è spirito e natura, mostra un rapporto di empatia come se questo vino fosse sostanza vivente, un atteggiamento, insomma, non da fredda nordica, ma da chi ha realizzato il sogno della sua vita.

Helena risponde del suo operato alla proprietà, ovviamente, ed al consulente esterno, il mitico Michel Rolland che periodicamente effettua visite di controllo alla Tenuta, ma è lei ad avere la responsabilità del quotidiano, delle scelte preliminari, dei pre-campionamenti per impostare ad ogni vendemmia il taglio del vino definitivo. Opera con uno staff nutrito e ben affiatato, una decina di persone con mansioni di responsabilità, poi il personale in vigna che tra fisso e stagionale può arrivare alla sessantina di unità presenti alla tradizionale festa autunnale della vendemmia, quando l’uva è ormai in cantina, al sicuro. Poi Helena si occupa anche dell’azienda neozelandese di Mount Nelson, anch’essa proprietà di Lodovico Antinori, dove si produce uno stupendo Sauvignon Blanc. Le stagioni nell’emisfero australe sono invertite e perciò può seguire la vendemmia quando da noi è periodo di attività ridotta.

Un sogno realizzato, quindi, una professionalità conquistata con un lavoro caparbio e impegnativo, ma la perfezione non è di questo mondo. Parlando con Helena si intuisce che qualcosa ancora manca. La vita in quest’angolo di Maremma è bella, sana e tranquilla, si può coltivare la passione per i cavalli con lunghe passeggiate. Poi si viaggia molto e ci sono amici sparsi in tutto il mondo. Ma ogni tanto la troppa tranquillità costituisce un freno al desiderio di immergersi nella vita di una grande città, nelle luci di vetrine e locali, negli spettacoli, il cinema, il teatro, la musica. Allora nelle lunghe notti invernali libere, non molte per la verità, si immerge nella lettura, soprattutto narrativa e saggi. Con un buon bicchiere di vino a fianco, ça va sans dire!

Paolo Valdastri

 

 

SCHEDA TECNICA

 

La Tenuta di Biserno è stata fondata da Lodovico Antinori con il fratello Piero Antinori e Umberto Mannoni all’inizio del nuovo millennio. Il management attuale è costituito da Gaddo della Gherardesca (Presidente) con Helena Lindberg e Ranieri Orsini lo staff tecnico è composto da Michel Rolland, Ranieri Orsini e Helena Lindberg. Alle vendite Antonello Calandri, Vittorio Mazzetti d’Albertis, e Eva Horakova. Il vigneto di 70 ha si trova a Bibbona, al confine con Bolgheri ed è costituito in prevalenza da Cabernet Franc e Merlot, con un saldo di cabernet Sauvignon e di Petit Verdot. Suolo argilloso, combinato con conglomerato di Bolgheri, molto scheletro e ricco in minerali. Lodovico e Piero Antinori conducono poi Campo di Sasso, che produce Syrah e Biserno-Pianali a Bolgheri, poi Marlborough in Nuova Zelanda con Mount Nelson e Baron Bornemisza in Tokaji.

 

Mount Nelson 2010 – Sauvignon Blanc Nuova Zelanda

Paglierino brillante e luminoso, ha profumi varietali intensi di frutta agrumata, pompelmo, uva spina, asparagi. In bocca ha un equilibrio da manuale, una piacevole freschezza acida accompagnata da una struttura piena e calore alcolico, sapore di uva spina succosa e bella lunghezza finale.

Grande vino da crostacei.

 

Insoglio del Cinghiale 2009 – Syrah da Campo di Sasso, Cabernet Franc, Merlot, Petit Verdot.

Rubino cupo. Profumi di frutta matura, ciliegia mirtillo prugna liquirizia e alloro. Al palato è piacevolmente fruttato, diretto e lineare, preciso e pulito con buona freschezza che rende la beva agevole.

Ottimo vino da primi salsati e arrosti di carni rosse.

 

Il Pino di Biserno 2008 – Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot, Petit Verdot.

Rubino carico e luminoso. Al naso prevale il frutto nero, ribes in particolare, su note speziate e grigliate di un rovere molto elegante. In bocca ha frutto maturo e denso reso complesso dalla speziatura cioccolatosa, con buona spinta acida. Finale di tutto rispetto.

Carni grigliate, brasati, cacciagione.

 

Biserno 2008 – Cabernet Franc in prevalenza con Merlot e piccole quote di Cabernet Sauvignon e Petit Verdot.

Rubino cupo impenetrabile. Ha un naso molto dolce e cremoso con ottima integrazione tra rovere e frutto nero maturo. Rende complesso il tutto la percettibile nota balsamica di macchia mediterranea. Grande materia estrattiva con frutto di ciliegia  e cioccolato, trama tannica fitta e levigata, ampio e complesso con lungo finale.

Il vino ideale per grandi piatti di cucina di carne e selvaggina,