Tipicità e Qualità. Ricordi di una degustazione al Vinitaly

Ogni Azienda vinicola ha la sua filosofia. L’Azienda Losi interpreta la tradizione chiantigiana nel binomio indissolubile di Tipicità e Qualità.

La sede è nel Cuore del Chianti, il Chianti Classico quello del Gallo nero, nelle terre del Comune di Castelnuovo Berardenga. Chi conosce quel territorio sa, conosce le differenze, che esistono tra Poderi e Poderi, parcelle e parcelle. E i produttori sono stati e sono tutt’ora capaci di ottenere dai loro vitigni, più o meno autoctoni, collocati nelle zolle vocate, quella tipicità  che non può essere modificata nei suoi tratti fondamentali.

È nella Storia della Famiglia Losi, dal lontano 1870, che troviamo l’impegno a produrre vini di qualità. A Tranquillo Losi si deve prima l’intuizione e poi il merito di una scelta importante costituita da segreti da tramandare alle nuove generazioni. Imparare a produrre vini pregiati e longevi carpendo sistemi e metodi dal “creatore” del Brunello di Montalcino Tancredi Biondi Santi.

Mi trovo seduto all’interno dello stand aziendale durante il Vinitaly ad ascoltare Valeria, capace PR che alla maestria del dialogo e della parola ha quel qualcosa in più che è dato dall’appartenenza alla famiglia. Riesci a recepire dalle sue parole l’entusiasmo, la passione e la convinzione. Parole tese ed essenziali a far emergere il lavoro in vigna ispirato alla semplicità e al buon senso, la fedeltà alla tradizione in cantina verso la ricerca dell’eleganza. Semplici privilegi che si ripercuotono nei loro vini.

Parlo della cantina, chiedo i particolari e noto il sorriso di Valeria che preannuncia il diverso, fuori dagli schemi tradizionali. La Cantina? Le Cantine!!!

La più vecchia, situata nel Podere Fontino, è utilizzata per la fermentazione malolattica. Spazio limitato dove il vino può comunicare solo con poche persone con le quali instaura il dialogo della trasformazione. La Cantina del sottopasso, costruita nel lontano 1954 è predisposta per l’invecchiamento dove riposano il Chianti Classico e le Riserve. Infine la Nuova Cantina ultimata nel 1995 dove nasce il vino e dove ritorna per l’imbottigliamento”. Così mi parla Valeria ritenendo la cosa molto semplice quando in effetti non lo è. Sorpreso, colpito e stupito.

Adesso bando alle ciance (tra toscani ci capiamo subito) e facciamo parlare i vini.

Cavalier Tranquillo 2015. Rosso Igt. 80% Sangiovese, 15% Canaiolo, 5% Malvasia e Trebbiano. Percorso solo in acciaio. La gioventù nel calice. Rosso rubino con decisa veste purpurea. Gira nel bevante con media consistenza. Altro non potrebbe fare. Naso diretto nella sua verticalità. Fiori macerati, frutta rossa e balsamicità in evidenza. Ingresso al palato con la carica di un vino giovane. Tannini vispi avvertiti sulla parte gengivale, buon equilibrio e media persistenza. Un ottimo vino d’ingresso. Voto 85/100

Querciavalle Vigna della Capanna 2015. Igt. Sangiovese 2015. Percorso in inox, cemento e botte per questo Sangiovese proveniente da una Vigna ben precisa. Tutto il sangiovese “giovincello” che vuoi nel calice. Bel naso tipico, palato conforme e in linea con l’olfatto. Voto 85/100

Querciavalle Chianti Classico 2011. Sangiovese 90%, Canaiolo 10%. Si sale decisamente. Il territorio di Castelnuovo Berardenga nel Calice. Quel 10% di canaiolo che impreziosisce. La tipicità espressiva del Chianti Classico. Percorso di affinamento in botti da 50hl. Vendemmia eccellente da quelle parti per un vino dal colore rosso rubino limpido, un naso che regala violette, sottobosco, caffè e spezie moderatamente dolci. Palato composto ed equilibrato con un tannino perfettamente estratto. Voto 89/100

Querciavalle Chianti Classico Riserva 2010. 95% Sangiovese, 5% Canaiolo. Percorso in botti da 20-30 hl. Quell’anno in più che fa la differenza. Quella vendemmia eccellente che ha consegnato un frutto superiore. Colore luminoso senza cedimenti. Naso con viole e rose appassite, note chinate provenienti da terziari estratti con pregevolezza. Palato di grande impatto. Fresco e sapido con l’equilibrio delle morbidezze avvolto nella veste di un tannino di pregevole fattura. Voto 91/100

Querciavalle Chianti Classico Gran Selezione 2009 Millenium. Sangiovese 90%, Canaiolo 5% e Malvasia Nera 5%. Percorso innovativo in botti da 10hl. Quel non so chè dal sapore affascinante. Amo le Gran Selezioni. Trovo in esse la ricerca del massimo. Felice spettatore e testimone di un grande valore aggiunto. Manto rubino tendente al granato. Elegante nella sua consistenza. Al naso un susseguirsi di secondari (viola, rosa, frutti rossi) e terziari (cannella, spezie e grafite). Al palato tannini fitti, vena acido-sapida in equilibrio con i polialcoli che accarezzano le parti laterali della lingua. Lungo con ritorni retro-nasali in linea con gli olfattivi. Chapeau! Voto 91/100

Querciavalle Vin Santo 2000. Trebbiano 50% e Malvasia Toscana 5%. Chi ama il Vin Santo tradizionale non può fare a meno di assaggiare questo entusiasmante Querciavalle. 10 anni nei caratelli. Ambrato con un arredo olfattivo composto da nocciole, albicocche e fichi secchi, uva passa. Al palato la dolcezza che affascina supportata da un’ottima freschezza. Persistente. Il voto? Rientra tra quelle eccellenze da non classificare. Solo berle in meditazione!

I Segreti della Famiglia Losi:

Natura con terreni diversi da podere a podere e la presenza di microclimi a fare la differenza;

La mano dell’uomo dedita all’ottenimento del miglior frutto con impronta ben precisa;

La tecnica di cantina nella tradizione senza mai dimenticare l’innovazione.

Il risultato: Qualità e Tipicità. Chapeau!

Urano Cupisti