Masterclass vitigni Autoctoni

L’ho definito un evento che mi ha “graffiato l’anima”. E sicuramente a contribuire nel “graffio” è stata  la prima delle due Masterclass in programma: gli Autoctoni.

A spiegare i vitigni e i territori il Direttore del Consorzio Maremma Toscana, Dott. Luca Pollini, e a condurci sensorialmente ad attraversare l’intero territorio maremmano il Sommelier Nicola Nebbia.

Ma quali sono gli autoctoni maremmani?

Vermentino. Negli anni questo vitigno ha acquisito il ruolo di autoctono per le sue particolari peculiarità che lo contraddistinguono dagli altri “fratelli”. Anche gli acini sono diversi e racchiudono in se le radici di ogni singolo territorio.
Ciliegiolo. Da sempre presente in Maremma era utilizzato come “spalla” al Sangiovese. Oggi viene vinificato in purezza e rappresenta la genuinità vinicola di questa provincia.
Alicante. Sappiamo di origine franco-ispanica. Ma la sua presenza in Provincia di Grosseto risale a diversi lustri fa. Nelle due versioni conosciute in Maremma: Alicante-Grenache e Alicante-Bouschet (incrocio tra Grenache e petit Bouschet)

Pugnitello. L’autoctono degli autoctoni. Vitigno a bacca nera ormai presente in tutte le aree maremmane. Un tempo bistrattato, ha ritrovato negli ultimi anni il suo splendore grazie a viticoltori che hanno insistito nella ricerca del miglior terroir adatto alla sua coltivazione
Ansonica. Vitigno marino presente nella parte più a sud del litorale maremmano (Monte Argentario e Isola del Giglio compresi)
e Sangiovese. Certamente autoctono il Sangiovese della Maremma che si identifica con Vini di grandissimo successo come il Monteregio, Montecucco e il Morellino di Scansano.
Della Masterclass riporto nel dettaglio quattro vini che mi hanno particolarmente colpito riportando gli altri limitatamente al punteggio:
Le Gessaie 2015. Le Sode di Sant’Angelo. Vermentino al 95% e 5% di Viognier. Un Vermentino che ha fatto discutere, vuoi per la sua accesa mineralità invadente, vuoi per la carica olfattiva d’ingresso. Lo riporto perché diverso dagli altri a testimoniare l’incidenza dei terreni. Siamo vicini alle Colline Metallifere, nel Comune di Massa Marittima. Svelato il mistero. Buono, Voto 87/100

Scalandrino 2015. Azienda Mantelassi. Vermentino 100%. Profumi floreali bianchi diffusi in un naso molto fine. Ben preparato per l’assaggio. La mano si sente, esce dalla normalità. Eccellente Voto 90/100

Anna’s Secret 2015 Rosato. Azienda val di Toro. Sangiovese 100%. Colore marcato (quasi un chiaretto) complice il vitigno, ma vinificato tendenzialmente alla francese, anzi alla provenzale. Un bel rosé che si stacca, eleva dalla ormai generalità rosata dirrompente ovunque. Ottimo Voto 89/100

Pugnitello 2015. Azienda Roccapesta. Pugnitello 100% della zona di Scansano. Semplice, schietto, carico di profumi fruttati, ben ordinato al palato. Il vino giornaliero che ti affascina. Ottimo. Voto 88/100
Gli altri campioni assaggiati:
Prato al Pozzo 2015. Azienda Prato al Pozzo. Fermentino 100%. Buono, Voto 84/100
Acuagiusta 2015 Azienda la Badiola. Vermentino 100%. Ottimo. Voto 87/100
Sciresa 2014. Azienda Flavia Tagliabue. Ciliegiolo 100%. Ottimo, Voto 88/100
San Lorenzo 2013. Azienda Sassotondo. Ciliegiolo 100%. Buono, Voto 86/100
Calasole 2015. Azienda Rocca di Montemassi. Vermentino 100%. Buono. Voto 86/100
Capoccia 2015. Azienda Cooperativa Vignaioli del Morellino. Ciliegiolo 85% e Alicante-Grenache 15%. Buono. Voto 86/100
Saragio 2012. Azienda Valdonica. Sangiovese 100%. Ottimo, Voto 88/100
Riserva di Pugnitello 2012. Azienda Poggiolella. Pugnitello 100%. Ottimo, Voto 88/100

Un impressionante insieme qualitativo, purezza espressiva, solarità mediterranea. Autoctoni in libertà.

Urano Cupisti