Jurançon: la Francia sconosciuta

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Jurançon è un comune francese con poco più di 7.000 abitanti situato nel dipartimento dei Pirenei Atlantici nella regione della Nuova Aquitania.

Per noi amanti del vino continua ad appartenere alla regione storica del Béarn, Sud-Ovest della Francia.

Jurançon dà il proprio nome ad una zona vinicola protetta da denominazione di origine (AOP).

Non molto conosciuta, spesso ignorata nel panorama generale della viticoltura francese. Detto tra noi bisogna andarci volutamente perché zona che rimane fuori dagli itinerari “classici enoici” e/o turistici.

Insieme ai due piccoli distretti di Béarn e Irouléguy costituisce la zona di produzione di vini detti “ai piedi dei Pirenei” sia rossi, bianchi che rosati, da vitigni più o meno conosciuti come: Arrufiac, Courbu, Tannat, Fer, Gros e Petit Manseng, Manseng Noir.

Vitigni per vini, in alcuni casi, straordinari. Come il Jurançon doux e/o moelleux.

Jurançon. Vigneto di Petit Manseng

Domaine Bordenave

Recentemente ho avuto occasione di assaggiare la Cuvée Savin 2015 del Domaine Bordenave, 100% Petit Manseng da vendemmia tardiva con appassimento in pianta.

Le vigne sono situate sulle pendici più basse dei Pirenei su terreni argillo-limosi con ciottoli lisci depositati da torrenti e ghiacciai. Per le caratteristiche idrogeologiche il vigneto offre una produzione limitata e di grande concentrazione. Il clima contribuisce, con la presenza di correnti di aria calda provenienti dalla Spagna (filtrati dai Pirenei) ad una maturazione delle uve tale da favorire, come in questo caso, l’appassimento in pianta, in particolar modo nel mese di Novembre.

La conduzione agronomica della vigna al Domaine Bordenave si svolge in regime di agricoltura biologica e l’insieme delle tecniche adottate (doppia potatura, inerbimento naturale, defoliazione nel mese di Luglio…) consentono di portare a perfetta maturazione le uve per una vendemmia, fatta manualmente, ad inizio Dicembre.

Jurançon. Barriccaia

Il lavoro in cantina segue il ritmo scandito dall’artigianalità maturata nel tempo e tramandata all’ultima generazione:

– raccolta delle uve già appassite in pianta, a più riprese tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre;

– la fermentazione avviene in botti di rovere (nuove in proporzione variabile a seconda dell’annata); 

– successivo affinamento sempre in botte per un anno e mezzo prima dell’imbottigliamento.

Alla fine, nel calice, ho trovato un vino di colore giallo paglierino intenso, consistente nel volteggiare, intenso e profondo nella verticale olfattiva, con una squisita delicatezza data dagli aromi di agrumi canditi, mandorle tostate, vaniglia nell’orizzontale risultando molto complesso. Al palato da subito espressivo, con grande equilibrio tra freschezza e dolcezza, dove l’utilizzo del legno è risultato ben fuso mantenendo sempre vivo il frutto candito.

Il territorio del Jurançon

Il Domaine assicura un potenziale di oltre 15 anni, delicatamente cesellato dal tempo (dicono loro), assicurando la sua massima espressione nelle vecchie annate. Ne ho preso due bottiglie e ne verificherò l’invecchiamento.

Dimenticavo: abbinamenti preferiti da questo Jurançon? Come aperitivo, con foie gras, formaggi di pecora, formaggi erborinati strutturati e dessert.

Personalmente lo consiglio nei momenti di meditazione! Chapeau!

Urano Cupisti

Assaggio effettuato il 14 gennaio 2023